lunedì 20 marzo 2023

Leb 8 - La zona archeologica di Tiro

Tiro - La gradinata dell'Ippodromo romano - Libano - marzo 23


Negozio di pescatore

Naturalmente c'è un po' di rammarico a lasciare Sidone, senza approfondire di più. Ci sarebbero ancora diverse cosette da vedere, ma ancor di più forse sarebbe bello lasciarsi andare al piacere di continuare ad esplorare gli angoli nascosti del suq alla ricerca dei quadri della vita reale di tutti i giorni oppure continuare a passeggiare sul lungomare cercando di vedere i mozziconi delle colonne che il mare, nel suo desiderio di unirsi alla terra che si è sdraiata, più in basso sui morbidì canapé di questo immenso divan ottomano che forma un lungo arco davanti alla città, per accoglierlo nel suo abbraccio sensuale, ha, a poco a poco, ha seppellito tra le onde lunghe, facendole proprie per sempre. Il problema è sempre lo stesso, quando visiti un luogo, avresti sempre voglia di conoscerlo meglio, più a fondo, dispiacendoti se il contatto rimane fugace e ridotto, come un incontro desiderato ma che non si prolunga più a lungo dandoti il tempo di apprezzarne come si deve tutti i lati che ti ha promesso. E' il destino barbaro del turista, fatto di toccate e fuga e di rinunce continue all'approfondimento delle conoscenze. Andiamo dunque che un'altra città ci attende, un altro grande e famoso porto dell'antichità, la splendida Tiro o Tyros come adesso si chiama. Solo una quarantina di chilometri lungo questa autostrada litoranea che si arresta proprio ai margini di questa città. 

Tiro - La necropoli
Poco più a sud, forse 10 o 15 chilometri e si trova la Linea Blu, il confine tracciato dall'ONU dopo l'invasione israeliana del 78, avvenuta in risposta ad una azione violenta, con una quarantina di morti da parte dell'OLP, che aveva le sue basi appunto nel sud libanese. L'occupazione si estese allora successivamente a tutto il sud libanese fino a Tiro appunto e fino alle alture del Golan in Siria. L'intervento dell'ONU con le truppe denominate UNIFIL, si interpose dunque tra le truppe e si giunse appunto nel 2000 a definire questa linea di demarcazione riconosciuta che al momento è costituita da un muro di cemento costruito e presidiato da Israele a protezione dei propri confini dalla infiltrazioni Hezbollah, i simpatizzanti sciiti sostenuti dall'Iran. Qui respiri un'aria di vigile e militarizzata preoccupazione. I segnali sono evidenti dappertutto, anche se non riconosci a prima vista se si tratta di bidoni vuoti e cavalli di frisa con fili spinati abbandonati da decenni o roba nuova, come si dice pronta all'uso. I posti di blocchi continui, lungo le strade che apparentemente hanno solamente una funzione di presenza, nel senso che vogliono mostrare di esserci, magari pronti alla bisogna, oppure stanchi epigoni di fatti pesanti del passato recente, ma al momento presenze obbligate e poco più che di facciata. Fatto sta, che la fila delle macchine, passa scorrendo a velocità rallentata, slalomando tra garitte semideserte e soldati, dall'occhio distratto che buttano uno sguardo all'interno dell'auto, facendo il segno con la mano di scorrere e non intasare la strada, ancor prima che tu abbia rallentato. 

Tiro - La via romana

Libanesi, Coreani dell'UNIFIL, tutta erba dello stesso fascio, che popolano una terra dal passato disgraziato in cerca di stabilità. La gente prosegue la sua vita di sempre, ci si abitua a tutto anche ai fili spinati, credo che dopo un poco non li si veda neppure più, annebbiati dalle necessità di ogni giorno, dal premere della vita che incombe e non lascia spazio alla filosofia o ai troppi timori, pensando comunque che la presenza di militari in abbondanza, porta comunque soldi, commercio, aumento del PIL. Tuttavia per chi arriva da fuori e non c'è abituato, tutto questo fa sempre ragionare e suscita moti di inquietudine, per carità, largamente ingiustificata e rimane alla fine solamente come argomento di discussione sulla irrazionalità umana. Intanto arriviamo alla città, più o meno delle dimensioni di Sidone e affacciata sul mare, occupando la stessa area da almeno 5000 anni, che ne fece uno dei più importanti porti fenici del Mediterraneo, senza dimenticare che proprio da qui partirono le triremi che fondarono Cartagine, la più importante colonia fenicia del Mediterraneo centrale, spazio navale che dominò per secoli, ma anche tutta la serie di colonie in Sicilia e in Sardegna, facendo del fenicio la lingua franca del Mediterraneo ed  influenzando col diffondersi del suo alfabeto tutte le culture successive. Se avete voglia di seguirne la dettagliata time line della sua antica storia date un'occhiata qui.

