giovedì 16 marzo 2023

Leb 5 - Cibi di strada a Saida


Sidone - Provare per credere a Al-Jardaly for knefe


Saida - Teglia di Al Jardaly

Siamo ormai nel centro di Saida, traffico complicato, luce mediterranea, confusione mediorientale, secondo schemi naturali e adattati alle circostanze. Joelle, nel suo creare itinerario, ama aggiungere piccole ciliegine qua e là, mentre ti fa ripercorrere le linee storiche di questa terra attraverso i millenni. Quindi ecco che prima di inoltrarsi tra le case alla ricerca dei monumenti, ti offre un tocco di vita reale, quella dei libanesi di tutti i giorni, quindi per prima cosa, lasciata l'auto alla meglio dove lo spazio consente una utopia di parcheggio, andiamo a trovare degli amici che fin dal mattino presto, nel loro negozietto sulla strada producono a gettito continuo, una delle squisitezze tra le più accattivanti che si possano immaginare. E' un bugigattolo che dà direttamente sulla strada, insegna solamente in arabo, grande forno alle spalle, come in certe nostre pizze al taglio a Roma. Prodotto quasi unico, credo, el jardaly, cotto in larghe teglie rotonde molto simili alle nostre da farinata e castagnaccio. Per descrivere il risultato finale, e farvi capire la deliziosità assoluta, potremmo assimilarla alla lontana, ad una sorta di focaccia di Recco, due superfici di pastella leggermente croccante e morbida, riempita di formaggio che si fonde cuocendo e formando quel misto di saporosità e scioglievolezza che ti farebbe ingozzare come un'oca da foie gras, fino ed oltre alla sazietà completa. La superficie o la pasta stessa è poi intrisa di un poco di sciroppo zuccheroso che produce un mélange di dolce e salato assolutamente irresistibile. Dalla teglia bollente appena uscita dal forno, te ne viene tagliato un quadrotto fumante e tu rimani lì seduto sugli sgabelli della strada, col tuo cartoccio in mano a ragionare, se è giusto che la vita ti voglia riservare questi privilegi ancora a lungo. 

lavoro e colazione

All'interno i quattro addetti si danno un gran da fare per preparare materiale, per stendere, infornare, tagliare e distribuire, questa colazione al volo molto tipica del posto. E Joelle assicura che questa è la migliore del paese. Ancora una volta bisogna notare le similitudini con quella Liguria di cui vi ho già parlato e che accomunano credo moltissimi dei popoli del mare e ne troveremo molte altre ancora. I ragazzi sono davvero contenti del nostro apprezzamento e non lesinano la disponibilità a mostrarsi al lavoro, tanto che tocca mangiarne un secondo pezzo, capirà. Così la mattinata è partita con un vezzo per lo stomaco, quasi non fossimo già ripieni come otri dopo l'abbondante colazione alberghiera, ma si sa che il turista deve faticà' per guadagnarsi il paradiso, dunque deve introdurre carburante per durare tutto il giorno nel suo peripatetico itinerare. Così mentre ci dirigiamo verso la macchina, Joelle fa segno che bisogna prima ottemperare ad un altro assaggio, dietro l'angolo infatti pare che ci sia il bugigattolo che produce i migliori falafel del Libano e non vorrai mica perdertelo! Eccoci infatti davanti all'altro negozietto, dove un tizio, sorridente e contento dell'attenzione, impasta e manovra a lungo gli ingredienti in un gran contenitore, mescolando con sapienza la farina di fave, principale componente e tutte le altre spezie segrete necessarie a formare il composto magico. Poi comincia formare le palline ovali, ben note a tutti i frequentatori del medio oriente e le tuffa nel pentolone nero ricolmo di olio che ribolle. Le gira a lungo fino a che non assumono quella caratteristica doratura che ne preannuncia la croccantezza, poi le pesca con una schiumarola gigante e ce le mette in un cartoccio pronte ad ustionare le nostre lingue frettolose e ingolosite. 

