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Edimburgo |
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Il vallo di Adriano |
A volte, perché un luogo ti rimanga nel cuore, basta
la fortuna di trovarcisi in condizioni di tempo favorevoli. Ricordo un amico che
mi dava del pazzo quando gli raccontavo dell’Islanda, che reputo sicuramente il
paese europeo più affascinante dal punto di vista naturalistico, mentre lui che
ci era stato con la pioggia battente e la nebbia bassa per tre settimane di
seguito, ne aveva un pessimo ricordo, assommando anche il fatto che gli erano
ammuffiti gli scarponi. La Scozia, in cui sono stato una sola volta tanti anno
fa, in teoria avrebbe dovuto spingermi ad analoghi sentimenti, visto che piovve
per tutta la decina di giorni in cui la percorremmo in direzione nord, prima di
rientrare verso il Galles ed invece nonostante tutto, ne conservo un ricordo
bellissimo, di fascino misterioso e di atmosfere sfumate, con le rovine dei suoi
castelli sulle sponde di immensi laghi solitari. Già il passaggio del vallo di
Adriano fu di grande impatto. Lo percorremmo per un bel tratto e sentire sotto i
piedi l’erba bassa di quei camminamenti antichi dove i nostri uomini arrivarono
quasi duemila anni fa, considerandolo come l’estremo limine del nord del mondo
conosciuto, un confine non valicabile, al di là del quale c’era solo mistero e
pericolo ed era sconsigliabile all’uomo comune avventurarcisi in cerca di rogne.
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Cornamuse |
Un riconoscimento strano ed avvincente in cui la potenza romana scopriva la
propria inattesa debolezza, la paura di un ignoto troppo grande per essere
affrontato con le forze ormai limitate dalla lontananza da casa, dove, forse c’erano
uomini misteriosi, superumani o aiutati da dei diversi e troppo potenti al
confronto di quelli olimpici così lontani nello spazio e forse ormai indeboliti
da un credo poco convinto, già minato da altre forze che arrivavano da un Oriente
altrettanto pericoloso per i Lari padroni del passato. Sorpassare quel vallo
dava davvero la sensazione di avventurarsi in terra incognita, quasi quanto
quelli del limite sud, in quell’Africa in cui gli scribi tutto risolvevano
scrivendo quell’hic sunt leones che
uniformava il pericolo dello sconosciuto, all’impossibile. Proseguimmo verso
nord, incantati da quei pascoli ondulati senza fine, popolati solo da rade
pecore e da bestiame dal lungo vello, così diverso dalle nostre pezzate, lisce bestie
dalle immense mammelle, delicati animali bisognosi di erba rigogliosa e di
riparo continuo. Queste invece coi lunghi corni e gli occhi coperti da frange
marroni caracollavano lente, con le froge fumanti per il freddo, abituate all’acqua
ed al gelo costante, resilienti ad un clima che mette alla prova le menti oltre
che ai corpi, avare nel produrre latte ed ancor meno nella tenerezza delle carni.
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Nessie |
Tuttavia quel paesaggio senza spigolosità, aveva un suo indubbio fascino, narrando
di leggende nordiche di uomini dalle gonne a quadrettoni, accompagnati da
flebili suoni di cornamuse lontane, di castelli diroccati sulle sponde di laghi
dalle acque scure e misteriose, dove si aggiravano presenze inquietanti. Sul
Loch Ness, lunghissimo lago solitario, su questo ci campano ed i simulacri del mostro
nascosto tra le sue acque profondissime, sono dovunque e la storia emozionò
naturalmente a tal punto la mia bambina, che volle rimanere a lungo lassù, in
un angolo piuttosto solitario, un’ansa dalle acque calme che arrivavano su una
riva nera e ciottolosa, lambendola con delicatezza, a guardare la superficie
piatta e grigia che si estendeva fino alla lontana sponda opposta. Mentre
tornavamo verso il nostro mezzo a mangiucchiare qualche cosa, intabarrati nelle
giacche a vento, si scosse un poco e prima di andarcene a letto, in una posizione
panoramica ma incautamente vicina alla riva, dove il divoratore di uomini nella
notte avrebbe potuto facilmente arrivare, mi disse piano: - Credo di averlo
visto, era un’ombra grande appena sotto la superficie dell’acqua, speriamo che
stanotte se ne stia al largo.- Anche Edimburgo ci apparve bellissima se pur
nella cupezza della pietra nera dei suoi castelli e dei suoi palazzi severi, ma
il ricordo di quell’ombra scura ci seguì, inquietante, per tutto il resto del
viaggio.
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Loch Ness |
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