venerdì 29 marzo 2019

Central India 6 - Raipur





Bassa marea
Eccoci dunque nell'aeroportino di Port Blair a meditare su questa brevissima esperienza andamanese, in attesa di imbarcare per Kolkata o Calcutta che dir si voglia ragionando alla vecchia maniera. Ora, posto che tre giorni sono troppo poco per tirar giù dei conti precisi, ciò non di meno è d'obbligo ugualmente comunicarvi la sensazione di fondo che ho ricevuto da questa esperienza. Prepotentemente si affaccia subito un dato incontrovertibile. L'area visitabile in questa toccata e fuga non può andare molto al di là delle vicinanze della capitale nella Grande Andamana, al limite con una puntata in qualche isolotto vicino ed un breve soggiorno ad Havelock che viene generalmente indicata come il meglio a portata di mano. Appare evidente comunque che il luogo come descritto, è al momento sovraccarico di turismo, in particolare locale, cosa che non può comunicare quelle sensazioni di paradiso perduto, quell'abbandono di isola dei mari del sud, di spiagge bianche e solitarie, il format, insomma, inseguito dagli amanti dell'esotico marino, di cui si favoleggia nei racconti di raggiungimenti di luoghi sconosciuti e di scoperte epocali. La realtà attuale è questa. 

Alta marea
Isole piene di vacanzieri, spiagge moderatamente popolate ma piuttosto invase da plastica e alghe, spesso poco praticabili per la bassa marea (come moltissime altre spiagge di questa parte di mondo), soluzioni di permanenza piuttosto care nei confronti del servizio reso, nulla di assolutamente imperdibile, anche se il soggiorno è niente affatto spiacevole, anzi, un paio di giorni di riposo marino, in questi viaggi sono sempre da considerare un toccasana. Tuttavia dovete mettere in conto lo sbattimento ed il costo da affrontare per raggiungere il luogo, pur sempre lontano, costoso volo di due ore ed altrettante al ritorno, traghetti che vi mangiano una mezza giornata per il trasferimento e una cifra globale che per la nazione in oggetto è comunque sopra la media del budget. Forse, ma non ho dati personali come pezza di appoggio, sarebbe il caso, come già detto precedentemente, di una permanenza di una settimana/dieci giorni, con spostamento a Nord Andaman o altra isola più fuori mano, da impegnare anche con molta attività di snorkeling. Le relazioni entusiastiche di amici anche di prima mano che hanno visitato l'arcipelago in tempi passati, sono di parere diametralmente opposto al mio. 

In volo
Reputo questa discrasia dovuta appunto o ai molti anni trascorsi dalla loro esperienza, valutando che nella maggior parte dei casi, il turismo di massa si mangia velocemente la magia di certi luoghi, o appunto alla possibilità di spostarsi in località meno battute grazie ad una permanenza prolungata. Diversamente consiglierei di saltare questa tappa, impegnando meglio energie, tempo e danaro in terra continentale. E con questo concludiamo il capitolo. Dall'alto, mentre l'aereo guadagna quota, le macchie di verde affogate nel blu scuro del mare circostante, bordate dai sottili nastri di sabbia su cui indovini la linea bianca della schiuma della risacca che si frange sulla riva, sono comunque attrattive ed il ricordo degli appena trascorsi ammolli nel brodo primordiale di acque calde e carezzevoli, non offende affatto, anzi la chiosa finale potrebbe anche essere che ogni esperienza, anche se inferiore alle aspettative, vale sempre la pena di essere vissuta. Intanto sei ancora lì che rimugini all'interno dell'aeroporto di Kolkata, moderno, nuovo, come tanti di questi non luoghi asetticamente simili nell'Oriente della crescita tumultuosa del benessere e dell'economia, dai sentori così diversi dall'anima di quella città, così vicina e così ancora legata agli stereotipi dell'India del passato, che quasi ti sembra che il suo sentore, il suo olezzo, tracimi attraverso le immense superfici vetrate, barriere ufficialmente invalicabili all'odore indiano, che forse si agita soltanto nelle pieghe dei tuoi sentimenti e delle tue aspettative intrise di pregiudizio. 
Havelock island
Poi viene il momento del balzo successivo che ti porterà a Raipur, una città ufficialmente anonima anche se capitale del Chhattisgarh, piccolo stato un tempo parte del confinante Madya Pradesh, che coi sobborghi arriva quasi a 3 tre milioni di abitanti, il ché la pone solo al cinquantesimo posto tra le città più popolose dell'India, tanto per darvi un'idea. Ufficialmente è piuttosto anonima, essendo prevalentemente una città commerciale che si sta sviluppando sulle risorse minerarie ed agricole dell'area, apparentemente consistenti. Mentre guadagniamo il centro in cerca del nostro albergo, la senti come un esempio medio della moderna metropoli indiana, in sviluppo tumultuoso, dove la modernità dell'occidente e della sua presenza tecnologica è ancora impregnata profondamente delle abitudini di un paese dove i tempi sono ancora dilatati,  i rapporti tra le genti, regolati da tradizioni millenarie, dove mercati e baracche si alternano senza sfregio a grattacieli di vetro ed acciaio, i negozi del lusso e le auto coi vetri oscurati sono circondati da schiere di ciclorisciò o file di dabbawalla che portano in quegli stessi templi del lusso e della modernità, tazze di thé fumante e speziato e pentolini di cibo cucinato in strada. I profumi del cardammomo e del curry masala si mescolano all'aroma del caffè di Starbuck e allo sfrigolio degli hamburger di McDonald, i fritti dei pentoloni neri pieni di samosa, con quelli del pollo croccante dei tanti KFK.

