sabato 25 marzo 2023

Lebanon 12 - Il Chouf e i Drusi

Libanesi - marzo 23

Monti del Chouf

Scendiamo un poco di quota e la cintura verde dei cedri ci lascia definitivamente, assieme alla neve continua o raggrumata in placche che rimangono isolate più in basso in attesa di un sole più caldo per sciogliersi. I monti, che mantengono tuttavia una forma arrotondata e non spigolosa, ci circondano da ogni parte, solo a tratti indovini le spaccature scavate irregolarmente nella terra, come unghiate che l'hanno segnata crudelmente, come a voler dare un segnale di destini inquieti e crudi, da torrenti impetuosi che cercano la loro strada verso il mare così vicino, ma così in basso da doverlo raggiungere solamente attraverso salti scoscesi e forre ristrette. Il Chouf è un territorio contorto e le strade che raggiungono i paesi numerosi e spargoli, si devono attorcigliare lungo le balze ripide di una orografia complicata per raggiungerli. Tra i gruppi di case, incontri spesso bandiere e insegne con una inusuale stella a cinque punte dai settori colorati. E' il segno inequivocabile che qui siamo in terra drusa dove la maggioranza della popolazione appartiene a questa religione poco conosciuta e lungamente perseguitata. L'origine stessa di questa dottrina è misteriosa. Nasce attorno all'anno 1000 in Egitto distaccandosi ereticamente da rami secondari dell'Ismailismo e della religione musulmana mantiene poche cose, riconoscendo ad esempio, solamente uno dei cinque pilastri dell'Islam e poco altro. 

Villaggio del Chouf

Per questa ragione i Drusi furono a lungo combattuti; sembra addirittura che loro stessi  non si identifichino come musulmani, anche se tutto è un po' avvolto nel mistero, in quanto in questa fede senza clero, le conoscenze ed i segreti della religione sono riservati solamente ad un gruppo di iniziati, che apprendono la dottrina solo dopo avere scelto una sorta di abbandono della vita attiva. Secondo alcuni, ma la cosa è stata smentita da chi studia approfonditamente questi temi, loro stessi hanno deciso di dichiararsi appartenenti, sia pure laterali, all'Islam solo per non subire vessazioni, anche se in effetti vengono ancora oggi comunque considerati infedeli dalle altre confessioni musulmane. In effetti il loro credo comprende anche molte sfumature induiste, ebraiche e cristiane; ad esempio, credono nella metempsicosi e nella trasmigrazione delle anime dopo la morte, inoltre ritengono che il principio divino, che comunque non si può nominare in quanto troppo sacro, possa manifestarsi di tanto in tanto in forma umana, appunto come è accaduto con Cristo o con il loro imam al-Hakim, che ha fondato il loro culto nel XI secolo, anche se fanno riferimento ad un profeta, tale Shu'aib, il biblico Ietro, suocero di Mosè. Adorano i loro testi sacri, i Khalwa, ma anche il Corano e il Nuovo Testamento, componendo così una scelta che potremmo definire sincretica, ma non troppo. 

Vari gradi di velatura

Sono rigorosamente monogami e forse anche per questo perseguitati e dal 1043 si sono autodichiarati religione chiusa, nel senso che per essere considerati Drusi si deve nascere esclusivamente all'interno della comunità, con padre e madre anch'essi appartenenti a questa fede e non possono aderire altri proseliti. Dunque il loro numero è destinato a calare inevitabilmente, anche se al momento sono appunto maggioritari nel Chouf che rimane la loro roccaforte e in poche altre zone libanesi e qualche comunità sparsa in Israele, Giordania e Siria. L'ordinamento politico libanese, che era stato impostato con un preciso manuale Cencelli nel considerare queste suddivisioni religiose, riserva loro la carica di Capo dello Stato Maggiore dell'Esercito. Per questo e anche per tutta una serie di altre ragioni molto complesse dovute a questa esasperata frammentazione etnico religiosa, all'interno delle mille guerre recenti che hanno devastato questo paese, ci furono nel recente passato, proprio qui nel Chouf, una serie di massacri disumani tra Drusi e Maroniti, culminati nell'1983 in quella che fu chiamata la guerra della montagna, una delle tante avvenute in Libano, che csotrinse la maggior parte dei Maroniti ad abbandonare la zona, e per anni tracciò un solco di odi e di vendette incrociate, insanguinando ulteriormente questa terra. Recentemente, nel 2001, con la storica visita del Patriarca Maronita al leader Druso Jumblatt, c'è stata una pacificazione ufficiale, con presa di distanza da parte di entrambe le parti, dalle violenze del passato, anzi con una alleanza tra Drusi e MAriniti contro le inerenze esterne di Siria e Iran ed al momento sembra che la situazione sia molto tranquilla, anche se nessuno sa quale sia la realtà che cova sotto la cenere. Il passato tumultuoso è ancora troppo recente per essere completamente dimenticato. 

