venerdì 10 marzo 2023

Back home, sweet home

in volo

La sensazione è sempre la stessa, per lo meno da un po' di anni a questa parte, grande eccitazione, nella fase di progettazione di un viaggio, seguita dall'ansia durante i preparativi per la partenza ed infine il rilassamento della fine del viaggio, quando devi solo pensare a fare un bilancio delle aspettative realizzate o meno, che coincide con la piacevolezza, propria dell'anziano, del ritrovare le proprie routines, la propria comodità, il confortevole calore della propria casa, salvo poi dopo pochi giorni cominciare, almeno per noi addicted, a rimuginare nuovi sogni, idee, percorsi possibili. Una sorta di maledizione insomma, un up and down, alquanto bipolare a cui bisogna fare l'abitudine. Va beh, questo pistolotto, tanto per significare che a casa ci sono tornato, anche questa volta sano e salvo e che è venuto quindi il momento di elaborare l'esperienza a posteriori e esaminarne tutti gli aspetti, raccontarvi come sempre le mie sensazioni, le storie che mi sono portato a casa e che ti rimangono dentro, insomma quella che spesso è la parte più bella ed importante di un viaggio. Naturalmente ci sono anche tutte le incombenze pratiche che una volta erano pure divertenti e mi davano grande soddisfazione, come la sistemazione degli appunti e del materiale fotografico. Adesso tutto diventa una fatica in più, una cosa che si "deve" fare. Ma va bene lo stesso. Dunque eccomi qua, rimestando il mio calepino di appunti, tra qualche bigliettino con indirizzi vari ed altre memorabilia, che mi rivedo infagottato, che caldo non faceva, anche se l'inverno mite e troppo secco, ha mutato le sensazioni, a navigare di conserva verso l'ormai consueto parcheggio della Mariuccia, perso nella bassa milanese, tra nebbie e fumi di letame distribuito nei campi assetati. 

Le risaie del vercellese che si attraversano, sono secchi bacini spelacchiati, in attesa di una semina che non si sa se avverrà mai più e gli stocchi abbandonati dei campi di mais non sono meno tristi. Forse dobbiamo aspettarci davvero un cambio deciso delle colture padane, mi sa che presto ci ritroveremo circondati di gialli campi di girasole e di colza come nei ciernosiom dell'est europeo. Comunque questi pensieri se ne vanno via velocemente come il Freccia Rossa che sfila al fianco dell'autostrada frusciando via come un qualunque shinkanzen giapu e diventano spasmodica attesa non appena emergono dal nulla le torri della Malpensa, con il suo movimento affannato che contraddistingue sempre il lato partenze. Al piano di sotto, quello degli arrivi, invece, c'è la solita lenta e un po' triste andatura post coitum, che tutti i viaggiatori conoscono bene. Dall'affollamento che regna di sopra invece si vede bene come la gente, annichilita da tre anni di catene, non ne può più e la smania di viaggiare ha di certo condotto il settore a superare i numeri del precovid. Anche coi prezzi che circolano, perché sarà pur vero che le compagnie aeree hanno sofferto parecchio l'evento, ma adesso sinceramente, mi sembra che si stiano rifacendo con gli interessi, Il servizio è peggiorato decisamente e devi pagare anche l'aria che respiri, ma di questo magari parleremo dopo, affrontando direttamente l'argomento volo. 

