domenica 12 marzo 2023

Leb 2 - Finalmente in volo


Volando - foto T. Sofi

E vai, è arrivato il momento, ci facciamo tutta la trafila dei controlli, necessari ma sempre un po' fastidiosi per l'italiano medio che comunque trova sempre qualche cosa da ridire a proposito; il fatto è che la scarica di dopamina data dalla contemplazione estatica dei tabelloni coi nomi delle capitali del mondo, dopo un po' si esaurisce e sopravviene lo scazzo, ma intanto quando non succede niente di imprevisto, rimane il fatto che sei davanti al gate di imbarco sempre troppo tempo prima e l'attesa rinfocola il tedio e il timore dell'imprevisto sempre in agguato. Comunque prima o poi il momento del boarding now arriva, l'altoparlante gracchia, tutti corrono a mettersi in fila davanti al bancone anche se qualcuno sarà ricacciato indietro con disonore perché è in lista tre invece che due e anche se ognuno sa che comunque sarà caricato a prescindere e infine le porte della manica che conduce al ventre dell'aereo, si aprono e la massa corre ad infilarcisi, per rimanere poi in coda nuovamente di fronte al portellone, dato che la gente si deve comunque sedere nella parte del cosiddetto carro bestiame, sistemare gli scarni bagagli consentiti nelle cappelliere e prendere posto. Infine dopo la chiacchierata che ognuno ha ormai sentito con fastidio mille e mille volte, sull'uso del giacchetto salvagente, che in caso di bisogno, tanto nessuno saprà usare, si rolla sulla pista e quando senti la spinta furente dei motori, l'accelerazione che ti incolla al sedile, le ruote rumoreggiano sulla pista e il pesantissimo, spaventosamente tozzo mezzo volante, sembra che non riuscirà mai a sollevarsi, miracolosamente ecco che il muso si alza verso l'alto, le ruote si staccano completamente da terra e il rumore cambia, si attutisce, quasi volesse dirti, tranquillo che anche questa volta ce l'abbiamo fatta. 

Dai, se lo guardi da fuori è impossibile che questo affare mostruoso, riesca a volare eppure ce la fa inopinatamente, è un po' la storia del calabrone. Comunque quando sei ormai sopra le nuvole, passate anche le Alpi che sono sempre un bel vedere, un ragionamento subito si impone. Ma come è possibile che le compagnie aeree abbiano così tanto peggiorato il servizio? Capisco che il Covid le abbia mazzuolate duramente, costringendole a salti mortali carpiati per resistere; qualcuna infatti è fallita e non mi riferisco ad Alitalia e succedanei, che tanto quella fallisce comunque ogni tre per due, altre si sono dovute ridurre o raggruppare, ma adesso mi sembra che la paura sia passata e anzi che la gente voli più di prima. Tutti i voli che ho visto ultimamente erano pieni zeppi e gli aeroporti rigurgitano di viaggiatori in astinenza da viaggio. Invece cosa dobbiamo vedere oggi? Cominciamo a dire che io, casualmente certo, ho preso Lufthansa, mica bau bau micio micio, eppure bisogna sottolineare che siamo a livello di una low cost della peggior specie, non ci sono neanche più gli schermini per un filmaccio di serie B, robe da Air Lesotho, senza offesa naturalmente. Personale ridotto all'osso, servizi eliminati dove è possibile, spazi ridottissimi, cibo, se possibile ancora più immangiabile di prima. Nella tratta Malpensa - Francoforte, un bicchiere d'acqua e in quello successivo, lungo, dove c'è un obbligo IATA di fornire una cosa definita come pasto, un panino congelato improponibile ad ogni essere senziente. 