Festa Sikh
L'albergo che ci accoglie dopo la giornata di sbattimento, tre aeroporti, trasferimenti e compagnia cantante, è moderno e fastoso, anzi pare scelto dalla buona società locale per feste ed eventi. C'è infatti in corso un raduno della comunità Sikh cittadina, forse per un fidanzamento ufficiale o qualche cosa di simile, non è ben chiaro. Tuttavia la sfilata, che si dipana tra fiori e coroncine, di vestiti fastosissimi delle signore, cariche di gioiellame di un certo peso, è assolutamente godibile, Tra il baluginio delle paiettes, il cachemire degli scialli e le borse eleganti griffatissime e gli abiti scuri degli accompagnatori, esplodono le macchie vivissime dei monumentali turbanti, rossi, verde brillante, gialli e vermigli che troneggiano al di sopra di barbe e baffi imponenti. Molti, di certo stupiti dalla nostra presenza in questa hall maestosa, qui la presenza di turisti occidentali è decisamente anomala, vengono subito a domandare notizie a riguardo, complimentandosi per il nostro interesse per il paese ed augurandoci il meglio per i nostri giorni futuri. Si informano sull'itinerario previsto, danno consigli, raccomandano attenzione per la tappa finale che rappresenta il clou del nostro viaggio. Questa è l'India, curiosa ed accogliente. Poi la sfilata di questa, che è di certo una parte di rilievo della società cittadina, si dirige verso qualche salone privato dal quale proviene un tintinnar di cembali e di posate. In tanto dal fondo della sala, ecco arrivare l'amico Ashish che non vedevo da un paio d'anni, che ci accoglie con un largo sorriso sul viso e il pacco di documenti che ci serviranno per cominciare questo itinerario particolare che domani andrà ad incominciare.

Nella hall del Celebration Hotel


SURVIVAL KIT

Con l'amico Ashish
Voli - Per il ritorno dalle Andamane, ho utilizzato un volo IndiGo (10:35 - 12:35) con stop a Kolkata (3 ore) e successivo proseguimento per Raipur (15:15- 16:35) per circa 7.000 R a testa.

Hotel Celebration - Shri Gurun Govind Singh Chowk-  Raipur. L'albergo presenta molto bene dal di fuori e negli spazi comuni, tutti ben rinnovati, fornito di centro benessere e piscina. Camere più normali, ma ben fornite, ragionevolmente pulite (4000 IR la doppia inclusa colazione). Bagno ben dotato, AC, TV, free wifi, personale molto gentile. Ottimo il ristorante, curato con buona scelta di piatti. 


Spiagge

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