Sarcofago sbozzato

 E' curioso che tutte queste città e porti della costa siano più o meno alla stessa distanza tra di loro, una quarantina di chilometri circa, che corrispondeva dal più al meno ad un giorno di navigazione, formando una rete di città formalmente indipendenti da cui dipendeva però il controllo di tutto il territorio circostante, da Tiro a Sidone, a Beirut, a Byblos, a Tripoli e così via. Questa zona del sud del paese, a maggioranza sciita, tuttavia è stata in tempi recenti luogo di sfogo per i molti profughi palestinesi in arrivo dalla vicina Galilea e questo, con la nascita del movimento estremista degli Hezbollah ed i disordini che ne sono seguiti, ha fatto da freno allo sviluppo economico della regione che è rimasta comunque indietro rispetto alla spinta di Beirut e del nord del paese. Dopo il ritiro degli Israeliani dalla regione avvenuto nel 2000, l'area ha cominciato a riprendersi ed anche il turismo sembra decollare, grazie all'inserimento della città e del suo straordinario parco archeologico, già dall'84, nell'elenco privilegiato dell'UNESCO. Ed è qui che respiri il passato senza paragoni della città. Pluricitata nell'antico e nel Nuovo Testamento, la città rimase a lungo nella sfera di influenza egiziana, poi dopo il devastante tsunami del 1100 circa a.C. passò sotto tutta la serie delle dominazioni succedutesi nel tempo di cui vi ho già fatto cenno, resistendovi più o meno, con cedimenti di convenienza o assedi durati anni, che finivano inevitabilmente con la distruzione della città e della sua successiva ricostruzione, sempre ripresasi, con la sua forza mercantile disposta sempre a pagare tasse e tributi al conquistatori dei turno, purché fosse messa in condizioni di lavorare.

L'arco trionfale

Tutto questo fosse l'assalitore Assurbanipal, Alessandro o i pragmatici Romani, disposti sempre a lasciar fare purché fosse dato a Cesare quel che era di Cesare, come del resto avviene oggi in Cina, fate pure affari e arricchitevi come meglio sapete fare, ma non rompete le balle con la politica, che il primo che parla o contesta, non riuscirà a farlo due volte di seguito, anche perché questa è una cosa che confucianamente, disturba l'armonia generale non va bene. Così ti puoi avviare tranquillamente per visitare questa area immensa che mostra solamente una parte delle grandi culture che si sono sovrapposte in questa terra carica di storia. La prima è costituita da una via sacra molto ben conservata, lunga quasi un chilometro e circondata da una immensa necropoli di epoca bizantina, nella quale si affastellano infiniti sarcofagi di pietra, alcuni già vandalizzati, come si vede bene dagli squarci nella pareti laterali, per esplorarne il contenuto in cerca di tesori, altri apparentemente ancor intonsi, molti dei quali ancora contenenti le ossa dei destinatari. Alcuni sono perfettamente scolpiti nelle loro pareti, con serti di fronde, grandi fiori, teste di animali e iscrizioni, anche minacciose verso i possibili profanatori e cacciatori di tesori, altri appena sbozzati con i rilievi standard, che avrebbero dovuto successivamente essere perfezionati, ma per qualche ragione, chissà, tempistica  o per mancanza di fonti, causa così comune in tutte le stagioni, ma che così sono rimasti. 


