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E allora, visto che abbiamo risolto quella di Djokovic e del presidente abbiamo già detto, anche se l'argomento andrebbe aggiornato ad ogni calar del sole, vorrei parlare oggi della situazione geopolitica mondiale (di quella macroeconomica parleremo magari domani), che appare nei notiziari solo di sfuggita e sembra non interessi a nessuno. Invece mi sembra che non sia mai stata così preoccupante e assieme alla comunque sempre presente pandemia, conferisca a formare quello che si direbbe la classica tempesta perfetta. Posto che alla base di tutto c'è sempre l'economia e gli intressi ad essa legata, se fate con cura un elenco delle situazioni critiche del pianeta, è possibile che cominciate a preoccupavi davvero anche voi che state bevendo cappuccino e brioche (salito a 2,5 euri). Mai come oggi i punti di deflagrazione sono stati così numerosi e sul punto di esplodere in bubboni che coinvolgerebbero però stavolta anche gli attori principali. Lasciamo pure da parte le guerre locali di cui non può fregare niente a nessuno e che occupano una mezza pagina di giornale o mezzo minuto di TG, con immagini lacrimevoli, solo perché in quel momento non ci sono altre notizie dalQuirinale o dall'Australia per riempire un buchetto. A queste ascriverei, le carneficine che si vanno perpetuando ad esempio in Etiopia-Tigray e in Birmania. I miei amici che vivono lì, mi parlano di decine di morti al giorno, nella più totale indifferenza. Anche quelle nelle zone estreme del Congo o in Mozambico non destano alcun interesse, anzi non vengono neppure mai citate, mentre la mattanza nello Yemen viene coperta in quanto perpetrata da paesi amici, che possono consumare anche un po' di armi, dato che rifornire gli arsenali è cosa sempre gradita alle nostre imprese, capirà tutto serve al PIL mondiale.
Anche il casino dell'Afganistan è ormai pronto per essere degradato in serie C e la zona è evidentemente data per persa e lasciata in mano alla Cina, ben lieta di estendere la sua zona di influenza, unitamente ai movimenti mediorientali, zona Siria, zona Libano, conflitto israelo-palestinese, sono tutti lasciati a mezza cottura in attesa di essere rinfocolati al bisogno. Gli effetti collaterali dei profughi, sono ormai completamente ignorati, causa problemi più importanti. Avrete notato che sono spariti dai radar le situazioni al confine bielorusso e i campi lager di Turchia e Libia. Di lì se ne sono andati via tutti, ONG e giornalisti e dire che avrebbero potuto fare un sacco di foto interessanti, tra morti congelati nei boschi e bambini gettati nei fiumi di confine dalle zelanti guardie polacche messe a baluardo dell'invasione dei confini europei. Credetemi tutta roba che non interessa nessuno, specialmente le schiere di difensori dei diritti violati delle donne afgane che riempiono la bacheca di facebook, che però quando le stesse si prensentano alla frontiera bielorussa o sulle rive dell'Egeo, si girano di là lasciandole allegramente crepare nella neve o tra le onde. Tutte cose normali che il mondo ha sempre visto, tranquilli. E' il resto invece che deve ancor più preoccuparci tutti. La posizione geopolitica dei tre attori principali: USA, Russia, Cina, non è mai stata così calda, in particolare per la estrema debolezza di tutte e tre le potenze in competizione. Ricordatevi che i casini scoppiano sempre quando i contendenti sono deboli che per non affondare definitivamente devono sparigliare le carte con quelche gesto estremo. Tutte le guerre sono scoppiate per motivare il popolo sull'orlo del disastro per motivi economici interni non risolvibili altrimenti, mai quando un paese è solido e forte.
