mercoledì 22 marzo 2023

Leb 10 - Una sera di fronte al mare


Tiro - All'ippodromo - Libano - marzo 23


Spiaggetta

Il pomeriggio trascorso passeggiando lungo le vie diritte delle rovine romane e bizantine, scorre via veloce e rimanere fino al calar della sera, tra le sommità smozzicate delle colonne levate verso il cielo, mentre il disco rosso comincia a scendere tra quelle antiche quinte, è particolarmente rasserenante. Guardare il giorno che finisce, seduto sulle alte gradinate dell'ippodromo, ti azzera il tempo, potresti tranquillamente essere qui dopo che le quadrighe hanno finito la loro corsa, il vincitore ha già ritirato il serto di alloro e per carità anche la gonfia sacca di monete d'oro che di certo si sarà portato a casa assieme all'invito per altre pratiche meno confessabili da parte di qualche matrona eccitata, costume che pare fosse molto in uso ai tempi, d'altra parte gli sportivi hanno sempre avuto particolare appeal e la folla è già tutta sciamata verso le vie della città, scarsamente illuminate dalla fioca luce delle torce. E qui troviamo subito una analogia coi tempi odierni, in quanto nel paese caduto, come vi ho detto, in una crisi economica senza pari, lo stato non è più in grado di garantire la fornitura di elettricità agli abitanti, men che meno quella dedicata alla pubblica illuminazione, per cui la città si presenta piuttosto buia dopo il calar del sole, salvo per l'iniziativa degli esercizi privati che per svolgere ld loro attività, sono tutti dotati di proprio generatore, dovendosi tuttavia assicurare il carburante necessario a peso d'oro. Infatti sembra che sia sia creata una sorta di mafia che ha in mano questa distribuzione, quanto mai necessaria e la sfrutta al suo meglio, per lo meno con chi se lo può permettere o è obbligato a farlo. 

Pescatori

Eccoci dunque a passeggiare per le strette viuzze dell'isola sulla quale sorgeva la città antica, ancora più suggestiva in questa atmosfera di scarsa illuminazione, proveniente soprattutto da botteghe e locali, che accendono di giallo, angoli nascosti e facciate di case di pietra antica. E' questo il quartiere vicino all'antico porto detto anche dei pescatori, che per tradizione sono cristiani; qui bisogna sempre ragionare per gruppi e provenienze, mentre gli agricoltori, basati all'interno del territorio, sono in prevalenza musulmani. L'isola dunque, che poi isola non è più da oltre 2000 anni, da quando Alessandro creò il bastione artificiale che la collega all'entroterra, per conquistarla, è diventata un delizioso quartiere antico di casette colorate in cui si sono insediate molte attività turistiche, in particolare locali, bar e ristoranti. Ce n'è uno nuovo e bellissimo, appena aperto, una Pizzeria italiana, nella forma e nei cartelli esposti, diamo un'occhiata, ma i prezzi sono più alti che in Italia, con i primi attorno ai 20 $ tanto per capirci. Sembra che specialmente al sud, la presenza di tanti stranieri, di organizzazioni internazionali, delle truppe dell'UNIFILL e così via, abbia contribuito non poco a creare un ulteriore aumento generalizzato di prezzi, con un'offerta di servizi che vorrebbero andare al di là della semplice situazione locale. Insomma a Tiro la vita costa di più in generale, ma passeggiare tra i vicoli e trovare le stradine che si affacciano sul mare, dove indovini le tracce di rovine che a poco a poco sprofondano tra le acque, non costa nulla e ti immerge in una atmosfera quasi onirica. 

Per le vie

Basta scegliersi un bel baretto con la terrazza che si affaccia su una delle tante spiaggette circondate da muri antichi ed il tempo si ferma, Sedie impagliate color pastello, muri dipinti di colori chiari, ciotole di semi salati da mangiucchiare in attesa che arrivi un aperitivo all'anice o una spremuta di limone e l'atmosfera di Mediterraneo è servita. In fondo questa è anche casa nostra, è la nostra cultura di base dalla quale proveniamo, condita da profumi di agrumi e rosmarino. Chissà perché si sta così bene seduti in faccia al mare a chiacchierare del nulla, o come qui, ad assaporare i racconti di una storia antica, che è necessaria sì a conoscere meglio questa terra che calpestiamo, ma serve soprattutto ad arricchire una atmosfera, un mondo costruito dalle vicende del passato, che comunque sempre condizionano quanto succede nell'attualità. Così passa il tempo, anche se l'aria al calar della luce rinfresca un po', sarà pur già quasi primavera, ma la brezza della sera è umida e la felpina addosso ti fa piacere. Un pescatore, appollaiato sugli scogli, resiste ancora un poco, poi smonta la lunga canna nera e risale alla riva portandosi la piccola cesta col frutto apparentemente un po' scarno di un pomeriggio di tranquillità in riva al mare. Anche noi ce ne andiamo, unici avventori, salutato il proprietario, un ragazzo che rimane appoggiato al tavolo, in attesa speranzosa di qualche altro cliente, che gli giustifichi la serata. 

