giovedì 3 marzo 2011

Fiamme sul Nordafrica.

L'esperto è una tipologia di personaggio notevole. Dichiara di sapere tutto su un qualcosa di estremamente specialistico (non come noi poveri tuttologi che non sappiamo quasi niente, ma su tutto) e avendo questo skill (direbbero i cacciatori di teste) analizza i fenomeni del suo campo con molta competenza facendo previsioni logiche e circostanziate. Poi i fenomeni accadono e sono sempre completamente diversi dalle previsioni. Immediatamente dopo, legioni di quegli esperti sono pronti a sfoderare analisi dettagliatissime che spiegano circostanziatamente come mai quei fenomeni (non previsti) sono avvenuti. Questo accade regolarmente ad esempio nelle vicende di borsa (mi raccomando la regola di fare esattamente al contrario di quando segnalano gli esperti, ma che siano i più competenti, mi raccomando), o subito dopo le elezioni e in questi giorni da parte degli analisti di quanto sta accadendo nel mondo arabo.

Non un cane che ammetta di non aver capito un fico secco e tutti lì a fare analisi pontificando, quando a mio parere di tuttologo disinformato, il significato di quanto sta avvenendo è di una totale oscurità e di impossibile interpretazione. Intanto non si riesce capire come questa rivolta contro i poteri sia stata quasi contemporanea. In secondo luogo non ci sono e continuano a non apparire, capi evidenti che mostrino di voler dirigere le danze. La terza cosa, assolutamente curiosa e che mi pare, nessuno sottolinea, è che nei diversi paesi, i movimenti di protesta hanno la stessa motivazione di opporsi al potere, ma opposte radici. In Egitto e Tunisia, paiono laiche e mosse dai problemi economici, in Libia sembrano dettate da motivi tribali e di lotta tra fazioni, mentre mancano completamente le motivazioni sociali, negli emirati fino all'Oman invece sembra forte la componente religiosa antisunnitica, in Arabia Saudita predomina la richiesta di un riformismo bramato contro una famiglia autocratica, in Siria e Libano si agitano i problemi decennali incancreniti tra i diversi gruppi di potere, in Iran addirittura si vuole una caduta della teocrazia integralista. Nessuno riesce, ma neppure ritiene importante cercare di interpretare questi fatti. Rimane quindi impossibile capire cosa succederà dopo o anche nell'immediato. Se ognuno prenderà la sua strada, se si affermeranno deboli ma promettenti democrazie o se invece si rafforzerà la posizione integralista, se si riformeranno diversi nei nomi, ma uguali nei fatti, potentati di tirannelli locali interessati solo a riempire le tasche al proprio clan o se interi territori si sfalderanno in una pericolosa anarchia di tipo somalo.

L'Europa, diciamolo pure, se ne frega mentre invece laggiù si sta giocando forse il proprio futuro. Presa nei propri pollai locali (alcuni certo più ridicoli e vergognosi di altri) sa far balenare solo, da parte di chi ha interessi, fantasmi pro domo sua, pericoli di invasioni o di ulteriore spinta al terrorismo, oppure rimane impegnata a fare i conti di quanto costerà il petrolio. Intanto il lato sud del Mediterraneo brucia e a partire dalla Libia, potrebbe anche essere una cosa lunga, dato che il Vescovo che ama farsi baciare la mano dai sudditi pezzenti sembra ancora lontano dall'essere sbalzato di sella. Non ci rimane che aspettare la fine della storia per dare modo agli esperti che ritenevano Egitto e Tunisia due dei regimi più solidi e riusciti dell'area, di spiegarci come quello che è successo fosse assolutamente inevitabile e previsto e cosa avremmo dovuto fare.



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3 commenti:

nina ha detto...

Per essere un tuttologo che non sa quasi niente, non mi pare che te la cavi tanto male...
In questo campo mi sento nientologa che non sa quasi niente (quindi almeno un po' di coerenza mi va riconosciuta), e i nostri media non è che aiutino, come dici tu, a capirci di più. Sono tutti in vetrina a fere bella mostra di sè, sicuri che poi nessuno andrà a verificare quante cavolate hanno profferito con voce grave e piglio sicuro...
Un saluto e, se permetti...continuo ad approfittare.
ciao Nina

Anonimo ha detto...

Faccio riferimento alla riga ".....non si riesce a capire come la rivolta sia scoppiata in paesi diversi senza una regia comune.Non ti viene in mente l'Europa del 1848 ( mi ricordo del Saitta dove era rappresentata una cartina dell'Europa con fiammelle qua e là ad indicare i focolai di rivolta). Pensa che allora non c'erano mezzi di comunicazione rapida eppure è accaduto e, nonostante il quasi totale fallimento delle rivolte, si sono aperti scenari impensabili che,parlando
in particolare di noi hanno portato all'unità d'Italia.L'ho fatta molto breve per non tediare ma ci sarebbero ,secondo me, molti punti in comune tra l'accaduto di ieri e quello di oggi non ultimo un filo invisibili tra i vari popoli che, quando non ne possono proprio più ,esplodono con violenza, indipendentemente dalle motivazioni che ciascuno può avere ed ecco l'effetto domino come ormai molti oggi lo definiscono ma è vecchio di millenni.Parlo in particolare di popoli giovani non decadenti come quelli europei o del nord America dove c'è voglia di cambiare anche a costo della vita e dove le sofferenze e la vita grama inducono a ribellioni .Da noi anche i ragazzi,pur non potendone più per ora si limitano a dimostrazioni incruente fatte più di slogan che di altro; sembrano quasi assuefatti e poco interessati ma chissà che l'effetto domino non arrivi ,anche in ritardo, da noi.
Paola

Enrico Bo ha detto...

@Nina - vedi i tuttologi acquisiscono con l'esperienza, l'arte di far credere che qualcosa sanno, ma ti assicuro è tutta fuffa. Però mi fa piacere se passi a trovarmi.

@Paola - Sì anche a me era venuta quell'idea , ma l'800 mi sembrava un'epoca piena di ideali che noi oggi per la più parte consideriamo retorici e buoni per i gonzi, ma forse il nordafrica di oggi ha ancora quella "ingenuità" che permette di credere in ideali disgiunti dal la vile moneta. Sarebbe bello, ma da bastardo dietrologo quale l'esperienza ti fa diventare, mi sembra di vedere dietro tante facce , qualcosa di meno chiaro, di pericoloso. Vedremo.

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