domenica 11 novembre 2018

Oman 14 - L'isola di Masirah


Duna

Mappa dell'isola
Alla fine si è deciso per il traghetto dei ricchi, visto che il pontone low cost era pieno a metà e fino a quando non si riempie completamente, come vi ho detto, non c'è trippa per gatti, si aspetta. Seduti comodamente sulle poltrone della zona passeggeri, tra signore coperte di nero e mascherina allegata, la linea orizzontale e bassa dell'isola che si avvicina sembra essere una delle tante lingue di terra appena fuori della costa. Ma l'isola di Masirah è del tutto particolare, nota già da secoli ai grandi viaggiatori. Ecco cosa ne racconta Ibn Battuta, passato da queste parti poco dopo Marco Polo, 700 anni fa: - Da Hasik (nel Dhofar) navigammo con forti venti fino a Masirah, dove la poca gente che la abita mangia solo pesci e cormorani. - Infatti questa isola lunga una quarantina di chilometri ed assolutamente desertica, come la costa che la fronteggia, è sempre stata quasi completamente spopolata, tranne pochi pescatori che dovevano accontentarsi di ciò che offriva il mare, visto che a terra non sopravvivono neppure rade palme, che agonizzerebbero per mancanza di acqua. Oggi che ospita una base militare, c'è sulla punta nord un paesotto di quasi 5000 abitanti, ma per il resto puoi percorrere il periplo completo dell'isola sulla inutile strada che lo completa senza incontrare assolutamente nessuno. La classica isola deserta insomma della quale poter apprezzare le qualità e le privazioni.

Il traghetto della mutua
Siamo arrivati al calar della sera e intanto bisogna andare a cercare un elettrauto per controllare un problemino ad una delle due macchine e già qui il rimando da uno all'altro è piuttosto divertente. Nessuno, d'acchito, sa metterci le mani, in realtà quando si tratta di elettronica e queste macchine moderne e complicate sono una vera iattura per chi è abituato a sporcarsi le unghie col grasso delle officine. La lasciamo in ostaggio a quello che viene spacciato per il meglio e si vedrà domani. Intanto andiamo a prendere possesso delle camere in un albergotto appena costruito, al centro del paese che testimonia di come ormai la gente vada dappertutto, anche nei luoghi più sperduti, anche se adesso il neo hotel risulta quasi completamente deserto al pari del resto dell'isola. In realtà il paese, che è cresciuto soprattutto grazie alla base e alle nuove attività di pesca, ed il centro, costituito dalla via principale che lo attraversa, è abbastanza vivace con negozi e attività varie, tra le quali appunto due o tre fabbriche del ghiaccio, legate alla conservazione del pescato, di cui approfitteremo domani per riempire la nostra borsa frigorifero. Come in tutto il resto dell'Oman anche qui, le costruzioni sono tutte recenti, nessuna ha più di venti anni e quindi la sensazione generale è di un luogo ancora pulito e funzionante, senza viuzze antiche e maleodoranti, proprie dei paesi di lunga tradizione.

Duwwah, l'abitato di Masirah
Le ragazze intanto vanno a fare un giro per negozi a caccia delle solite creme miracolose che facciano sparire rughe e acciacchi vari, prodotte dovunque, con grande successo, sfruttando la brama femminile per l'eterna giovinezza estetica. Qui ci sono piante esotiche di ogni tipo, mirra, incenso e chi più ne ha più ne metta. Come rinunciare; d'altra parte, se gli egizi ci mummificavano i corpi, vuol dire che un qualche effetto conservativo ce lo devono pur avere, non vi pare? I maschi invece, seguono Iapo, verso quella che lui definisce la vera esperienza mistica dell'isola, impossibile da perdere, il barbiere pakistano. Naturalmente lui è ben conosciuto, infatti viene accolto nel salone con grandi saluti e subito andiamo a prendere posto sulle poltrone del barbitonsore, che comincia la sua lunga e delicata operazione con una cura da delicato operatore orientale della bellezza, quale noi in effetti ci meritiamo. Tutto il viso,  fronte, spazi attorno agli occhi e soprattutto le roride e paffute gote del sottoscritto, vengono a lungo manipolate, vezzeggiate e schiaffeggiate, in un massaggio dai multiformi aspetti che mette la pelle nelle migliori condizioni per il trattamento, che viene effettuato successivamente con almeno cinque prodotti, lozioni, talchi differenti, dalle profumazioni leggere e non invasive, una per ogni diversa operazione. Poi si passa alla lama che rade con cura ogni pelo sporgente, incluso quello dei vari orifizi disponibili a vista, nari e orecchie intendo, ovviamente.

