Dov'è la Cittadella più grande d'Europa? Domanda delle cento pistole. Ma è proprio qui da me, ad Alessandria, città che i suoi abitanti spacciano sempre per anonima. Invece eccolo qui il monumento notevole, talmente grande e importante che non si sa bene che cosa farne visto che l'esercito lo ha girato alla città. Così ben celato e mimetico che neppure i concittadini lo considerano e lo conoscono bene. Gli amministratori, al di là delle dichiarazioni ufficiali, si guardano intorno spauriti da tanta elefantiaca abbondanza e rimangono giustamente terrorizzati. Chi ci mette il grano e come farne un utilizzo congruo in una città che ha visto l'ultimo turista col circo di Buffalo Bill dal cuore gentil? Una città, che quando il lunedì mattina arriva l'Autozug, treno con auto, dalla Germania e scarica un centinaio di tedeschi affamati di Italia, tiene pervicacemente le serrande abbassate, perchè qui il lunedì mattina i negozi sono chiusi e non vorremmo che a qualche crucco gli venisse in mente di fermarsi un paio d'ore a spendere qualcosa, che se ne vadano via subito verso quella noiosa Toscana con tutte quelle case vecchie.
Iera il FAI, ha organizzato delle visite guidate con dei volenterosi studenti. Si è visto solo una piccolissima parte naturalmente, in un'ora e mezza a disposizione. Ma le gallerie, i magazzini sotterranei, i quartieri sono così immensi che già quando arrivi nella grande piazzaforte centrale ti senti quasi sperduto in quegli spazi immensi a misura di esercito più che di uomo. E pensare che da fuori, non appare affatto, completamente nascosta dall'erba che ricopre infingarda i bastioni disposti a schiere, l'uno a difesa e ad occultare l'altro, con una sequenza volta ad ingannare l'occhio militare più addestrato. E pensare che qui è cominciato tutto. Vent'anni dopo che Napoleone ne aveva apprezzato la straordinaria efficienza, ecco che nel 1821, un manipolo di ragazzi la prende, una classica occupazione e sul bastione sventola per la prima volta in Italia, il Tricolore, quello vero, non fatevi ingannare dalla quella bandiera quadrata, esibita qualche anno prima a Reggio Emilia, certo di tre colori, ma affatto diversa dalla nostra. Sono stati solo pochi giorni, poi nello stile più consueto, già decisamente italiano nella forma, è stato affossato tutto.
Un classico armiamoci e partite a cui i ragazzi generosamente avevano creduto, come se fosse partita sul Web o su Facebook, dando vita ad una rivolta che avrebbe dovuto infiammare con Santorre di Santarosa, tutto il resto del Piemonte e quindi tutta la futura Italia. Qualche vagito qua e là, poi appena visto che la cosa volgeva al peggio, via tutti, allineati e coperti a ritirare le chiappe e chi la testa invece l'aveva generosamente tirata fuori, zac, fucilato, imprigionato, esiliato. Così passerranno altri anni in attesa che qualcosa si muova. Intanto la fedina della città è segnata e il buon Re di Sardegna, che di qua passava continuamente per andare nella sua amata Genova, non ci si fermò mai neppure una notte, benché più volte invitato. Gente di cui non ci si può fidare, questi Alessandrini e forse non aveva torto. Rimane questo splendido monumento con la primavera alle porte, con i suoi immensi fossati tra bastioni infiniti che si susseguono a perdita d'occhio, che vi piacerà percorrere ricercando suoni di altri tempi, prima di tornare al centro dell'opera, tra gli ordinati quartieri di mattone rosso, immobili, in attesa di essere usati. Forse un supermercato o condomini in un futuro prossimo. Chissà, la storia aspetta al varco per giudicare il valore degli uomini.
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12 commenti:
Conosco poco Alessandria, ci sarò stata per lavoro due o tre volte ma sempre vai e torna, così non ho visto niente. Ma la cittadella deve essere bellissima, una visita sognante. Val la pena una corsa da Milano ad Alessandria per vederla.
La cittadella l'avevo vista solo dall'esterno. Molto interessante anche la tua ricostruzione storica. Speriamo bene circa la sua conservazione.
@Ambra - Non è che ci sia molto da vedere. Però questa cittadella in effetti è un pezzo forte che se fosse in Francia avrebbe la fila dei visitatori.
@Adri - Mah dati i presupposti, la cosa è abbastanza problematica.
Grazie Enrico di questa tua testimonianza sulla Cittadella di Alessandria, un gioiello che pochi apprezzano.
Gianna
Enrico,
se fosse in Francia, avrebbe la fila anche la schiera di torri di segnalazione ed avvistamento che risale la Val Bormida da Terzo d'Acqui sino ai bricchi.
E il castello di Tagliolo Monferrato richiamerebbe stuoli di visitatori (e bevitori) sin dalla Cina.
Martino Benzi
@Gianna - l'ho goduta meglio forse perchè ero in buona compagnia ;-)
@Marty - In Francia in paesotti tipo San Giuliano hanno la fila di gente a 5/10 Euro a testa per assaggiare una coscia di pollo arrosto o un bicchiere di vinotto anonimo in una cascina sgarruppata.
Spera solo che non venga in mente a qualcuno dei nostri amati politici di infilarci buona parte degli immigrati che stanno arrivando a frotte. Fortunatamente la maggior parte di loro è talmente ignorante che forse non conosce neanche il significato della parola cittadella e la vastità monumentale che la connota.
Per noi è una parte della nostra storia come lo era il ponte che la metteva in contatto con la città. Non parlare però di mettere supermercati perchè così sarà ,a quanto pare, per la caserma Valfrè dove si espanderà in tutto il suo splendore
l'Esselunga.Bisognerebbe avere maggiore rispetto per i luoghi dove si è fatta la storia e conservare questi luoghi a futura memoria per le generazioni a venire.Non pensare che io sia una vecchia nostalgica ma oggi mi gira proprio storta.
Paola
@Paola - Io ho sentito solo parlare di "valorizzazione" e a sentire questa parola mi vengono i brividi.
La Cittadella è davvero un posto che mantiene un suo charme ed in questo periodo è ancora più bella!
Ivana
@Ivana - davvero se riusciranno a sfruttarla come si deve, potrebbe davvero essere un grande atout per la città.
ero già stato diverse volte in cittadella per le fiere e spettacoli vari e, a parte la bellezza delle varie manifestazioni, non mi sono goduto la visita alla fortezza come avrei voluto. un sabato che non avevo nulla di importante da fare sono tornato in cittadella,(senza manifestazioni la cittadella è un oasi di pace, di tranquillità dove passeggiare,meditare, godersi questo grande monumento storico che è sempre stato nascosto nonostante fosse sotto gli occhi di tutti),ho scoperto che il sabato e la domenica pomeriggio ci sono i volontari del fai, fondo ambiente italiano che fanno le visite guidate (e non sono pubblicizzate dal comune) con un bel percorso e con una spiegazione storica del luogo, delle costruzioni, degli eventi storici, ecc. si dando molto da fare, con i pochi mezzi a loro disposizione, per farla conoscere agli alessandrini e oltre, speramo si riesca a preservarla e restaurarla.
@Anonimo - Il monumento è davvero unico, purtroppo il fatto di essere ad Alessandria, città troppo piccola per riuscire a mantenerlo e renderlo usufruibile crea un problema di difficile soluzione. I volontari fanno molto, ma di questi tempi con la scarsità di risorse in ballo, è davvero difficile immaginare soluzioni efficaci. Purtroppo.
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