martedì 28 marzo 2023

Lebanon 15 - Al-Mukhtara palace

Il palazzo al-Mukhtara- Libano - Marzo 23



Prima corte
Satolli e soddisfatti, il sole ancora alto nel cielo, facciamo un'altra decina di chilometri verso sud per raggiungere Al Mukhtara (l'eletta, la prescelta), una località affacciata sulla valle dove ha sede un altro magnifico palazzo, che al di là del suo interesse architettonico, permette con la sua storia, di capire meglio l'anima di questo paese. Infatti il villaggio è quello di origine della importante famiglia libanese dei Jumblatt, che "governa" il Chouf da quasi due secoli e nel tempo ha qui costruito, abbellito e ingrandito a dismisura una imponente magione. Il leader druso Walid Jumblatt, capo della famiglia, guida attualmente il Partito Progressista ed è figura di spicco nel paese. Ora, potrei dire che la politica libanese è così complessa e intricata, con le sue suddivisioni e le implicazioni religiose, con l'aggiunta delle pesanti influenze esterne al paese, da renderla poco comprensibile a chi, non essendo libanese, non ne conosce le continue evoluzioni avvenute nel tempo ed anche i concetti europei di destra e sinistra sono qui talmente sfumati e confusi tra di loro, da non renderli applicabili alla realtà locale secondo le nostre sensibilità. Quindi non tenterei di raccontarvi l'aspetto politico della attualità locale, quanto piuttosto di osservare le situazioni socio ambientali dell'esercizio del potere. Qui, di fronte a questo sontuoso palazzo, anche dal di fuori, indovini la mescolanza delle parti antiche con i rimaneggiamenti più recenti, segno di una rilevanza di potere rimasta costante nel tempo. Infatti ancora oggi, tutti i week end, la famiglia Jumblatt ed il leader, tornano, non tanto per il giusto riposo dalle fatiche del lavoro settimanale, quanto per ribadire la loro presenza di capo politico difensore degli interessi locali. 

Cortile con sarcofago romano

Qui ogni settimana vengono infatti ricevuti in udienza pubblica, come già si faceva con i pascià dell'800, tutti coloro che lo richiedono, per chiedere giustizia su qualche controversia locale, o semplicemente per chiedere aiuto in caso di bisogno, sia esso di natura economica che di rimostranze nel caso si ritenga di aver ricevuto qualche ingiustizia, da parte del potere centrale, quasi si trattasse di un tribunale di seconda istanza o comunque di una lobby attraverso la quale far prevalere gli interessi personali o di comunità. Insomma, come se qui contasse molto di più un mammasantissima che ha a cuore i fedeli della propria comunità, rispetto ad una superiore legge nazionale. Tutto questo è molto ottomano, come modo di sentire e questo ricevere i questuanti, da parte di chi ha il potere locale è un modo di agire che si perpetua nei secoli e mantiene qui evidentemente la sua importanza. Questo fa ben capire come poi, in sede nazionale, le divisioni dei gruppi, che rimangono fondamentalmente su base etnico religiosa, siano così ferme e le spaccature rimangano insanabili nel tempo, rimanendo cause di contrasti anche violenti. Dunque eccoci qui davanti al castello e al suo portale in ferro battuto dipinto di bianco che riporta come fregio ornamentale una scritta coranica. Capiremo dopo che non di una porta si tratta, ma dell'accesso alla nuova moschea e che le scritte significano Allah e essere umano, a ribadire l'unione assoluta. In realtà il palazzo, essendo una residenza privata, è visitabile solamente con uno speciale permesso, ma noi ce l'abbiamo, eheheh, e quindi eccoci penetrare nel primo cortile interno, accompagnati da una guardia armata, appositamente incaricata a questo scopo, che gonfia i muscoli da body guard, mentre ci fa strada lungo le scalinate che conducono all'interno del palazzo. 

La Mercedes dall'attentato a Kamal Jumblatt

Come spesso accade, questa imponente costruzione è la sommatoria di successivi ampliamenti nati in un sito che già conosceva la presenza dell'uomo nel neolitico, evidentemente posizione dominante e luogo da cui è naturale esercitare il potere, e poi di tutte le dominazioni succedutesi in questa terra, quindi storia comune che ritroviamo dovunque in Libano. Sono infatti state qui ritrovate diversi centinaia di reperti di preistorici comprendenti punte di frecce, armi e vasellame, La costruzione, edificata su vestigia già risalenti al IX secolo, da questa famiglia, nasce nella sua progettazione attuale, agli inizi del 1700, dallo sceicco Att Jumblatt e successivamente ampliato dal pronipote Bashir agli inizi dell'800, costruendo poi il frantoio pubblico, ma anche, pur essendo Druso, nel paese di al Mukhtara, sia la moschea che la chiesa maronita, tanto per capire come funzionavano fino al passato recente le convivenze tra le religioni.  La visita, giustamente procede per i quattro palazzi della tenuta che occupa quasi cinque ettari, attraverso una parte, per così dire pubblica, che comprende una sorta di Museo che racconta la storia della famiglia Jumblatt e di tutte le attività meritorie che questa ha intrapreso per il bene del paese, a partire dall'esposizione della Mercedes nella quale fu assassinato Kamal, il padre dell'attuale leader nel 1977, in piena guerra civile. 

