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Sul fiume |
Ecco arrivato il momento di tirare le somme di questa purtroppo breve toccata e fuga in Bangladesh, il penultimo dei paesi del subcontinente che ancora non conoscevo. E' quasi inutile la solita premessa che una settimana è assolutamente insufficiente a dare un giudizio che abbia un senso su di una intera nazione, della quale per di più si è riusciti a vedere soltanto una piccola parte, ma penso che anche in questo caso, una permanenza pur breve di possa dare tutta una serie di sensazioni, di messaggi, di scosse comunicative, che valgono la pena di essere registrate, forse anche solo per essere smentite da chi ha più approfondite conoscenze della materia. Dunque veniamo alla prima scarica adrenalinica che dà il paese nel suo insieme ed in particolare nei suoi primi contatti all'arrivo. Mai come qui ho avuto chiara e netta, la sensazione tattile della moltiplicazione esponenziale ed inarrestabile della specie umana, della quantità numerica ossessiva alla quale può arrivare il pianeta e che nessuna forza o calamità, guerra, epidemie, miserie, carestie, può in nessun modo arrestare. Di questo aspetto, a causa di un traffico ossessivo che tutto blocca continuamente, dell'essere sempre circondato da una folla innumerevole che ti schiaccia, ti spinge e ti costringe a percorsi obbligati, dall'avere difficoltà a trovarti in luoghi solitari ed isolati che probabilmente neppure più esistono, hai una costante prova ogni giorno ed in ogni luogo in cui ti troverai.
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Al mercato |
Tuttavia c'è anche un altro importantissimo aspetto da valutare, a causa del quale, detto in questo modo, dovresti parallelamente trovarti in un mondo avvolto in una disperazione senza fine, in una terra di dolore assoluto e privo di raggi di luce che illuminino la speranza del futuro. Invece avrai sempre una impressione opposta. La gente che ti circonda è, almeno in apparenza, gioiosa, accogliente, comunicativa, disponibile ad avere con te un contatto amichevole e cordiale, se non ad aiutarti in ogni modo di cui tu manifesterai il bisogno. Non voglio dire che questo significhi che è un popolo felice in assoluto. Di certo sarà, come tutto il terzo mondo, assillato da problemi materiali e non solo, ma l'atteggiamento generale appare sempre gioioso e sereno, cosa che ti mette automaticamente di buon umore e disponibile a considerare in positivo le cose che vedrai. Tutto questo, che accade anche in altri paesi poverissimi, per carità, a mio parere è dovuto al fatto che la nostra specie, come ho già avuto modo di rimarcare, ha una capacità adattativa straordinaria, sia per quanto riguarda le condizioni naturali, prosperando ed avendo vite piene tra i ghiacci, come tra le sabbie dei deserti più inospitali, nel folto delle jungle selvatiche come tra gli acquitrini più malsani, tra le montagne di immondizia o in mezzo a scoli di fogna maleodoranti, anzi in questi frangenti estremi moltiplicandosi con ancora maggiore feroce compulsività.
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Alba sul lago |
Il rammarico è quello di non aver potuto trascorrere qualche giorno nelle Sunderbands, l'immenso dedalo di paludi e bracci d'acqua dell'estremo delta che costituisce una parte importante ed assolutamente unica di questo paese, con le sue suggestioni salgariane e la sua vita sull'acqua. Anche della parte a nord di Dhaka mi parlano assai bene, con interessanti templi e altre presenze storiche importanti. Insomma diciamo che consiglierei per una visita più appagante, di prevedere almeno due settimane di permanenza. Un ultimo aspetto a mio parere di grande interesse è quello che potrete avere nelle vicinanze di Cox's Bazar e di cui vi ho già accennato, nell'apposito post. Questo poverissimo paese, che di suoi problemi interni, ne ha già un numero piuttosto rilevante, si è fatto carico laggiù, dell'esodo biblico della popolazione Ronghya proveniente dal Myanmar, da cui almeno un milione di persone è riuscito a sfuggire, tanto per cambiare coi barconi, alla pervicace e ben ordinata operazione di pulizia etnica, perseguita dal potere militare buddista di quel paese, nel completo e connivente silenzio del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, che dimostra come è facile il passaggio dall'essere perseguitato a diventare persecutore. La tragedia continua tra il disinteresse generale. Ad esempio la correligionaria Malaysia, concede un appoggio di accorato sdegno morale alla faccenda, con dichiarazioni pubbliche e grandi manifesti nelle strade, ma non si prende carico di un profugo che è uno, mentre questi perseguitati, finiscono tutti nelle tendopoli bangladeshi.
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Fumando la pipa |
Sarà molto interessante anche per voi, farvi un'idea del business che si crea attorno a tutto ciò attraverso la presenza dei colossi delle organizzazioni internazionali ed alle loro metodologie di intervento. Per andarci a mettere proprio il naso dovrete procurarvi un invito da parte di qualcuna di queste organizzazioni, naturalmente. Insomma tirandole somme, un paese in cui vale la pena assolutamente di andare, cercando di fare qualcosa di più che una semplice toccata e fuga. Penso che rimarrete sicuramente colpiti, dalla piacevolezza degli abitanti e dai tanti contrasti che di certo avvertirete. Rimarrete parimente interessati, se questo aspetto è nelle vostre corde, da tutta la parte etnografica, visitando i territori in cui vivono le tribù di origine sinotibetana, che per l'isolamento in cui sono vissute per secoli a causa della difficoltà di penetrazione dei loro territori, tagliati anche fuori dalle grandi rotte commerciali, hanno mantenuto caratteristiche tradizionali vivaci e differenziate ed inevitabilmente destinate a scomparire velocemente. In più avrete come giunta, il fatto che le aree in cui sono stanziati questi popoli sono davvero molto belle dal punto paesaggistico. Se ne avrete la possibilità, come plus aggiuntivi cercate di far coincidere il vostro viaggio con qualche grande manifestazione come il Kite festival a Cox's bazar o la famosa festa induista che si svolge verso novembre a Dubla nelle Sunderbands col bagno collettivo di decine di migliaia di persone. Quindi il mio consiglio è di meditare un viaggio da queste parti, non soltanto per aggiungere una figurina al vostro album di paesi visitati, ma proprio perché ne vale intrinsecamente la pena.
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Tra le colline |
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Meditazione |
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