Cap. 180
Gofurat è uno grande reame, e ànno re e linguaggio per loro. In questo paese si à pepe e gengiove (zenzero) assai e bambagia (cotone). Ancora non mangiano né animale, né uccello perché dicono che ànno un'anima. E non ucciderebbero niuno animale di mondo, né pulci, nè pidocchi, onde sarebbe peccato. Elli dormono ignudi su la terra né non tengono nulla né sotto, né addosso e tutto l'anno digiunano e no mangiano altro che pane ed acqua.
Questa è la terra del trionfo del Jainismo con la sua fede forte e decisa nei divieti correlati al rispetto di qualunque forma di vita. Così, non si può non rimanere stupiti anche da quelle che noi possiamo reputare esagerazioni. Era quasi sera quando lasciavo le cupole rosate dei diecimila templi sparsi sulla sommità delle colline, una frastagliata sequenza di cupole, di pinnacoli, di ogive indicanti il cielo greve di nuvole monsoniche da cui sprazzi di rosso carico manifestavano prepotenti, il desiderio di vivere del sole al tramonto. All'interno decine di sacerdoti con una pezzuola sulla bocca per non inghiottire e quindi uccidere microbi, scopavano il selciato davanti a loro prima di uscire per non correre il rischio di calpestare qualche scarafaggio. Una vita attenta e all'apparenza pura e non solo sul versante dell'alimentazione.
Cap. 173
E le donzelle portano da mangiare a questi idoli ove sono oferte; e pongono la tavola dinanzi a l'idolo e pongovi suso vivande e lasciavi stare una grande pezza , tuttavia le pulzelle cantando e ballando per la casa. Quando ànno fatto questo dicono che lo spirito de l'idolo à mangiato tutto il sottile de la vivanda, lo ripongono e vànnosine. Ancora vi dico che elli ànno loro aregolati (sacerdoti), che guardano l'idoli. Ora li vogliono provare s'egli sono bene onesti, e mandano loro per le pulcelle che sono offerte all'idoli e fannoli toccare a loro in più parte del corpo ed istare con loro in sollazzi; e se 'l loro vembro si muta o si rizza, sì 'l mandano via e dicono che non è onesto e non vogliono tenere all'idolo uomo lusurioso; se 'l vembro non si muta, sì 'l tengono a servire nel munistero.
Tempi duri per i monaci del tempo e grande varietà di compiti per le inservienti. E' probabile che molti sacerdoti non abbiano superato le dure prove a cui erano sottoposti, tanto è vero che oggi, la regola prevede che nei templi Jainisti, le funzioni religiose siano svolte da sacerdoti di fede induista, ma di specchiata moralità naturalmente. Quando vi capiterà di visitare qualcuno di questi templi, ricordatevi di portare con voi una corda o una cinta di stoffa. Il divieto di usare cinghie di cuoio all'interno dell'edificio, potrebbe provocarvi difficoltà nel tener su i pantaloni e trovarsi di colpo in mutande davanti all'altare di Gomateswara, potrebbe essere interpretato come una imperdonabile mancanza di rispetto e da queste parti sono ancora piuttosto severi al riguardo.
Refoli spiranti da: Marco Polo - Milione - Ed.Garzanti S.p.A. 1982
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3 commenti:
Grande fascino, anche a Palitana, che mi ero perso.
Buondì
Cristiana
Davvero curiose queste abitudini sacerdotali tra il religioso e l'erotico.
@Cri - Palitana è davvero un posto magico , se riesci ad arrivare in cima agli 8000 scalini !!!!
@Ambra - Magari si potrebbero estendere anche ad altri cleri...
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