Per le strade

Dobbiamo tuttavia considerare che il Medio Oriente è sempre stata una terra generatrice spontanea di religioni e profeti di ogni razza e tipologia. Difficile spiegare questa propensione, ma nei millenni trascorsi, quaggiù sotto ogni pietra nasceva un invasato che, per unico destino, bramava girare in lungo ed in largo, con le vesti stracciate e gli occhi stralunati a predicare la sua dottrina, ovviamente l'unica vera e giusta e necessitata per questo a combattere, certo anche con le armi, tutte le altre che non accettavano il nuovo credo. Forse questo tragico problema è una tabe insita nel genoma stesso del monoteismo che, predicando l'unicità dell'essere supremo e della messa all'indice di ogni altra eretica variante, presuppone appunto che la inevitabile serie di idee e variazioni che la speculazione filosofica della mente umana via via propone, debba andare ad esclusione di tutte le altre, creando inevitabilmente attriti violenti ed insanabili. Tutt'altra cosa invece mi sembra accada nei politeismi vari, che sono naturalmente disposti all'inclusione a prescindere. Così sia il politeismo classico greco-romano accettava con entusiasmo ogni altro Dio proposto dalle terre via via conquistate, facendolo proprio ed inserendolo con tutti gli onori nel proprio pantheon già fittamente popolato e avrebbe fatto sicuramente la stessa cosa anche con Cristo se questi testardi seguaci non avessero preteso una dedizione appunto esclusiva, non disgiunta dal fatto di sovrapporsi al potere politico. Ugual cosa è accaduta nell'Induismo dove c'è spazio anche per Cristo nella loro sfilata di trecento milioni di dei. Tanto direte, uno più uno meno...

Terrazzamenti

Però, non puoi non pensare che i credi esistenti, comunque tantissimi, sono solamente gli epigoni più fortunati di quelle migliaia di scalmanati profeti che nei millenni si sono aggirati per queste terre a predicare le loro verità assolute, la maggior parte delle quali, per scarsa capacità oratoria o per semplice casualità, si sono perdute nelle fognature della storia. Così mentre percorriamo stradine e sentieri di questo bellissimo e selvatico territorio, tra abitati abbarbicati sulle cime di colli circondati dal verde, le case di nuovissima costruzione, che evidentemente hanno sostituito le vecchie distrutte, si alternano a quelle più antiche, ben ristrutturate o invece in rovina. Per queste strade incontri molti abitanti, riconoscibili appunto dal loro aspetto esteriore, Le donne con lunghi abiti fino ai piedi ed un abbondante velo bianco che scende dietro fino alla vita, ricoprendo completamente la capigliatura, qualcuna anche con una fascia bianca che nasconde la bocca, mentre qualche uomo anziano porta una tonaca semplice e un fez bianco ornato di fregi, segno che è ormai un iniziato ai segreti religiosi della comunità. Per la verità avevamo visto questo tipo di abbigliamento anche in città, per i vicoli dei suq ed essendo queste figure isolate, spiccavano più ancora, distinguendosi da abbigliamenti europei o altri ancora più decisamente sguaiati, ma qui queste figure decisamente più monacali sono in assoluta maggioranza e danno all'ambiente quell'aspetto completamente mediorientale che avevo riscontrato già alla vista di quei gruppi di studenti in gita tra le nevi del parco, con tutte le ragazze che si rincorrevano sulla neve che apparivano come gioiose madonnine coi lungi veli svolazzanti alle folate di vento, che arrivava dal mare. 

Ulivo millenario

Di tanto in tanto, all'ingresso dei paesi compaiono striscioni con la stella colorata drusa, conditi da slogan che invitano a sostenere la causa o segnalano la presenza di strutture di comunità dedicate appunto a questo gruppo, che rimane tuttavia sempre circondato da un'aura di mistero. Così proseguendo la nostra strada, tra ulivi e terrazze che hanno segnato la fisionomia di questo territorio attraverso il paziente lavoro di secoli, devo rimarcare come, al di là dell'interesse naturalistico e di paesaggio, che fa di questa una delle aree più belle del paese, la conoscenza di questi aspetti etnico-culturali che implicano necessariamente approfondimenti storici e religiosi, contribuisce a rendere questo viaggio nelle viscere del Medio Oriente particolarmente avvincente, stimolando corde diverse e aprendo orizzonti poco noti. Forse proprio questa area del Chouf dovrebbe essere visitata con maggiore attenzione, magari fermandosi qualche giorno in qualcuno di questi paesi isolati per respirarne l'aria di complessità e di mediazione continua che necessita evidentemente il voler vivere qui, tra questi monti carichi di storie terribili, eppure così accattivanti nelle loro forme dolci e abitati da una agricoltura antica, che sparge attorno profumi di aranci, di limoni e di vecchi legumi, su sentieri da percorrere a dorso di asino, circondati da barbe bibliche uguali nel tempo da millenni. Per noi continua invece il perverso mordi e fuggi, mitigato soltanto dalla presenza di chi ti racconta e tenta di farti capire questa complessità di idee, di situazioni, di conflittualità difficili da sanare. 

Veli

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