Paesaggio Monferrino da Rosignano |
Con questo materiale a disposizione, la cosiddetta pietra da cantone, sorsero i tanti paesi di questo territorio e la sua facilità di lavorazione permise agli abitanti di scavare facilmente anche al di sotto delle case costruite direttamente su queste rocce, dei locali sotterranei dalle caratteristiche particolari, i cosiddetti infernòt che arricchiscono moltissime delle abitazioni dell'area e che sono stati utilizzati nei secoli passati come luogo perfetto per la conservazione dei vini, grazie ad una temperatura immutabile tra i 12 ed i 14°C, che consente un invecchiamento di decenni, mantenendo e aumentando le caratteristiche di grande pregio della vinicoltura di questa zona. Oggi possiamo immaginare questi locali come luoghi di comunità oltre alle stalle, dove gli abitanti passavano anche le serate fredde di inverno o quelle calde dell'estate, grazie alla temperatura immutata, circondati dalle bottiglie nelle nicchie scavate nelle pareti, aprendone di tanto in tanto qualcuna sul tavolo di pietra, a sua volta ricavato dal pavimento, per commentarne la qualità e la riuscita. Questa era la vita di quei tempi, stretta attorno alla chiesa e circondata dalle vigne circostanti, lunghe sere a raccontare storie di masche e fantasmi o semplicemente a spettegolare su qualche vicina chiacchierata da tutto il paese o sulla propensione del Curato a servirsi con abbondanza del vino da messa.
Durante il nostro giro, ne abbiamo visti diversi di questi infernòt, a Cellamonte, quello all'interno del Museo della pietra da cantone, elegante e a suo modo ricercato e altri a Rosignano, nei sotterranei del palazzo del comune, esempi tra i molti anche privati, aperti al pubblico in molte occasioni e che ormai fanno parte di un circuito teso ad arricchire l'offerta turistica che da queste parti ormai unisce la bellezza delle architetture rurali, i richiami socioculturali e tutto l'aspetto enogastronomico che qui è sempre stato preminente e di assoluta eccellenza, a cominciare dal pregiato tartufo bianco della vicina valle Ghenza, dai vini di qualità e da una cucina monferrina che rimane un caposaldo non trascurabile, come abbiamo avuto modo di constatare nell'Agriturismo La Fontanella di Cellamonte. Qui abbiamo avuto salumi della zona (famosa tra l'altro per un pregevole salame cotto), peperoni in bagna càuda e carne cruda, tajarin alle verdure seguiti dai più classici agnolotti al sugo d'arrosto e tre assaggi di dolcetti, tutto fatto in azienda, vini inclusi. Siccome non guasta ricordo che l'azienda agricola ha avuto importanti riconoscimenti anche alla fiera del bue grasso, come dire non so se mi spiego. E tanto per dare uno schiaffo a chi ci vuol male, tartufo come se piovesse. Lo consiglio. Se ci aggiungete gli spettacolari paesaggi delle colline circostanti con le vigne vermiglie magnificate dal tramonto del sole dietro le creste lontane e le Alpi sullo sfondo con le cime già coperte di neve, direi che la giornata è stata spesa bene.
L'infernot del Museo della pietra da cantone |
3 commenti:
Sei bravissimo nei tuoi appunti di viaggio. Fai viaggiare anche i pigri come me. Sembra di essere lì a partecipare alle tue "missioni" in posti sempre interessanti. Come essere un ospite invisibile, che viaggia con te... Sei bravissimo. Ciao.
Complimenti, sia per il tuo modo di descrivere posti bellissimi e anche per farci venire l'acquolina in bocca. Un saluto ed un abbraccio.
Grazie amici mi fate arrossire
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