Un piacevole appuntamento annuale questo, che mi ha portato ieri per la quarta volta a Vercelli a godere della mostra frutto della cooperazione della città con il Guggenheim. 40 opere importanti e mirabili di artisti italiani che la lungimiranza di quei collezionisti di oltre oceano hanno saputo raccogliere negli anni. Un percorso davvero completo che spazia tra il 1900 e il 1961 rimanendo così anche in tema con le celebrazioni di quest'anno. Avrete la possibilità di ammirare, assieme ai due gioielli della mostra, lo splendido étudiant di Modigliani mai uscito da New York e le inquietanti mani protese di Boccioni in una grande tela risplendente di colori, tutti i nomi italiani più importanti della prima metà del secolo scorso a partire da alcuni evanescenti pezzi di De Pisis, alla statica cosciente della nature morte di Morandi.
E poi De Chirico, Carrà, una straordinaria testa di Medardo Rosso, assiema alla nota replica delle Forme uniche della continuità nello spazio con tutta l'ansia futurista della velocità e dell'entusiasmo per l'industria nascente, fino al famoso Balla del Mercurio che passa davanti al sole. Ancora molte bellissime opere di Sironi per arrivare infine agli informali coi tratti di Fontana e di Vedova, la materialità di Burri ed i simboli della grande tela finale di Copogrossi che in realtà dà inizio a questo percorso al contrario ghiotto ed affascinante al tempo stesso. Il tutto all'interno del contenitore dell'Arca che, ad ogni appuntamento scopre una nuova anche se purtroppo piccola parte dei gioielli nascosti nelle sue pareti. Non rimpiangerete di certo la giornata vercellese, specialmente se i provvidi carissimi amici ve la completeranno con un sontuoso risotto alle quaglie, figlio del prodotto principe di questo territorio, come solo da queste parti si sa fare.
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2 commenti:
Un affascinante appuntamento con l'arte moderna, che da dei punti a rfelatà più grandi!
@adri - proprio così, e credo abbia amche un discreto successo di pubblico.
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