giovedì 26 maggio 2011

Eventi inattesi.

Ohibò, a volte accadono cose che neppure la più fervida immaginazione avrebbe potuto prevedere. Ci sono schiere di analisti, di esperti, di gente capace a valutare il cosiddetto sentiment del panel di indagine, che poi pontificano e fanno le loro previsioni in linea con quanto deve per forza accadere, poi invece succedono fatti che provocano sorprese davvero incredibili. Calma, calma, che avete capito, niente post politico oggi, abbiate pazienza ancora qualche giorno; a me delle cose importanti piace ragionare a bocce ferme, magari dopo averle fatte decantare un po' prima di ragionarci sopra. Sto parlando invece di un fatto che non solo mi ha sorpreso al punto da mettermi in difficoltà nel commentarlo, vedete infatti come la prendo alla larga, ma che mi ha rovesciato una convinzione che ritenevo sicura e conclamata come il fumo per i turchi o il razzismo nel Canton Ticino. Ma veniamo al punto senza più menare il can per la spiaggia. Sono sempre stato convinto che la benemerita nascita di molte case editrici come Boopen per autori cosiddetti a proprie spese (adesso vengono chiamati self per nobilitare la cosa) sia una strepitosa idea di business che le nuove tecnologie del web hanno prodotto, aprendo un colossale mercato nell'asfittico mondo dell'editoria italiana, dove, se è verissimo che nessuno legge, è altrettanto vero che esiste uno sterminato numero di aspiranti autori che scrivono, scrivono montagne di cose inutili che un tempo sarebbero rimaste manoscritte, tristi e neglette ad ammuffire nei cassetti.

Questi nuovi sistemi consentono invece di pubblicare virtualmente qualunque cosa e di arricchire i cataloghi virtuali delle suddette editrici, certe che poi ognuno degli orgogliosi aspiranti letterati acquisterà qualche decina di copie da regalare tronfio a parenti e amici che, nascosti a stento i sorrisetti di compatimento, attenderanno che il detto si sia tolto dalla vista per infilare, nella migliore delle ipotesi in qualche tiroir, l'opera lungamente ponderata, quando non direttamente nel cassonetto, non essendo neppure possibile riciclarla. Quelle povere pagine non avranno nella generalità dei casi alcuna probabilità di essere lette da qualcuno, basteranno i grandi attestati di stima e di approvazione che non si negano a nessuno. Il responsabile di tanto imbarazzo, se mantiene un barlume di intelligenza non andrà mai ad indagare con domande specifiche negli incontri successivi, se non vorrà ottenere tortuosi giri di parole e disperati tentativi di uscire dalle panie in cui l'interrogato si è improvvidamente cacciato da solo. Poi passerà un po' di tempo e rimarranno due o tre copie che il maldestro non è riuscito a regalare a nessuno e che faranno da testimonianza imperitura della sua sciocca presunzione. Una cosa è comunque certa e innegabile, comunque ben prevista dagli esperti di cui vi dicevo e che, quindi hanno modulato il meccanismo per farlo comunque essere un grosso guadagno per la casa editrice: che di queste opere, sebbene diligentemente esposte nel sito prescelto e disperatamente propagandate tramite tutti gli account dei social network di cui l'aspirante si serve, non se ne venderà mai una copia.

Chi mai infatti vorrà tirar fuori qualche euro, gravato inoltre da pesanti spese di spedizione per ritrovarsi tra le mani altra inutile carta priva di valore e contenuti validi, quando si fatica già ad acquistare roba di autori interessanti e conosciuti. E' tragico destino scolpito nel marmo, per lo meno si evita lo sperpero di mandare al macero le copie inutilmente stampate, dove un tempo gli "autori a proprie spese", come ricorda Eco nel Pendolo, vedevano ingloriosamente finire la cifra irrazionalmente investita per conquistare l'impossibile immortalità. Perchè tutta questa chiacchierata? perché è accaduta appunto quella cosa impossibile ed imprevista che non avrebbe mai potuto accadere. Ebbene, sì! Qualcuno, un incredibile Innominato,  ha acquistato una copia del mio libro, nel senso che ha tirato fuori denaro reale per trasformare l'immagine virtuale del Vento dell'Est in un volume vero. Questa cosa mi ha lasciato davvero incredulo ed emozionato, come per quegli accadimenti che neppure si immaginano come possibili. Però, ragazzi, se uno vende un libro, una copia dico, non andate subito a sindacare che a causa del numero ancora un po' basso, forse non riuscirà ad entrare nelle classifiche di vendite del mese, ma deve essere considerato a pieno titolo uno scrittore, non ci sono santi. Ci sarà un circolo degli scrittori in cui essere degnamente accolto da queste parti o toccherà aspettare un invito dall'Accademie Française?