Un tavolino del museo

Tanto per cercare di capire le complessità degli eventi, pare che l'attentato, non sia avvenuto per mano dell'opposta fazione composta essenzialmente dalle milizie cristiane, come sarebbe naturale sospettare, ma preparato dagli stessi Siriani che sulla carta erano i principati alleati, da quasi trenta anni della fazione Drusa. La macchina, come si vede nella vetrina del primo cortile di ingresso, fu crivellata di colpi ad un posto di blocco. Da allora si è aperto un solco deciso con le pretese siriane che hanno continuato ad insistere sul paese, con la successiva creazione delle milizie Hezbollah e l'invasione militare, e con la probabile implicazione anche nella morte dell'altro leader Hariri, nel 2005. Insomma un bel casino diremmo noi. Comunque la biblioteca museo della casa è molto interessante con una esposizione di tutti gli oggetti importanti e anche curiosi, come motori e astrolabi, che raccontano la storia della famiglia, la ricca documentazione iconografica e la quantità di libri in continuo arricchimento e catalogazione, che vogliono rimarcarne anche l'importanza nella vita culturale. Naturalmente si pone l'accento soprattutto a quanto la famiglia ha fatto per il paese e la vista prosegue nella zona del Divan, dove appunto il sabato vengono ricevuti coloro che chiedono udienza. All'esterno poi il palazzo è riccamente decorato dai reperti ritrovati nella zona appartenenti alle varie epoche come un imponente sarcofago bizantino che occupa un cortiletto interno, monumentali capitelli corinzi, l'ammam e le macine degli antichi mulini del frantoio ospitato sotto imponenti volte in pietra, insomma una esposizione orgogliosa di potenza e soprattutto di presenza su  un territorio, direi molto significativa. 

La moschea

La guardia barbuta ci accompagna passo passo, sempre attentissima a non essere fotografata, conscia del suo incarico di pubbliche relazioni, volta a magnificare la grandezza della famiglia e infine ci guida verso l'uscita che passa davanti alla nuova moschea dalle volte a croce costruita in stile assolutamente innovativo dall'architetto Kadi, che ne ha voluto fare un monumento alla tolleranza tra le varie fazioni dell'Islam e di tutte le religioni ed inaugurata solo nel 2015. La struttura stessa è completamente anomala e non presenta le consuete cupole e il minareto, ma mostra una struttura di bianche lame di acciaio che si appoggiano all'edificio, come a formare un velo che si innalza come una torre, così che la luce e l'aria le attraversino liberamente in contrasto col colore della pietra dell'edificio preesistente, evidenziandone le scritte. Lo stesso grande tappeto della preghiera è rivoluzionario, presentando un motivo in bianco e nero unico nel suo genere e che rappresenterebbe una registrazione astratta del linguaggio parlato, raffigurando le onde sonore di una recitazione coranica, come spiega l'artista Hamdan che lo ha progettato. In effetti, ha ragionato l'architetto, il Corano non prescrive alcuna particolare forma per gli edifici religiosi e questa scelta fortemente voluta dal leader Jumblatt esprime proprio questa volontà di apertura e di vicinanza tra cultura drusa e Islam e la tolleranza verso tutte le religioni. Prima di salutarci il nostro accompagnatore barbutissima, ci fornisce anche la guida illustrativa che racconta la storia completa di questo sito. 

Celebrativo della famiglia Jumblatt

SURVIVAL KIT

L'ulivo

Palazzo al-Mukhtara - Nell'omonimo paesino, questa imponente costruzione formata da quattro edifici, rappresenta una bella occasione per conoscere una realtà che va decisamente al di là dell'aspetto squisitamente artistico ed architettonico, raccontando, oltre che la storia recente del Chouf e del paese, anche uno spaccato di vita sociale, importante per capire il Libano. Io, insisterei con la vostra agenzia perché si fornisca del permesso per effettuare la visita, che tra l'altro è gratuita, incluso il libro guida. Molto belle comunque le strutture dei due palazzi principali, che con i successivi ampliamenti mostrano un bell'esempio di architettura ottomana dell'800. Non mancate l'ulivo millenario del primo cortile. 






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