Al momento godiamoci solo l'ambiente dell'aeroporto che come ho già detto più volte, trovo particolarmente eccitante. Che so, mi dà una sensazione di internazionalità affascinante, cosa che ha sempre avuto su di me fin dall'inizio, quando qui arrivavo per le prime volte, respirando un'aria a cui non ero stato abituato, pensate che la prima volta, non sapevo neanche che cosa fosse il check in e a momenti perdiamo l'aereo. Però l'esser circondato da tutta questa gente che si muove in ogni direzione, in cui riconosci almeno cinque o sei etnie, da cui senti almeno dieci lingue diverse e sconosciute, mi dà sempre questa bellissima sensazione di essere cittadino di un mondo senza frontiere, dove non avverti sbarre o divieti, e invece queste ci sono eccome e stanno diventando sempre più noiose ed impiccione, obbligandoti a sciorinare carte e documenti, a passare controlli sempre più severi anche se necessari. Adesso vedo che alla Malpensa hanno installato anche i controlli automatici dei passaporti, almeno non hai quella sgradevole sensazione di essere indagato da una faccia burbera che cerca di prenderti in fallo su qualcosa, caro il mio trafficante internazionale o di trovarti in deficit di qualche particolare che ti  impedirà di essere imbarcato. 

Per la verità io me ne starei anche seduto davanti al tabellone delle partenze a guardare incantato la fila di nomi che scorrono piano piano verso l'alto, Accra, Karachi, Singapore, Toronto, peggio di una droga o di un film scollacciato, per me è una calamita che dà stimoli ineguagliabili, forse sostitutivi di altri dimenticato o perduti, direte voi malignamente, ma ragazzi, a qualcosa bisogna pure fare riferimento per continuare a sognare. La coda per imbarcare la valigia, comunque la devi fare lo stesso, anche se hai il check in on line, come tutti i bravi nativi digitali che ormai, aborrendo la carta nell'ansia di salvare il pianeta, lo esibiscono con nonchalance sul telefonino. Noi boomer invece, senza quel pezzo di carta in mano ci sentiamo un po' persi, sia per i ditoni da agricoltore che ci farebbero smanettare smadonnando, sui tasti microscopici dello smartphone alla ricerca di quel file che non trovi più in una serie di continui errori, sia per i timori più insensati, e se poi si spegne, e se poi per sbaglio l'ho cancellato (già successo), e se si blocca o non funziona, e così via. Insomma il vecchio, caro papiro, invece non tradisce mai, e poi non stiamo proprio andando verso le terre di chi questo strumento miracoloso e rivoluzionario, lo ha inventato? E allora dai, guarda qui, becca sta valigia, che me l'hai fatta pagare quasi quanto il posto a sedere e non star lì tanto, signorina, a compitare sul computer se sono a posto o meno, che se ho già il papiro in mano vuol dire che sono in regola e mandami all'imbarco che mancano solo due ore e mezza alla partenza, che non si sa mai, l'anziano ha sempre paura di arrivare tardi. 


SURVIVAL KIT

Parcheggio Malpensa - Ceriapark da Mariuccia - Malvaglio , Via Pozzi 43. E' leggermente più lontano degli altri (15 min), ma imbattibile sui prezzi per le lunghe soste (Scoperto, 45 Euro + 1 Euro al giorno, è aumentato dopo il Covid). Se dovete partire molto presto c'è anche la comodità dell'albergo adiacente con ristorante. Consigliatissimo.

Assicurazione sanitaria - Ho optato di nuovo per Globy rosso plus - RAS Allianz, in quanto è l'unica (almeno che io conosca) che copre la mia fascia di età e, importantissimo, le malattie pregresse. In particolare sembra essere efficace (ma per fortuna non ho mai avuto modo di sperimentare) sul famoso rientro in aereo sanitario in caso di estrema necessità, unica copertura direi davvero importante per la pelle. Costo € 45 a testa per 10 gg. in quanto il Libano, stranamente viene considerato Europa e gode di tariffa più bassa.



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2 commenti:

Simona ha detto...

Che bello questo inizio di viaggio! Sarà che sto invecchiando, o che sto diventando nostalgica, ma quanto mi piace leggere il viaggio alla cara e vecchia maniera dei blog. Che aspetti la prossima puntata per sapere com'è andata, cos'è successo, cosa hai visto. Gran bell'inizio Enrico! Non vedo l'ora di leggere il seguito.

Enrico Bo ha detto...

Grazie davvero Simona, è un piacere avere qualcuno che ti segue!

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