La teglia

Ma se hai la pazienza di aspettare un attimo che la temperatura al calor bianco scenda a livelli accettabili, ah, che spettacolo, spezzare con un piccolo morso, la crosticina superficiale che immette nella morbida pasta sottostante, mentre il profumo della spezia si diffonde in bocca, riempiendola di esotico e di effluvio orientale, unito al fatto che il fritto rende ogni cosa già di per sé buonissima. Che dire, addirittura migliori, almeno mi sembra, ma può essere che la memoria mi induca in fallo, di quelle provate al Khan al-Khalili del Cairo, tanti anni fa. Così buone da fartene mandar giù un altra anche se non ne avresti voglia e lo stomaco dice basta, non esagerare. Ma Joelle dice che per il cibo, in Libano bisogna sempre esagerare, quindi adeguiamoci, se no potremmo essere soggetti a critiche. Tuttavia mentre anche qui sto seduto sul trespolo a sbocconcellare la polpettina profumata, non riesco a far a meno di raccogliere altri spunti di riflessione, da quello che avviene intorno a noi, su cui è necessario, prima di andare avanti, aprire una parentesi. Ovviamente questo assaggi di cibi di strada costano per noi una sciocchezza, qualche decina di centesimi. Tuttavia accanto a noi accadono cose che non puoi far finta di non vedere. Molti mendicanti, alcuni, bambini con la faccia piuttosto emaciata, chiedono la carità nella via. Uno si piazza vicino a noi e continua a guardarci. Joelle compra un cartoccio di falafel e glie lo da. Lui si siede silenzioso e li mangia lentamente senza luce negli occhi. Nel frattempo di tanto in tanto qualcuno passa davanti al negozio e chiede quanto costino oggi le polpettine, di cui credo si faccia generalmente un consumo compulsivo. 

Pieno e soddisfatto

Un vecchio che tiene per mano un bambino di forse cinque o sei anni, si ferma davanti alla vetrina sulla strada, mentre il nipote guarda la padellona sfrigolante e chiede anche lui il prezzo. Fa una faccia spiacevolmente stupita, storce la bocca, poi riprende la mano del bimbo e se ne va, un po' più ingobbito. Cosa sta succedendo in questo paese? La realtà è che una serie di situazioni generate da politicanti infami e non si sa bene se più corrotti o incapaci, unita ad una serie di congiunzioni esterne molto sfavorevoli, sta conducendo il Libano ad una crisi finanziaria senza eguali, simile a quella che ho già toccato con mano in molti paesi del mondo sfortunati e mal guidati. Infatti in questi giorni l'economia del paese è toccata da una iperinflazione micidiale che sta distruggendo tutto il tessuto economico e la vita della gente. Come tutto questo stia succedendo ha, come ovvio, origini lontane e possiamo risalire a quegli anni sessanta quando questa era considerata la Svizzera del Medio Oriente, pur non producendo molto come esportazione, ma essendo oasi tranquilla in un mondo di fermenti negativi all'intorno, che faceva da calamita, per i capitali di tutta l'area, Poi sono cominciate le serie di rivoluzioni, guerre civili, invasioni degli stati esterni, massacri vari e invasione di profughi da ogni parte, che hanno intaccato duramente la vita di prima. Attentati di ogni genere hanno dato la morte anche a quei politici che forse erano meno peggio di altri, unito alle pressioni esterne e quindi la crescita esponenziale del debito, ha portato il paese come si dice in braghe di tela e da quel momento non si è più ripreso, tra improvvisi tracolli e aiuti internazionali pelosi, unito il tutto a quella incertezza militare e politica che economicamente fa tanti danni. 

Altre squisitezze

Ultimi fatti, dato che piove sempre sul bagnato, la spaventosa esplosione di cui parleremo, del porto di Beirut, che altre ai morti e alle distruzioni, privò il paese di quasi la metà delle sue riserve di cereali annuali e poi il Covid che ha messo in ginocchio il rinascente afflusso turistico, poi la guerra in Ukraina, con l'esplosione dei prezzi delle derrate alimentari, di cui il paese è importatore netto, infine il terremoto e i venti di altra guerra circostante e i nuovi flussi di masse disperate ed affamate, dato che comunque questo è ancora il posto dove si sta meglio da quelle parti, hanno dato la mazzata finale. Il governo tentando stolidamente di parare il colpo aveva messo un tasso di cambio fisso di 1 $ per 15.000 Lire Libanesi, calcolando che da tempo la maggior parte dei cittadini e delle attività commerciali del paese avevano un conto in dollari. Ma tu puoi imporre qualunque cambio teorico, ma poi è il mercato che decide, in base a come va il paese, quale sia il cambio giusto e man mano il valore reale della moneta locale ha preso a scendere, fino ad arrivare qualche settimana fa a 60.000 LL/$, in una sorta di mercato grigio/nero, tuttavia tolleratissimo, alla luce del sole, con i negozi dei cambisti lungo le strade. Ora capirete che se tu hai in banca 10.000 $ depositati su un conto e quando vai a ritirare i tuoi soldi, te li danno in Lire Libanesi al cambio ufficiale  di 1/15.000, ma quando vai al negozio a spenderli in valore è di 1/60.000 vuol dire che se prendevi 400 $ di stipendio adesso il tuo valore di acquisto è di !00, un quarto di quello di prima, come se il nostro pensionato che ha 1000 € al mese si trovasse all'improvviso ad averun potere di acquisto di 250. 