L'ippodromo
Molti sono disposti in file ordinate, altri come ammonticchiati alla rinfusa o come precipitati gli uni sugli altri, Non dimentichiamo che questa è terra ballerina dove i terremoti sono sempre stati frequenti e devastanti. Non mancano le sepolture dei più poveri, come si dicono, le piccionaie, sorta di buchi nella pietra dove erano deposte le ossa, in una situazione, diciamo, condominiale, non molto diversa dai nostri ossari. Così percorri lentamente questa strada dei morti, circondato da parallelepipedi di pietra, testimoni del tempo, fino ad arrivare allo spettacolare arco trionfale romano, i rilievi scultorei del quale sono stati erosi dal tempo e dalla forza dei venti e non più riconoscibili, mentre alla sua base puoi vedere bene la differenziazione tra la via bizantina e quella sottostante, quasi un metro, in cui facilmente riconosci le caratteristiche delle pietre romane, del Cardo che incrocia il Decumano, con le sue pietre squadrate con le carrarecce scavate nel vivo delle lastre dalle ruote che per secoli le hanno percorse e porta all'altra meraviglia che si allunga al suo lato sinistro, l'Ippodromo, il più grande e meglio conservato che si conosca. Un grande spazio verdissimo, dove dai rilievi circostanti, e dall'imponente parte di gradinata rimasta, puoi indovinare la straordinaria imponenza. 

Le sottogradinate dell'ippodromo

Al fianco, come in una teoria eretta a bella posta, una infinita serie di archi di pietra necessari a sostenere architettonicamente le altre gradinate che li sovrastavano, ora crollate e non più visibili se non in montagne di pietre altrimenti e da altre mani rubate, vandalizzate, utilizzate per il resto della città, le colonne superstiti e il rilievo della spina centrale, attorno alla quale par di sentire ancora lo scalpitar delle quadrighe lanciate alla conquista della vittoria. Pochi grandi spazi come questo sanno dare una così intensa sensazione di eventi epocali, di folle urlanti, di vincitori acclamati in cerca di serti di vittoria. Non c'è dubbio, l'agone, sportivo che sia o semplicemente spettacolo da circo, è una costante di tutte le culture, di ogni tempo e questi spazi, che siano anfiteatri o stadi olimpici greci o campi per il gioco della palla mesoamericani o moderne arene del calcio moderno, rimangono per millenni a testimoniarlo, mantenendo cristallizzato nell'aria, l'urlo della folla che incita i concorrenti e inneggia i propri beniamini, lo slancio finale della mano protesa del vincitore, il serto dorato o la coppa o la medaglia impareggiabile. Grande sensazione, devo dire, anche se la passeggiata è fatica pesante per l'anziano aduso al riposino pomeridiano. Stiamo ancora un poco qui, seduti sui gradini antichi a sentire la durezza della pietra, a guardare il vuoto di queste infinite corsie dove si sono persi ormai i segni degli zoccoli e le urla degli aurighi famosi.

La via Bizantina

SURVIVAL KIT

Tiro (ma anche صور‎, Ṣūr o in francese Tyr) - A 85 km sull'autostrada a sud di Beirut, raggiungibile in un paio di orette o anche meno a seconda del traffico. La città antica nacque sull'isolotto davanti alla costa, in parte sprofondato nel mare dopo lo tsunami, Distrutta e ricostruita come al solito più volte, ha visto tutte le diverse culture alternarsi. Dopo la distruzione di Alessandro che la assediò per sette mesi conquistandola solo grazie alla costruzione di un terrapieno fatto con le pietre della parte della città sorta sulla costa e che poi quindi unì l'isola alla terraferma trasformandola in penisola. Da non perdere ovviamente tutta l'area archeologica, che si trova nella zona 3 (al-Bass), che può portarvi via anche una intera mattinata (non oso immaginare l'estate col sole a picco nelle ore centrali della giornata) con la sua selva di colonne smozzicate e le centinaia di sarcofaghi e lo strepitoso spazio dell'ippodromo, meglio se potete una intera giornata, passeggiando e stando seduti su antiche pietre a meditare sull'onda della storia. Poi fatevi un bel giro nella parte dell'ex isolotto (zona 1) detto al-Minà che è rimasto quartiere cristiano dalle case coloratissime, oggi zona di locali e ristorantini, dove c'è il porticciolo dei pescatori. Tra questi locali, alcuni nuovissimi e moderni e anche costosi, avrete amplissima scelta, fatevi dunque consigliare da amici che ne sanno, e qui suggerisco vivamente di passare la serata. Inoltre nell'ex-isola, se ne aveste il tempo potrete anche cercare di ritrovare i residuati di una strada di colonne che porta all'antico porto egizio sprofondato nel mare, un'arena romana e le terme adiacenti. Minimo mezza giornata, meglio un  paio di giorni.


Sarcofagi


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Leb 7 - Sidone

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