sabato 16 marzo 2019

Central India 1 - Notte in aeroporto




Cercando il vestito giusto

Verso Port Blair
E' buio fuori. Abbiamo lasciato il Bangladesh con un po' di dispiacere nel cuore, troppo poco tempo, troppe cose lasciate indietro sapendo che le probabilità di tornare a rivederle son quasi nulle. Com'era diverso, quando eri giovane. Lasciavi un paese, e difficilmente qualcuno tra quelli visti ti aveva deluso, con la ferma risoluzione di tornare, prima o poi. Il tempo davanti a te era tanto e potevi mettere questa possibilità nell'elenco dei desiderata futuri, anzi, l'esperienza sarebbe stata da guida utile, per quello che avevi imparato, per non ripetere errori e inesperienze. Adesso tutto è diverso. Quando lasci un luogo, porti con te la malinconia di un arrivederci falso, che già sai bene essere nella realtà un addio. Così ragioni mentre l'aereo vola nella notte fino alla vicina Calcutta, città che proprio perché hai già visto, diventa solamente tappa di transito in quel non luogo che è l'aeroporto, quella terra di nessuno dove si incrociano i destini della gente, quasi simile a tutti gli altri che hai visto, se non nella forma, quantomeno nella sostanza. Avresti voluto andarci via terra, di certo itinerario più interessante, ma la burocrazia dei visti lo ha impedito stavolta. Il solito braccino corto ti ha spinto poi, a guadagnare un giorno e a risparmiare contemporaneamente la inutile, ma riposante notte in hotel. Partiti tardi e questa volta per fortuna in ritardo, arrivati ancor più tardi, ormai è notte piena, con il prossimo aereo che parte la mattina presto e ancora tante ore davanti per aspettarlo sulle maledette poltroncine, scomode e sempre più dure ogni anno che passa. 

Al mercato
Certo, ti autoconvinci che arrivati a mezzanotte, saremmo giunti in camera coi bagagli, se andava bene alle 2:00 e visto che il volo è alle 5:50, per arrivare al più tardi alle 4, bisognava alzarsi alle 3:00, un'ora di sonno inquieto, quindi quella era la scelta giusta, ma accidenti trovare una posizione non dolorosa su 'ste cavolo di sedie è davvero un tormento. Cerchi di fartela passare, andare a cercare il punto dove tra un po' scatterà l'ora del check-in, di adocchiare quelle sedie che apparentemente sembrano più comode, avendo speso gli ultimi taka alla partenza per una merendina di segatura, ma è pesante, ragazzi, non abbiamo più l'età di passare le notti sulle poltroncine! Sumita, invece è una ragazzina dolcissima, seduta di fianco a me, col nostro stesso problema. Aspetta l'aereo di domattina che torna a Guwahati in Assam, poi sarà ancora in giro tutto il giorno per arrivare al suo paesotto e attacca bottone volentieri. Ha la voce sottile e piena di miele, parlando un bell'inglese corretto, ciondolando la testa per assentire e mostrando i capelli nerissimi sotto la dupatta chiara che li avvolge. E' venuta a Calcutta per un colloquio di lavoro. Sembra una ragazzina di quindici anni, così minuta e raggomitolata nel suo foularone colorato, ma è laureata in ingegneria e si vede che spera in un futuro diverso da quello che forse è stato il cortile della sua casetta di campagna che mi immagino popolata di capre e vacche, di escrementi da raccogliere e far seccare al sole. 

In volo
Forse è una di quelle ragazze che alla scuola del villaggio spiccava per la sua intelligenza o volontà oppure i suoi avevano già un minimo di benessere e sono riusciti a raggranellare i soldi per farle frequentare un istituto confessionale, forse cattolico. Da qui ha potuto spiccare il volo, cosa assai inconsueta per una ragazza, indiana, non di città, oltretutto di uno stato periferico e povero come l'Assam, verso una università cittadina e adesso è lì con quei due occhioni grandi e pieni di speranza che sogna la grande città, il lavoro di qualità che potrebbe dare una svolta alla sua vita. Che tenerezza fanno le piccole guanciotte rosa di Sumita, mentre gli occhi carichi di sonno si stanno chiudendo. Forse questa è ancora una terra di occasioni per chi ha la grande volontà di cercarle e di coglierle. Se ne va prima di noi, con un valigino minuto, come di certo saranno le sue cose. Buona fortuna! Due famigliole davanti a noi invece, non smettono un attimo di parlare, le donne almeno. Sono una mussulmana e una hindù, almeno questo raccontano i loro indumenti, tuttavia sembrano amiche per la pelle e sghignazzano allegramente mostrandosi l'un l'altra qualche contenuto sullo smartphone. La figlia di una delle due sta un po' più sulle sue, con la supponenza delle adolescenti distaccate. I padri invece sono più silenziosi, bello cicciotto e con una barbaccia salafita rossa di henné uno, svagato e con l'aria di chi sogna finalmente il suo letto lontano, l'altro, decisamente segaligno e allampanato, con baffi nerissimi. 

