giovedì 7 luglio 2011

Cronache di Surakhis 40: Un'altra manovra di soli tagli.

Volevo scrivere un bel pezzo oggi, poi mi sono accorto che lo avevo già fatto una volta, deve essere un argomento ripetitivo, ma si sa l'anziano difetta di memoria e io, Paularius di Surakhis, ormai ho più di 300 anni, anzi non ricordo nemmeno più bene quando dovrò andare a fare il restyling fisiologico, così per i miei nuovi lettori, vi ripropongo quanto già scritto un ciclo fa. Mi sono accordo che non è neppure necessaria l'attualizzazione.

Sacrifici, sacrifici. Questa parola continuava a martellare la testa di Albertus, pulsava con ferocia, facendogli gonfiare le vene sulle tempie ormai coperte di rada peluria grigia. Ma non c'era più niente da fare, inutile disperarsi, ormai il decreto sui tagli era stato promulgato e le conseguenze non si sarebbero fatte aspettare a lungo. Certo avevano dovuto togliere un codicillo, infilato, più che altro per fare un piacerino, ma la sostanza era quella. Non c'era altra scelta che la fuga. Aveva preparato a lungo un piano, quando le voci sempre più frequenti e minacciose che andavano a scalfire la dura crosta di ottimismo che l'Imperatore sbandierava da mesi, erano diventate un tam tam generalizzato; adesso era ora di metterlo in pratica. Poche ore prima, tutti gli schermi olovisivi avevano mandato in onda a reti unificate il dibattito parlamentare in cui il Gran Ciambellano aveva esposto i punti chiave della Manovra. L'esposizione dettagliata dei provvedimenti con la pedissequa elencazione dei tagli necessari e previsti era durata poco più di mezz'ora. Twoseas parlava con voce bassa e monotona, senza usare mai la parola "sacrifici" come era stato precisamente imposto dal Lungocrinito, sarebbe stata di cattivo auspicio secondo gli aruspici sacri e avrebbe avuto un impatto negativo sul morale della popolazione.

Tagli, tagli ed ancora tagli. Su questo soprattutto si basava il perno del provvedimento e tutti avrebbero dovuto dare il proprio contributo, anche i membri del governo e i loro sodali nella giusta misura. Appena terminata l'esposizione, dai banchi dell'opposizione si era alzata qualche timida mano, ma le telecamere avevano subito zoomato sul viso serio del Ciambellano che stringeva ancora di più le fessure quasi chiuse sotto i suoi strumenti di visione spessi e antiquati. Era stato necessario vaporizzare solo tre deputati che insistevano per parlare e in pochi minuti si era passati a discutere del più importante provvedimento che avrebbe abolito la comunicazione verbale e scritta che non fosse di argomento sportivo e dio solo sa quanto ci sarebbe stato da parlare col Campionato universale di palla quadra che stava per cominciare. Albertus aveva preso subito la sacca che, preparata da giorni, stava nella parte posteriore del suo cubicolo al di fuori dell'occhio della telecamera principale, ed era uscito velocemente nella notte aggiustandosi alla meglio la maschera di respirazione sul volto. Non sentiva neanche le zaffate di puzza che la centrale a merda rilasciava in maniera copiosa durante le ore notturne. Raggiunse il bosco in fretta nonostante la sua menomazione. Se avesse continuato con quel ritmo avrebbe raggiunto il confine con le Badlands prima del sorgere della terza luna e sarebbe stato salvo.

Nessuno lo avrebbe cercato laggiù. Si tolse la maschera respirando profondamente sotto gli alberi, gli effluvi della centrale non si avvertivano quasi più. Si sedette soltanto un poco, si ripromise, per riposarsi e chiuse per un attimo l'ultimo occhio che gli era rimasto. I sardar spuntarono come per magia tra i grandi tronchi neri e gli gettarono addosso la rete a induzione che lo immobilizzò all'istante. Non riuscì neppure a piangere mentre lo riportavano al centro di prelievo. Non lo consolava più di tanto il fatto che questa volta i Tagli sarebbero stati generalizzati, che ognuno avrebbe dovuto contribuire secondo le sue capacità e secondo la sua posizione. Come dettato con precisione dalla Manovra, i Tagli questa volta sarebbero stati rivolti a tutti. Ma Albertus non si faceva illusioni, sapeva bene che a lui avrebbero tagliato anche l'altra gamba, con la scusa che così sarebbe stato più bilanciato, mentre i giornali riportavano in prima pagina che a tutti gli esponenti politici sarebbero state soltanto tagliate tutte le unghie anche se per i dodecapodi non era uno scherzo, come aveva sottolineato il ministro della Funzione Pubblica, ripreso in un video mentre inaugurava un nuovo centro di sodomizzazione sociale. Niente mani nelle tasche dei contribuenti, aveva ricordato il Ciambellano che amava ripetere il mantra ormai entrato nell'uso, per effettuare le ablazioni testicolari di soppiatto come in passato, tutti tagli alla luce del sole. Non piangeva più Albertus mentre stava ormai nudo sul tavolo dei sacrifici; aveva capito che era stata Sylvia a denunciarlo durante il servizio obbligatorio settimanale di escort che rendeva alla locale sede di massaggi del partito. Le luci delle lampade si fecero più forti, quasi accecanti mentre le lame sottili degli agenti del fisco si avvicinavano asettiche.


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5 commenti:

Martino ha detto...

Ahiaaaa!

Barni ha detto...

Letto questo pezzo, i quattro sacrificetti che ci vengono imposti sembrano quasi un piacere...
Grazie, Enrico, che riesci a fare anche di questi miracoli!

Adriano Maini ha detto...

Tra le tante cose da dire, sottolineo la patrimoniale mascherata da 150 euro sechi di prelievo, che colpirà i piccoli risparmiatori e farà un baffo ai soliti ricconi ...

Ambra ha detto...

Questo tuo post è fantastico. Così bella e colorita questa tua rappresentazione dei tagli che ci vengono imposti, da desiderarli spasmodicamente.
Poveri noi, i soliti tagliati.

Enrico Bo ha detto...

@Mart - lo so fa male ma se serve per il bene comune si deve accettare anche l'ablazione testicolare, almeno poi non ti girano.

@Barni - Il bello deve ancora venire, lacrime e sangue in tutti i sensi!

@Adri - 320 , mio caro.

@Ambra - è la sindrome di Stoccolma.

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