martedì 31 maggio 2011

Cronache di Surakhis 38: Correre ai ripari.

Una batosta del genere, qualche mese prima, Paularius non se la sarebbe certo aspettata. Tutto sembrava andare per il meglio, erano state approvate importanti riforme, abolite tutte le spese improduttive falsamente sociali, quali pensioni, sanità, scuole ed altre inutili scemenze che divoravano i bilanci dello stato imperiale. Chi si permetteva di nominare una qualsivoglia attività kulturale veniva immediatamente consegnato alle banche degli organi e anche la pesante crisi economica che non dava segno di cedere in tutta la galassia, in fondo non aveva dato conseguenze negative, anzi in molti casi c'erano state ricadute interessanti. La mancanza di lavoro aveva permesso l'eliminazione fisica di milioni di schiavi ormai diventati inutili bocche da sfamare e altri milioni di cittadini, rimasti giustamente privi di reddito avevano dovuto consegnare qualche figlio mangia a ufo ai commercianti di organi o le figlie migliori ai templi della gioia le cui tariffe per le prestazioni delle sacerdotesse erano quindi scese notevolmente ed erano diventate alla portata di tutti. Senza contare che col nuovo corso politico, alcune di queste, le più avvenenti e capaci avevano potuto ottenere addirittura un posto di rilievo nel gran consiglio dell'imperatore che si teneva ormai solo più nel suo postribolo privato.

Poi, scioccamente, forse pensando di suscitare un moto di simpatia di cui non c'era assolutamente bisogno, invece di effettuare normali elezioni sulla base di sondaggi saggiamente pilotati, si era voluto fare una stupida tornata elettorale tradizionale, con voto universale e segreto. Paularius lo aveva detto di non correre rischi, così invece era accaduto l'irreparabile. Dalle grotte scavate nelle montagne di immondizia dove vivevano i Novigorodesi e nella capitale Città di mezzo, tutti, schiavi e liberi si erano tolti per protesta i contatori ad aria con cui si contava, regolandone correttamente l'afflusso, di controllare i riottosi; si erano rifiutati di pagare la giusta tassa sulla respirazione e avevano votato compatti per i candidati dell'opposizione, pur essendo stati nella quasi totalità decerebrati alla nascita per evitare complicazioni, tanto è stato provato che sia aracnidi che umanoidi lavorano ancora meglio senza cervello. La Gilda che sosteneva a prescindere il governo dopo aver ottenuto il decreto di libera caccia al clandestino, aveva ritenuto di mantenere consenso calcolando il numero degli iscritti alle scorribande notturne e valutando gli scalpi degli Andromediani che tutte le notti venivano sgozzati nelle downtown di Surakhis, invece anche i suoi voti erano calati inspiegabilmente e anche se, nello sballottaggio finale di recupero, avevano nascosto nelle cantine le Erinni Holywhat, che di solito venivano lasciate libere di svolazzare attorno alle sedi elettorali gettando guano infetto sulla testa dei votanti per meglio convincerli, il crollo nel conteggio finale non avrebbe potuto essere più devastante.

Così torme di aracnidi liberati dalle miniere e gli stessi umanoidi del pianeta ormai, venduti reni, occhi e parti di fegato per sopravvivere o privi di narici che avevano nella maggior parte eliminato per sopportare la puzza delle città scavate nei rifiuti o delle centrali a merda che le circondavano, avevano votato nella direzione sbagliata, provocando un vero e proprio maremoto. In qualche modo bisognava provvedere. L'imperatore aveva nove vite come i felini di Altair e non avrebbe certo mollato così facilmente. Intanto bisognava far saltare un po' di teste colpevoli dell'insuccesso; i candidati perdenti sarebbero stati sacrificati nel Circus Maximus Mediaticus dandoli in pasto ai Divoratores, scelti tra gli stessi insettoidi loro seguaci, bramosi di prenderne il posto. Poi sarebbe bastata qualche promessa, come la disponibilità a tutti di accedere gratuitamente ai templi delle Multilinguate di Horus e nuovi concorsi per tutte le femmine con possibilità garantita di accedere all' mperiale talamo, infine l'abolizione di tutte le tasse anche se questa era una promessa ormai un po' consunta e troppo abusata. Per cominciare, dopo un paio di ore Paularius ricevette un gruppo di Questuantes a cui promise un centinaio di nuovi ministeri in cambio dell'appoggio e questi se ne andarono contenti poco dopo. Nell'aria fetida rimasero solo i flussi azzurrognoli di mercaptani che i loro orifizi rilasciavano scoppiettando quando volevano mostrare grande soddisfazione.


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4 commenti:

Unknown ha detto...

Semplicemente FANTASTICO!
Cristiana

Ambra ha detto...

La tua fantasia non ha limiti. La tua capacità di affabulazione neanche. Bravissimo.

Enrico Bo ha detto...

@Cri - Infatti fantastico.

@Ambra - Mica tanto fantasia...

Sandra M. ha detto...

Gustosissima lettura!!!

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