Al porto

Noi giriamo ancora un poco il borgo fino al porticciolo delle barche, di pescatori in giro a quest'ora ce ne sono  pochi oramai, in cerca del ristorantino di un amico, che messo sull'avviso, ci aspetta per farci stare bene. Siamo ancora fuori stagione e la gente è poca, sui tavolini disposti sulla terrazza davanti al mare, sistemazioni semplici come si conviene ad un locale frequentato anche dai locali. La casa all'interno è antica, con alte volte a botte in pietra e la fuga dei corridoi e delle sale e salette che si spargono su più piani, arredati con cose di un tempo, vecchie foto e memorabilia dei bei tempi andati. Qui diciamo che è bene lasciar fare a chi conosce, se si vuol provare un poco di cucina locale, che evidentemente è il punto di forza del posto. Parleremo ancora della cucina libanese, una delle più famose e reputate del Mediterraneo, una solida reputazione insomma, ma come forse già sapete, la parte dove la fantasia dei cuochi si scatena maggiormente è costituita dagli antipasti, detti mezé, sui quali ci si può davvero scatenare. Quindi, seguiti i consigli di Joelle, non rimane che assaggiare qui e là, salse e salsine dai diversi colori, senza stare a farsi troppe domande, cercando solamente di interpretare i profumi delicati delle spezie orientali, in attesa della portata principale costituta da bei pescioloni grigliati, visto che ci piacciono tanto e che, in fondo siamo al mare. 

Per le vie

Al tavolo vicino, tanto per cambiare senti parlare italiano, anche se non sta bene, mi piace sempre buttare l'orecchio oltre la siepe, tanto per non farmi gli affari miei; in questo caso è una ragazza che conosce la nostra accompagnatrice, evidentemente cliente abituale. Infatti vive qui e lavora per una Onlus internazionale che si occupa di profughi tanto per cambiare. Da queste parti è una situazione abbastanza comune mi sembra. Ma la nostra qui si trova, quasi in una situazione di tutta tranquillità, così almeno ci racconta, dato che negli anni passati si è già scofanato, l'Iraq, il Kurdistan e mi sembra anche il Sudan, tutti posticini dove si fa vita facile. E' davvero incredibile quanta gente, si incontri in giro per il mondo che fa queste scelte di vita, di certo faticose e disagevoli, quando non pericolose, unite forse da una attitudine di base di voler fare qualche cosa per migliorare questo mondo, per stare dalla parte di chi è nato nel punto sbagliato, anche se per carità ci campano comunque, ma mi sembra con un senso di soddisfazione personale, che in molto altri lavori, sento come meno comune. Questa ragazza, almeno mi sembra contenta di quello che sta facendo ed alla fine, tutto ciò dovrebbe essere la cosa davvero importante nella vita. Rimuginando su questi pensieri, non resta che farci l'oretta o poco più di strada per tornare a Beirut, sulla autostrada illuminata solo dai fari delle tante auto che scorrono via veloci nella notte, passando posti di blocco deserti e scorrendo sotto i tunnel bui privi di ogni illuminazione, di questo strano paese.

Contrasti

SURVIVAL KIT

Mezé

Tiro - Quartiere dei pescatori - Zona turistica molto gradevole dove troverete ogni tipo di locale e nella quale è consigliato trascorrere la serata, dopo aver passeggiato qua e là per gustare le antiche case colorate. Vi consiglio il Ristorante al-Fanar all'estremo del porticciolo (appunto Il Faro). Cucina libanese tipica. Posizione splendida con la terrazza direttamente sul mare, dove potrete anche solo fermarvi per un drink, sicuramente ancora più gradevole in estate. Personale gentilissimo. Provate i molti mezé, costituiti dalle diverse salsine di hummus diversi, al pesto, alla menta, alle bietole rosse, i misti con melanzane e yogurt, gli involtini e le polpettine fritte e il tipico tabulé libanese, una insalata con spezie locali. Tuttavia qui il piatto forte è costituito dal pesce molto buono e ben cucinato. Ottima la birra locale. Spesa attorno a i 10/12 $ a testa a secondo di quanto ordinato. 

Ingresso

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