sabato 21 agosto 2021

Le ombre dei ricordi

Kawa mrojiona


L'estate starà pure finendo, però dopo pessimi giugno e luglio, ci si stanno godendo le dolci giornate di questo fine agosto montano, come se non ce ne fossero mai state di uguali. Il mattino con la sua freschezza pungente, che ti fa aggrottare le spalle fin che il sole non sorge da dietro la montagna un po' più pigro di un mese fa, ma che poi sale ancora deciso e scalda subito le ossa ancora crocchianti per la notte. Le ginocchia cigolano un po', faticano a rimettersi in moto, è così la mattina per l'anziano, facciamocela andar bene comunque, fino a che ce la si fa a fare la salita e i gradini che portano alla farmacia del paese, il negozio più frequentato naturalmente. Poi puoi scendere tranquillo fino a comprare il giornale, entrando rapido, complice il rito della mascherina, i sorrisi di turno e i buon giorno scanditi dall'abitudine e dalla serena coscienza di essersi di nuovo ritrovati il giorno successivo, inshallah. Il rito del marocchino al bar con due paste di meliga per farsi buona la bocca, rimasta un po' storta dopo aver compitato velocemente i titoli della prima pagina, ma che vuoi, niente di nuovo sotto il sole, tutta roba prevista e prevedibile, il buono deve ancora venire, si sa. Un po' di commenti, appunto da bar, per far venire l'ora di pranzo. Certo che è dura, stare sotto un grande ombrellone, con le ginocchia vellicate dai raggio del sole caldo mentre dietro la schiena ti accarezzano questi meravigliosi 25°C o giù di lì, più o meno. 

Verranno due gocce nel pomeriggio. Ma faccia un po' quello che vuole, tanto, chi sta meglio di così. Certo rimane la nostalgia del fatto che non puoi neanche più sognare qualche terra lontana, forse ormai perduta per sempre, chissà se e quando si potrà, magari la gamba non ce la farà più o peggio ancora la testa, che già sembra faccia un po' troppa fatica adesso, tanto per poter macinare i rimpianti dei vecchi. Di pomeriggio sul mio terrazzino c'è una pace che anche l'aria è ferma, la lucertolina sul muro di pietra è immobile, ferma anche lei a godersi questi scampoli di sole, delicato e gentile. Anche i miei cagnolini di solito aggressivi verso la sua specie, la guardano svogliati, godi anche tu lucertola, succhia la vita immobile e vivi il tuo sereno breve futuro. Del tuo passato forse altrettanto lieve avrai contezza? Chissà. Il cameriere polacco del bar ha sgranato gli occhi quando gli ho ordinato un kawa mrojiona, vile sfoggio di memorie lontane appunto, un caffè freddo shekerato col ghiaccio tritato che mi aveva, con le sue origini, portato alla mente, bevuto in quella piazza di Varsavia, 55 anni fa, quando dovevo ancora cominciare la conquista del mondo. Gincuje bardzo Luca che me lo hai portato alla mente. C'era lo stesso sole discreto, la stessa aria leggera di fine estate e le gonne leggere delle ragazze svolazzavano al vento del nord. Le nubi lontane non facevano paura, affatto, i temporali estivi bagnavano poco anche lassù e la bandiera rossa sul palazzo di governo pendeva floscia, forse presagendo il suo destino venturo. In mano avevo un ciondolo di ambra che forse suggeriva il mio.


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

''Le ginocchia cigolano un po', faticano a rimettersi in moto, è così la mattina per l'anziano, facciamocela andar bene comunque''

mhhh, io sono sulla quarantina e ormai e' un anno che mi fa male la pianta del piede, causa la prima camminata che feci dopo il primo lock down.
Associato al fatto che il mio unico obiettivo e' la pensione, mi sa che sono proprio anziano dentro....

Enrico Bo ha detto...

eh se il tuo obiettivo primario è la pensione, hai da morì....

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