martedì 6 novembre 2018

Oman 10 - A pesca in barca

Delfini a Ras al Jinz

La jeep
Anche questa notte ho dormito il sonno del giusto. Bastano un paio di giorni per dimenticare quello che succede al tuo paese così lontano anche nella memoria, specialmente masticando una fetta (piccola) di torta di cocco e un paio di datterini che si sciolgono letteralmente in bocca. Alla 9:30, puntuale come una guardia svizzera arriva Grezzolo col suo pickup e andiamo alla spiaggia dove tra le altre troneggia la sua barca. Mi chiedo come farà a spingerla in acqua visto che peserà almeno una tonnellata. Facile, le barche si varano giù dalla riva sabbiosa, spingendole con la macchina stessa, abitudine evidentemente radicata nel tempo visto che, abbandonata sulla spiaggia c'è una vecchia jeep americana, residuato di guerra, ma che fornisce una bella sagoma fotografica. Prima invece sembra che per scendere in acqua si mettessero a spingere tutti quelli che si trovavano in giro da quelle parti. Si sa, i pescatori sono sempre solidali tra di loro. Con noi ci sono anche Michele e Roberta ai quali la carica di entusiasmo non fa difetto. Per fortuna l'onda non è forte anche se il mare non è proprio un olio, ma devo dire che più passano gli anni più il mio stomaco si rafforza, forse ne ho digerite tante che ormai non mi serve neanche più il Malox, figuriamoci la Xamamina. Pensate che quando ero ragazzo non potevo fare più di dieci minuti in macchina senza vomitare, addirittura stavo male in treno, cosa piuttosto rara; appena ci salivo sopra quell'odore di ferro sporco e di sedili di plastica vecchia, mi torcevano subito le budella e cominciava il calvario fino a quando non si arrivava. Che tempi! 

Tra i delfini
Adesso ci vogliono le foto dei ministri nudi su facebook per provocarmi il voltastomaco, per il resto evidentemente ho fatto il callo. Grezzolo è allegro ridacchia in continuazione, mentre la barca bordeggia lungo la costa, che, vista dal mare è uno spettacolo unico, con le rocce alte disegnate dal mare, alternate a calette e spiagge di sabbia lunghissime e assolutamente solitarie. Solo gabbiani e qualche airone dalle lunghe zampe in attesa della notte. Subito dopo la punta comincia la lunghissima distesa di Ras al Jinz, che comprende l'intero santuario delle tartarughe. Come ho già detto qui, ogni notte almeno un migliaio di giganti verdi risalgono con fatica la riva e passano almeno un paio d'ore a deporre prima di ridiscendere goffamente e sbuffando fino in mare. Di giorno, dall'acqua sono ben visibili le scie, una vicino all'altra come segni di barche varate in serie, lasciate sulla sabbia a centinaia da questi magnifici animali. Intanto, se vicino alla riva il colore dominante era un verde smeraldo nella cui trasparenza baluginavano i raggi di luce sulla sabbia del fondale, appena più in là tutto si muta in blu scuro, il colore vero del mare profondo. Grezzolo sembra interessarsi solo del motore e invece ha sempre il telefonino in mano. In realtà sta contattando i vari amici pescatori che sono al largo per cercare informazioni e segnalazioni. Di tanto in tanto incontriamo qualche altra barca. Con queste imbarcazioni piccole, tutti pescano con gli ami, per le reti ci vogliono i grandi dhow che incrociano al largo. 

Bellezze al bagno
Incrociamo la barca di Said, un altro amico che poi si allontana in fretta. La sagoma caratteristica si staglia contro l'orizzonte con la sua figura in piedi dritta e leggermente piegata in avanti per mantenere l'equilibrio, quasi parte integrante del mezzo stesso, con il corto lembo del turbante rosso che sventola per la velocità impressa dalla spinta del motore. Intanto Grezzolo ha voltato la barca con decisione verso una direzione precisa e ha messo il motore al massimo. Saltiamo sulle onde, lui ride, le ragazze mandano gridolini misti di paura ed eccitazione. Ad un certo punto si vede un ribollire di acqua tutto intorno, ecco dove stavamo andando. Di colpo, siamo completamente circondati da centinaia di delfini che saltano e si rincorrono tra le onde. E' uno spettacolo grandioso, da ogni parte vedi gobbe che emergono di colpo e poi si rituffano nell'acqua con curve eleganti, gruppi che fanno a gara nel compiere evoluzioni in sincrono o uno dietro l'altro quasi non volessero lasciarti un attimo senza spettacolo da ammirare, madri coi piccoli a fianco che ripetono l'esercizio. Un po' più lontano di tanto in tanto da soli o a coppie qualcuno salta completamente fuori dall'acqua e si avvita più volte nell'aria prima di sprofondare con un tonfo che solleva mille spruzzi. Il branco deve essere in caccia e si muove in una direzione precisa, noi con la barca lo seguiamo mantenendola stessa velocità e direzione. Ne siamo completamente circondati. In realtà siamo tutti a bocca aperta per l'inatteso spettacolo. Ogni tanto, poco davanti a noi il mare sembra friggere; è un banco di sardine che scorre in superficie per sfuggire alla mangianza, i delfini ci si buttano in mezzo a farne strage. 