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14 commenti:

Ambra ha detto...

Intanto complimenti per la vendita! Poi bisogna vedere da quanto sei online col tuo libro. E infine non solo la gente non legge, ma quando legge la maggioranza sceglie romanzetti o le stupidaggini più attraenti. E ancora, sono certa che nel giro di pochi anni autori oggi ben conosciuti spariranno nel nulla.

Adriano Maini ha detto...

Superba sagacia, la tua! P.S. Si può fare qualcosa per togliere il codice sbarra-commenti?

Enrico Bo ha detto...

@Ambra - Grazie sono molto orgoglione!

@Adri - Non sono capace. Tu sai dirmi come si fa?

Dottordivago ha detto...

Complimenti vivissimi dal Dottordivago e da tutti i Pandisti

Angelo azzurro ha detto...

Dai, enrì! dai tempo al tempo, vedrai che dopo l'uno ariiva il due, poi il tre, il quattro, il cinque....
al millionesimo facciamo una festa!! :O))

il monticiano ha detto...

Come dire ai speranzosi aspiranti scrittori "Lasciate ogni speranza voi che scrivete".

Nou ha detto...

Secondo me hai possibilità di sviluppo...delle vendite. Sicuramente il tuo è un libro interessante e quando se ne accorgerà anche qualche "santone" della critica letteraria avrai delle belle soddisfazioni a mio modesto parere.
Complimenti!

Enrico Bo ha detto...

@Doc - evviva i panda!

@Angy - Non esageriamo , il successo editoriale è già andato oltre il previsto.

@Monty - mai disperare.

Enrico Bo ha detto...

@Nou - Grazie , ma mi va già bene così

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Se non ci fosse stato uno scambio brevi manu con il mio, il tuo libro l'avrei comprato. Considerami tra gli acquirenti. Per quello che ho leggiucchiato qua e là (o che conoscevo dal blog) i complimenti di chi mi ha preceduto sono strameritati.

nina ha detto...

Avevo capito subito che parlavi del libro, anche se l'hai presa alla lontana. Capisco la soddisfazione.
Io facevo parte di un gruppo teatrale anni fa, ed ho sperimentato serate in cui il pubblico non superava la decina di spettatori: ma era pur sempre pubblico pagante e non era raro che proprio in quelle riuscissimo a dare il meglio!

le mie congratulazioni con viva considerazione
Nina

Enrico Bo ha detto...

@Pop - Grazie, ma per fortuna, sono ancora in grado di riconoscere i miei limiti.

@Nina - Grazie anche a te. Hai ragione, proprio il fatto che ci sia anche una sola persona che ha tirato fuori del grano, ti responsabilizza e un poco spaurisce. Cerchi certo di dare il meglio, ma, ragazzi, non si può cavare il sangue dalle rape.

Anonimo ha detto...

Due consigli: crea una versione elettronica. La puoi fare su lulu.com. E' più facile da ottenere, costa meno e di più facile fruizione.
Spedisci delle copie a qualche blog o sito che si occupi di viaggi. Hai bisogno di recensioni di amici che possano linkare al tuo blog. E poi c'è anche il passaparola: per queste cose ci vuole tempo e un po' di marketing sul web! :D
Purtroppo al momento sono squattrinato ma fin dal giorno in cui hai pubblicizzato l'uscita del tuo libro sono sempre stato propenso ad acquistarlo perché conosco bene i tuoi scritti.

Enrico Bo ha detto...

@Fabri - Grazie carissimo. Non posso farne una versione eBook, perchè lpeditric eBoopen, che evidentemente ha subito capito la mia immensa potenzialità di vendita, ti fa firmare un contratto capestro vincolante per 5 anni. ;-)

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