lunedì 25 luglio 2011

Il seme dell'odio.

Diceva un tizio che prima di aprire la bocca e dare fiato, bisogna aspettare un attimo, perlomeno attaccare la spina al cervello, cosa che richiede sempre un po' di tempo, quello necessario tanto per capire come stanno le cose e magari ragionare in maniera un po' più lucida e non stravolta dall'emozionalità dei fatti. Certo, chi può non essere colpito dalla vampata di violenza di Oslo, dalla furia cieca ed insensata, quella che solo l'odio puro sa generare fino alle sue estreme conseguenze? E' un difetto genetico incistato nella nostra specie, questo male oscuro che cova in tanti di noi, che sta lì acquattato e silente, pronto a ravvivarsi ed esplodere. Basta poco, è sufficiente rinfocolarlo man mano con parole suadenti, con teoremi basati su fatti concreti ma volti a dimostrare la correttezza e la necessità della volgarità e dell'egoismo insensato, naturalmente volto a difendere, a proteggere il nostro, il particulare. Disprezzare con scherno il vivere civile, etichettandolo con qualche neologismo d'accatto, ad esempio il buonismo, con cui ci si può gigioneggiando riempire la bocca, e tutto si giustifica, anzi si colora di necessario. E la cellula maligna dell'odio cresce, prende vigore e si fa mostro e, come una metastasi, infetta la società sana e si ramifica qua e là conducendo l'intero corpo verso la fine. 

Così anche lassù, l'estremo nord in cui tutto è sereno e tranquillo, ricco ed efficiente, scopriamo la presenza di nuclei malati e pericolosi, che naturalmente già si conoscevano, ma le grancasse di chi in fondo li sostiene e di coloro che si nutrono dell'odio come di una ambrosia, sottovalutano interessatamente, che ben altri sono i problemi, anzi in fondo questi sono dalla nostra parte. Ecco, come riporta La Stampa, l'intervista a botta calda del famoso politologo Stale Ulriksen. "Dopo gli attentati islamici a Stoccolma e a Copenhagen era naturale che sarebbero arrivati anche qui. Inoltre AlQaeda ha più volte indicato i nostri governi come una minaccia per il mondo islamico". E alla richiesta se potesse esserci una matrice politica interna : "Sarei molto sorpreso. Il binomio violenza-politica qui non si è mai affermato. Siamo un paese tranquillo". Certo un paese che conta circa 20.000 simpatizzanti per movimenti neo-nazi che in queste ore stanno scatenando sul web una furia di inneggiamenti all'attentatore, un paese con un fortissimo partito nazionalista, anche se non forte come quello della vicina Svezia o come la Finlandia di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi. Tutti sapevano già tutto. La famosa scrittrice Anne Holt sebbene dica che è bene aspettare che polizia faccia il proprio lavoro, poi sbotta:"Vuole che dica quello che penso? Tutto porta a concludere che sia un attacco islamista e ci sono molte buone ragioni intorno a cui riflettere". 

Riflettere, questo è il punto, questa è la difficoltà. Nessuno che vuol fermarsi un attimo a riflettere sul punto del seme di odio che viene seminato proprio dal pensiero religioso come categoria. Perché è proprio la fede, l'assenza del dubbio, difetto vituperato e non ammesso, la certezza di essere nel giusto che dipinge chi non la pensa come te come un nemico pericoloso da eliminare, quello che fa, nascere all'interno di ogni pensiero trascendente lo steccato fondamentalista che si deve preparare alla distruzione dell'altro. Anche in paesi apparentemente avanzati e sereni, dove la ragione sembrerebbe trionfare, anche qui la parte peggiore del clericalismo si muta in difesa della razza o dell'identità culturale o di qualunque altra forma che permetta la genesi di altro odio, in quelle persone , molte purtroppo che probabilmente per prima cosa odiano sé stesse. Così il fatto che in Giordania sia stata dedicata una moschea a Gesù, ha fatto subito storcere il naso a molti ambienti cattolici, perché qui se no si finisce con avallare il relativismo e poi dove andiamo a finire. Certo ci vuole anche chi ci soffia sopra al fuocherello, chi non aspetta altro per farlo diventare fuoco pieno e poi incendio devastante, sono sufficienti anche le copertine dei giornali , anche se poi magari basta aspettare di sentire i fatti e vieni obbligato a ritirarle precipitosamente e a rifare tutti gli articoli interni (anche se poi il giorno dopo ospiti un articolo di Magdi Allam, una vera perla da non perdere).



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5 commenti:

Unknown ha detto...

Magdi Allam si è 'cristianizzato' da poco tempo, ed evidentemente non sa delle crociate e dell'inquisizione eccecc..
Cristiana

il monticiano ha detto...

Invece, come giustamente afferma Cristiana nel suo post, bisogna adottare la politica del silenzio in modo che giornalacci come quello da te postato non scriva fregnacce.

Anonimo ha detto...

una chicca l'articolo. la sua opinione finale poi... ho perso un po' di tempo a leggere i commenti, per fortuna il giornale ha lettori piu' seri dei suoi giornalisti

Anonimo ha detto...

quello non è un giornale, è feccia, spazzatura, idem magdi "cristiano".... allam e il suo tromboneggiare razzista
Mariu

Enrico Bo ha detto...

@Cri - e anche di tante altre cose, mi sembra, incluso il significato di essere cristiano.

@Monty - In effetti sarebbe bene non fare pubblicità al peggio, ma io non so resistere.

@Maal - meglio ancora quello di Feltri, l'ho visto solo dopo.

@Mariù - Siamo circondati dai Borghezi!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!