Lampughe
E' il loro destino, a decine di migliaia, corrono le une vicino alle altre, seguendo la strategia che ha permesso alla specie di riuscire a salvarsi, fidando sul numero, molte verranno mangiate, ma le più si salveranno, più si è e maggiori sono le possibilità di sopravvivenza. Dura vita quella della sardina. I delfini invece hanno una strana curvatura attorno alla bocca, sembrano ridere soddisfatti, ma di certo è soltanto la nostra voglia di umanizzare gli animali, a farcela vedere. Gli adulti sono piuttosto grossi, oltre i due metri di lunghezza, potrebbero essere delfini comuni o indopacifici o anche stenelle, da queste parte ne vivono almeno una decina di specie diverse. Comunque lo spettacolo è davvero emozionante, continuiamo a seguirli almeno per un'altra mezz'oretta, non ti stancheresti mai di starci accanto. Poi allungano il passo se così si può dire e seguono verso il largo la loro caccia. Li lasciamo definitivamente e torniamo a riva in una piccola caletta solitaria, dove puoi arrivare soltanto dal mare, l'acqua è fresca, deliziosa, ti lambisce come una carezza lieve e amorevole. Un po' più difficile è risalire sulla barca, le murate sono alte e la scaletta di ferro impone comunque una agilità che l'anziano ha in parte perduto, purtroppo. Tornando al largo si butta giù l'amo, un grosso aggeggio a forma di pesciolino colorato con dei grossi uncini al fondo. Roberta butta il primo e dopo un attimo ecco che qualcosa ha morso. Tira, tira, tra grida di eccitazione e incitamenti vari ed ecco che salta sulla barca un tonnetto di 50 cm. Al secondo tentativo vien su una lampuga dai riflessi verdi di un bel metro di lunghezza. Serviranno per la cena di stasera. 

Tartarughe in accoppiamento
Qua pescare è facile, capisci come questa gente, pur essendo in numero limitato,  non abbia mai avuto grossi problemi alimentari. Prendiamoanche un bel marlin di ragguardevoli dimensioni. Lo capisci anche dal prezzo davvero minimo che ha il pesce al mercato, anche di qualità, in un paese dove tutto è abbastanza caro. Intanto siamo non lontani dalla grande spiaggia e buttando un occhio tra le onde noti distintamente decine di grandi tartarughe che vagano sotto di noi. Sono un grande spettacolo. Roberta e Michele si buttano in acqua subito, anche Grezzolo abbandona la barca e li segue. Chi ha potuto avere l'esperienza di nuotare assieme a questi giganti del mare, di toccarli mentre scivolano al tuo fianco, sa bene di che emozione si tratta. Qui ci sono le rare tartarughe verdi e anche le embricate, anche se di tanto in tanto arrivano anche le liuto. Comunque sia ce n'è una quantità esagerata, sembra che a Ras al Jinz, ci ne sia una delle maggiori concentrazioni al mondo e adesso sta cominciando la stagione di maggiore affollamento. Mentre stiamo guardandoci intorno ecco che emergono dall'acqua due teste avvicinate, sono due tartarughe in accoppiamento che vanno alla deriva portate dall'onda. Che spettacolo! Quandola riva si avvicina definitivamente e ti rendi conto che è finita, è dura e quasi non capisci l'ordine del capitano di tenersi forte. Poi la barca dirige la prua diretta verso la riva e il motore è spinto alla massima velocità. Ma cosa fa?! Grezzoloooooooooo! La barca plana sulla sabbia con un gran tonfo come in un parco giochi. Il pickup è lì che aspetta. Bisognerà rifarla questa esperienza. 


SURVIVAL KIT


Il marlin
Il giro coi pescatori è una delle attrazioni classiche dell'Oman. Credo che ogni paese, in particolare le zone turistiche, offrano questa possibilità. Da quanto vedo nelle offerte su internet e tripadvisor, in generale mi risulta che costi abbastanza. Qui a Ras al Jinz, si ha comunque la migliore opportunità certa di stare in mezzo alle tartarughe, frequentissimi i delfini, a volte c'è un passaggio di balene ma non questo ha particolari ricorrenze stagionali. A casa Oman ci si affida alle cure di Grezzolo per 10 OR a persona (minimo due persone) per una intera mattinata. Divertimento assicurato e gita imperdibile. Ulteriore chicca, il pescato te lo mangia cena.

Che goduria!


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:


Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!