Ora visto anche l'impennata del prezzo dei biglietti, mi sembra che qui stiamo esagerando. Per la verità Lufthansa, l'avevo già messa in black list da una quindicina d'anni, quando mi aveva cancellato 180.000 miglia che accumulavo certosinamente nella speranza di arrivare a 200.000 che a quei tempi, davano diritto al biglietto giro del mondo. Per carità avevano ragione loro, perché c'era una scadenza, ma ad un cliente fisso che era arrivato anche alla carta Senator, se sei serio dai un avviso prima della scadenza che almeno si riscuota le miglia con uno dei tanti oggetti possibili elencati sul patinato catalogo premi che veniva puntigliosamente fornito nella taschina davanti al sedile. Adesso non c'è più neppure la rivista, abolita per risparmiare, forse disponibile on line, mentre è rimasta solo quella dell'acquisto di cibarie a pagamento, casomai il panino non ti bastasse. Comunque a causa di questa mancanza di riguardo, si sono fumati almeno una trentina di viaggi miei e della mia Gentile Signora e peggio per loro, se non hanno un responsabile della customer care adeguato al compito. Comunque diciamo che, obtorto collo, ci sono ricaduto, dato che era il prezzo migliore sulla tratta e capirà, signora, in questi casi bisogna essere pragmatici e passare sopra alle dichiarazioni di principio, direbbe un politico avveduto. 

Comunque sia eccoci al gigantesco hub tedesco, il mostro frankfurtesco, che mi sembra continui a crescere a dismisura, non ricordavo ancora il terminale Z, non ritengo creato per ingraziarsi le orde putiniane, in cui davi calcolare chilometri di passeggiata per spostarti in transito da un volo all'altro. Beh, diciamo che anche questo serve a far passare il tempo, che pare interminabile in questi casi. C'è pure l'opportunità di calmare i morsi della fame lasciati dall'avarizia del vettore, così mi faccio rapinare euri 4 (quattro in lettere) per un mitico minibretzel col formaggio, che si rivela una porcheria gnecca e quasi immasticabile, una specie di sofferenza aggiuntiva sul cammino di un pellegrinaggio della via dei crociati. Alla fine anche il volo finale parte verso la meta, non si pensa più al comfort inesistente, ma si anela solamente ad arrivare, concluso il purgatorio volante, appunto momento di espiazione dei peccati di ieri e di domani, almeno speriamo, in una scommessa pascaliana che preveda almeno una possibile reincarnazione, migliore di quella già pur straordinaria (guai a lamentarsi) che abbiamo. Quando le ruote dell'aeromobile provocano quella bella botta sorda sul terreno, mentre le costruzioni del nuovo aeroporto sfilano veloci ai tuoi fianchi, vuol dire che anche questa è fatta, il tormento è finito ed è arrivato finalmente quel momento incredibile nel quale per l'ennesima volta speri di assistere ad un miracolo, assolutamente inspiegabile con i meccanismi della logica, la manifestazione che esiste una implacabile entità superiore che, benignamente e senza ragione specifica, né tuo merito, fa comparire su quel lungo nastro rotante, la tua valigia, ben riconoscibile dal nastro rosa con le fragole rosse, che la contraddistingue dalle sue innumerevoli sorelle. 


SURVIVAL KIT

Volo - Come ho detto Lufthansa via Francoforte. Partenza comoda alle 10:55 da Malpensa. Arrivo a Beirut alle 19:40. Neo, il ritorno che parte da Beirut alle 3:35 del mattino e forse è per questo che era in assoluto il meno caro per quei giorni. Tuttavia, per i braccini corti, considerate che questo disagio, dà anche l'opportunità di risparmiare una notte di albergo a Beirut. Comunque costo del volo 230,90 €. Bagaglio eventuale in stiva 70 €, orami tutte le compagnie sembra lo quotino a parte. In ogni caso, per una sola settimana di permanenza, se siete parchi, può anche essere sufficiente il bagaglio a mano compreso (con le misure nei limiti).


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2 commenti:

Simona ha detto...

Davvero su Lufthansa è come stare su una Ryanair qualunque? A me in volo viene una fame pazzesca.
Comunque sto navigando tra i siti alla ricerca di una destinazione qualsiasi ed è complicato perché quest'anno la meta la sceglie il prezzo più umano. Vorrei tornare in Giappone, il volo mi costa quanto uno stipendio...

Enrico Bo ha detto...

@Sim - Questa è la sensazione, ahimé. Comunque in effetti i prezzi dei voli sono ... decollati

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!