lunedì 11 luglio 2011

Jǐ.

Questo è uno caratteri base che vengono utilizzati per costruire tutti i più complessi ideogrammi cinesi. significa "personale, proprio" ed ha una origine curiosa. Infatti i semplici tratti orizzontali e verticali che lo costituiscono raffigurano la trama e l'ordito del telaio e lo svolazzo finale, la spoletta che collegata al filo si muove ritmicamente a costruire la tela. Perché questo significato? In quanto, come ricorderete dal film Gandhi, in oriente, filare una stoffa è un compito di cui ognuno si deve far carico per sé stesso, allo stesso tempo dovere e passatempo assolutamente personale, un po' come da noi certe signore di un tempo erano sempre alle prese con l'uncinetto mentre si chiacchierava. Ognuno dunque doveva provvedere a tessere il proprio personale pezzo di stoffa che veniva utilizzato come asciugamano multiuso. Ma anche quando si unisce ad altri caratteri produce un significato in cui questa sfumatura rimane a meglio illustrare il termine. Ad esempio unita al segno di "parola" abbiamo Jì -  记  raccontare, sapere a memoria - e cosa c'è di più personale che il racconto di una storia pescata tra i propri ricordi. 

E' proprio lo stesso fascino che mi prende in questo spazio e mi incita a guardare il mio passato e narrare. Ancora anteponendogli il segno di donna, abbiamo Fei - 妃 - che significa concubina imperiale, una donna tra le altre decine che passava la maggior parte del tempo al telaio in attesa della sospirata chiamata per allietare una notte dell'imperatore, oppure figurativamente il tempo lo passava a tessere trame in quel covo di serpi che doveva essere l'harem imperiale. Immaginatevi un po' un centinaio di donne rinchiuse in un palazzo in attesa dello stesso uomo! Se ci invece scriviamo sotto l'altro, il ben noto segno di Cuore, che si usa in tutte le notazioni di sentimenti, abbiamo Jì - 忌 - Geloso, la posizione di chi vede solo trame sulle sue spalle. Ancora anteponendo il segno di Seta, abbiamo Jì -   Combinare matrimoni, facendo riferimento ad una poetica espressione secondo la quale, questa antica professione era descritta come "colui che annoda i fili di seta". Come sempre in questa cultura tutto viene sottinteso e deve fare parte di una armonia globale, tutto deve essere poesia e quanto invece è sgradevole e fastidioso, non deve essere evidenziato, ma se possibile nascosto, facendo finta che non esista a partire da chi contesta o non è d'accordo o segnala i problemi.

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5 commenti:

il monticiano ha detto...

Perbacco che post istruttivo e meraviglioso insieme.
I miei più sinceri complimenti.

Unknown ha detto...

Bello, quasi una favola!
Senti Enrico, quanti ideogrammi si devono conoscere per poter scrivere bene, con dovizia di particolari,come fai tu?!?
Cristiana

Enrico Bo ha detto...

@Monty - Grazie , se ne impara una nuova tutti i giorni.

@Cri - Con 2000 si legge il giornale, un laureato ne legge 10.000, più quelli specifici del suo lavoro (medico, avvocato, ecc)Io ne so un 200 circa, ma ho un libro dove vado a pescare (ehehehehe), poi c'è un bel sito-dizionario su internet.

Kylie ha detto...

Non conoscevo tutto questo. Davvero interessante. Ho appena visto con piacere il film il Ventaglio Segreto e me lo hai ricordato.

Buona giornata!

Enrico Bo ha detto...

@Kylie - infatti l'ho inserito nei film da vedere, se ci riesco, il trailer mi ha molto intrigato.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!