Diamogli un'occhiata da vicino. Negli USA, Biden non è mai stato così debole. Da un lato il Covid, che a causa del sistema stesso, ogni stato fa quel che gli pare, non si riesce a governare. Di conseguenza l'economia, che è pure in ripresa, non rispetta le previsioni in negativo e l'inflazione interna che comincia a scatenarsi con una furia che il governatore della banca centrale non riesce più a minimizzare, tanto che sono previsti nell'anno almeno tre o quattro interventi sui tassi, il tutto unito al fatto che a causa dell'opposizione forte e degli stessi problemi interni della sua maggioranza che si mette di traverso, non riesce a svolgere il suo programma previsto. Tutto ciò fa sì che il Presidente non sia mai stato così debole, mentra la sua Vice è addirittura sotto il 30% nei consensi. Questo potrebbe portare nelle elezioni di midterm ad una sconfitta epocale che gli farebbe definitivamente perdere il controllo delle camere. Questo significa un Presidente privo di potere, anatra zoppa per due anni e rischio quasi certo di perdere le future elezioni presidenziali a favore di un riesumato Trump o similare. In questi casi è lecito attendersi prese di posizione estremamente dure nel cosiddetto Grande gioco e di certo indisponibilità totale a mediare o a mostrarsi debole verso Russia e Cina. Non molto diversa la posizione di Putin, che ha perso molto consenso interno, che una volta superava addirittura il 70% e che oggi, se si facessero elezioni serie e regolari, probabilmente perderebbe il posto, anche lui a causa del Covid e della pessima situzione economica in cui attualmente versa il paese. Certo non può cedere di fronte a perdite di influenze ai suoi confini, ad un allargamento della NATO che gli porti missili nucleari a sette minuti da Mosca o a perdite di influenze nei punti critici del mondo. Per questo sta cercando spazio anche in quadranti non tradizionali come l'Africa del Sahel dove ha inviato migliaia di mercenari per tenere alta la temperatura del conflitto o nel bubbone del Kazakistan, fatto gonfiare a bella posta per poter muovere le acque a suo favore in uno scacchiere quello dell'Asia centrale, ricco di interessi energetici.
Anche la Cina non naviga in buone acque. I problemi del Covid che, pur essendo affrontati con la durezza delle dittature, sono tutt'altro che risolti, anzi stanno provocando importanti blocchi alla produzione, ai trasporti e alle esportazioni, oltre che ai consumi interni, bloccando la crescita di cui ha necessità vitale. Tutto ciò sta inducendo Xi Jin Ping a manovrare in modo molto aggressivo sui suoi fronti tradizionali, fronte interno, Taiwan, Africa, Afganistan, tutto il Mar Cinese Meridionale e nei paesi asiatici dove già l'influenza cinese è molto forte. Tutti cigni neri che convergono in maniera potente a creare i presupposti per la tempesta perfetta. L'insieme di queste debolezze, potrebbero facilmente deflagrare alla minima scintilla nelle zone più delicate e sensibili, in Ukraina per esempio, di certo il punto al momento più critico, nel Kazakistan o in Bielorussia. Basterebbe che la Cina per distogliere l'attenzione dai problemi interni, Hong Kong, Uiguri e pandemia che continua ad obbligare a lockdown per decine dimilioni di persone, decidesse ad esempio, di prendersi finalmente Taiwan o la Russia procedesse ad una invasione dell'Ukraina, non in maniera strisciante, ma decisa e con un bel po' di bombe e di morti, tanto per motivare i propri sudditi dai problemi interni, per scatenare una potente reazione americana, che sembra non aspettare altro per intervenire, anzi scalda le polveri e gonfia il petto oltre ad inviare contractors. A questo punto liberi tutti e via ai missili e chi se ne frega di inflazione e posti di lavoro, bisognerà solo cercare rifugio dalle bombe atomiche e dai gas nervini e a questo punto, nuovamente, io speriamo che me la cavo. Per l'economia magari ne parliamo domani.
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2 commenti:
Buon pomeriggio!
uhmm... ai tempi dell'inizio del covid , avendo moglie cinese, feci scorta di 15 kg di riso e altra roba in previsione delle allucinanti code ai supermercati.
Se inizio ora con 1000 euro di riso ne compro una tonnellata e sto bene per qualche anno....speriamo di no.
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