Dal barbiere filosofo
Poi ancora con l'uso di un filo si strappa l'ulteriore peluria disponibile si aggiustano le sopraccilie, infine si passa ad un massaggio completo della testa, sviluppato con una sorta di macchinetta martellatrice che agisce sul cuoio capelluto attraverso la mediazione della mano del sacerdote, che continua l'officio passando al collo ed alle spalle che distende con sapiente lavoro dei palmi e dei polpastrelli. Insomma un trattamento benessere di tutto rispetto e diciamolo pure di grande goduria. Poi un'ultima attenzione ai particolari delle varie rifiniture di barba, baffi e capelli. Ravviatura e pettinatura con spargimento di ulteriori prodotti, a volte spruzzati, altre soffiati, altri ancora aspersi con sapienza ed il lavoro è fatto, per un totale di 1 omani real, circa 2 euro. Bisogna che gliela racconti al mio tonsore abituale, questa esperienza da beauty farm. Ormai ho capito che bisogna avere fede assoluta in quanto propone Iapo, conoscitore globale del paese. Non puoi perderti una goduria del genere, suvvia, fatti non fummo a viver come bruti. In verità e per conoscenza eventuale del mio pubblico femminile, se no che blog di servizio sarebbe questo, il nostro pakistano offre i suoi apprezzatissimi servigi di massaggio, anche alle signore, che a mio parere ne trarrebbero sicuramente grande giovamento; tuttavia è bene precisare prima, che nel servizio è incluso obbligatoriamente un costante, previsto e sincero palpeggiamento delle tette, per cui astenersi contrarie e perditempo, nel senso sapevatelo prima.

Persa nel deserto
Comunque, tanto per cambiare è venuta l'ora della cena e qui c'è l'obbligo di provare un Indiano amico di Iapo, che fa una cucina "fusion", che si distacca abbastanza dai forti e a me sgraditi sentori del subcontinente, mediandoli con la dolcezza di questo paese. Una cucina tranquilla e non aggressiva che invita a non farsi prendere troppo dal panico e dalle angosce del vivere quotidiano, ma ad abbandonarsi a quelli che possono essere anche i piccoli piaceri che se cerchi con attenzione, trovi dappertutto. Dunque ecco arrivare seppie in umido, gamberoni ben torniti e straccetti di pollo con i classici e deliziosi paratha indiani caldi e croccanti, questi assolutamente interessanti e superiori ad altri provati qua e là. Un masala delicato e non aggressivo per le nostre esauste papille. Si mangia di gusto circondati dalle attenzioni degli astanti sempre volenterosi di ben figurare di fronte a chi arriva da lontano. Un cameriere sta parlando in videochat con la moglie in Kerala e ce la fa salutare, tanto per capire come è cambiato il mondo. Quando viene l'ora di andare a letto, ben pasciuti e bellissimi, l'aria della sera sembra quasi fresca. La notte è buia se appena calano le luci del paese e la stellata sopra di noi davvero esaltante. L'elettrauto ha già chiuso e domani è venerdì giorno di festa, per cui non si lavora. Speriamo bene. Le ragazze si sacrificano di nuovo e stanno sul cassone del pickup, sperando che la polizia non ci fermi perché non si potrebbe. L'albergo, in fondo è solo a poche centinaia di metri.

On the beach


SURVIVAL KIT

Sul traghetto
Serabis Hotel - Vicinissimo al porto di arrivo del traghetto ed anche al centro del paese. Sembrerebbe attualmente l'unico dell'isola o per lo meno uno dei pochissimi (ma Tripadvisor ne cita anche altri), la mia vecchia Lonely, non ne elenca nessuno e prevede per questa area solo campeggio libero. Essendo nuovissimo, camere belle ampie, pulite e con bagno ben funzionante. AC, acqua calda, e varie commodities. Personale gentilissimo. € 55 circa la doppia senza colazione. Buona base per poi partire alla scoperta dell'isola. 

Al Jazeera restaurant - Nella via centrale. gestito da indiani, ma con sapori più sfumati e cucina non troppo piccante. Il masala delle seppie e del pollo non è aggressivo e si usa poco chill e coriandolo (a me sgraditissimo). Eccellenti i paratha. Personale gentile, porzioni molto abbondanti.  12 OR in 7. Ci abbiamo fatto cena e colazione. Valido e consigliabile


Tramonto a Masirah

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