Spiaggia andamana
Me lo immagino, la mattina che se li pettina accuratamente ritoccandone il colore con uno spazzolino impregnato di nero. Pescano tutti da enormi sacchetti di patatine al gusto masala, il cui odore pestilenziale tracima tra le le file di sedie e arriva come un gas venefico fino a me che mi torco in tutte le direzioni cercando una posizione decente. L'odore di India è pervasivo ed inequivocabile. Intanto il tempo passa con una lentezza esasperante fino a quando con largo anticipo non arriva il momento di andare al bancone, espletare tutte le pratiche del caso, ormai anche qui devi fare tutto da solo, stamparti il boarding pass, checkkare i bagagli, cappero, con tutta la manodopera che c'è non si potrebbe dare un po' di lavoro in giro? Bravo dice il diavoletto, ma se cerchi sempre il biglietto che costi il meno possibile, che già si arrabattano a limare i costi in tutti i modi e poi le compagnie aeree falliscono lo stesso. Insomma la realtà è che non siamo mai contenti e soprattutto quando sei in condizioni di anche solo leggero disagio, il motivo per lamentarti è sempre pronto. Per fortuna ho perso un po' di tempo per litigare col cambista del l'unico baracchino aperto di notte nella grande hall di attesa. Sarà che è l'unico, sarà che all'aeroporto approfittano, ma il malandrino voleva cambiarmi 100 verdoni a 60 invece che a 79 rupie come recita il giusto bugiardino e che troveremo poi da ogni parte in giro. Una cresta del 25%, non male, anche se sono mezzo addormentato. Mi faccio dare indietro i soldi, che il drudo aveva già incamerato con destrezza, dopo uno scambio di male parole, ognuno nella propria lingua madre beninteso. 

Andamano
Intanto eccolo lì, l'aereo che ti porterà alle isole Andamane, zolle di terra sabbiosa, perdute nel golfo del Bengala, ma così a sud dal crederle, guardando l'atlante, a carico della vicinissima Birmania e invece per quelle bizzarrie della storia e della politica, accreditate all'Unione Indiana. E' uno sfizio che mi sono voluto togliere, soltanto tre giorni di certo troppo pochi per farsi un'idea, ma la curiosità è tanta ed a questo piccolo angolo di mondo, così lontano, di cui ho favoleggiato a lungo, fin dalle prima volte che venivo nel subcontinente e sempre rimandato, volevo buttare comunque un'occhiata. Forse solo per poter dire che ci sono stato, forse perché ho letto cose interessanti al riguardo, forse perché quando passi così vicino a qualche cosa che reputi interessante, vuoi almeno per un attimo posarci il piede. Eccolo qua, l'aereo parte in orario, la luce cresce nel cielo alla mia sinistra, mentre fa rotta verso sud, un paio d'ore e saremo arrivati. Certo che è un po' strano che per arrivare a uno dei tanti supposti paradisi perduti, ci voglia in fondo un attimo, lo stesso aereo con cui vai a Parigi o a Londra o a NewYork e che ti ci catapulta in un brevissimo lasso di tempo, assieme ad una valanga di altra gente. Forse non sarà proprio perduto questo paradiso, perlomeno lo hanno già ritrovato in tanti, così almeno mi sembra ad una prima occhiata. La stazione aeroportuale di Port Blair invece è in linea con le attese, uno spiazzo asfaltato con un capannone che mi sembra la stazione di Valenza Po. Si scende a piedi, le valigie calano giù assieme a te, allunghi la mano e sei già fuori a buttare un occhio per vedere se c'è qualcuno che ti aspetta.

Andaman Islands

SURVIVAL KIT

Voli - Come ho già detto per ottimizzare, evitando una notte a Calcutta, ho preso il volo Indigo da Dhaka delle 18:30, sui 70 Euro, senza dovermi così preoccupare del ritardo di un ora, tanto il volo Kolkata-Port Blair con Air India parte alle 5:50 e in due ore ti porta a destinazione per circa 100 Euro (8560 Rupie).





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