Frittura dei Falafel

Diciamo che se compravi un chilo di pane adesso ne compri 2 etti e mezzo, anzi addirittura devi ancora dimezzare visto che il prezzo della grano sul mercato internazionale è raddoppiato e quindi il suo prezzo è aumentato di conseguenza. C'è da far saltare il coperchio della pentola. Allo stesso tempo lo stato è praticamente scomparso dai servizi pubblici. La corrente elettrica viene fornita una o due ore al giorno, le città sono buie e la sanità pubblica è praticamente assente, se non hai soldi cash, e ti ammali, sei morto, non parliamo se ti devi operare, mancano o sono rarissimi e al mercato nero medicinali essenziali. (Vi ricorda mica qualche cosa, per capire dove ci vogliono portare?). Ovviamente non parliamo di scuola pubblica. Questo provoca ovviamente, in un paese continuamente già infiammato da problemi e conflitti interni enormi, situazioni esagerate, ulteriormente infiammate dai problemi religiosi sui quali tutti buttano benzina, ma di questo parleremo ancora. La cronaca ha raccontato di gente che è andata a rapinare con la pistola la filiale della banca dove aveva i suoi risparmi per farsi dare i suoi dollari, perché doveva andare in ospedale e non aveva soldi liquidi. Pare che un tizio si sia dato fuoco davanti alla sua banca perché non poteva riavere i suoi risparmi. Ogni tanto gruppi di persone si radunano davanti alle banche a tirare sassi alle vetrine. 

Banco di frutta

Questa settimana sembra che il problema si stia ulteriormente acuendo. Il giorno che siamo arrivati la Lira era a 70.000, ma la mattina dei falafel, tanto per capirci, era già a 82.000, la sera poi, era salita a 90.000, per poi stabilizzarsi un poco nei giorni successivi. Naturalmente tutto questo perché qui non c'è una moneta paracadute a protezione come l'euro, ma solo la "lira", alla faccia di certi infami movimenti che pure da noi hanno un certo credito. Capite cosa significa l'ipersvalutazione, e pensare che c'erano dei deficienti qui da noi, che ce l'avevano con quelli che hanno cercato, contro ogni convenienza elettorale, di consolidare la finanza pubblica, perché "mettevano le mani nelle tasche degli italiani"! In questo modo, auspicato generalmente da tutti i movimenti populisti, in cerca di voti stolidi, quello della finanza allegra e incontrollata, è il solo modo dimostrato, per far rimanere la gente senza pantaloni e anche mutande, altro che soldi dalle tasche. Eventi che io ho già visto e toccato con mano direttamente in Argentina e in Ukraina, altri cieli stessa storia e vedete bene dove vadano a sfociare queste situazioni. Naturalmente poi, se voi passeggiate per la strada, queste cose non appaiono direttamente alla vista, se non hai sguardo attento, neanche te ne accorgi, le vie sono intasate di macchie anche lussuose, nonostante un pieno costi mezzo stipendio di un operaio; nei ristoranti costosi devi prenotare se no, non trovi posto e il suk è pieno di gente che gira, guarda, vive. Tuttavia vedere lo sguardo triste di quel nonno che ha rinunciato a comprare un cartoccio di falafel al nipotino, ti fa male, anche se attorno la vita, tumultuosa e ferocemente convulsa, va avanti.

Ce n'è per tutti

SURVIVAL KIT

Uno degli aspetti da non trascurare del paese sono i cibi di strada, che troverete ovunque su bancarelle, negozietti e mercati e che costituiscono uno spaccato di una vita gastronomica da non perdere assolutamente (Specialmente a Saida da Mostafa Jardali Sweets: Al-Jardaly for knefe, controllate qui). Occhio ai falafel se qualcuno soffre di favismo! Fatevi indicare dai locali quali siano i negozietti migliori per provare le varie specialità di ogni città e provatele senza riserve, rimarrete stupiti.


Piattino di falafel

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