lunedì 28 maggio 2018

Moldova 7 - Le cantine di Cricova


Cantine di Cricova - I pupitres


Vigneti moldavi
Lasciare il monastero dispiace; rimani ancora un poco ad ammirare le aiuole fiorite, l'antica campana caduta dal campanile, prima di esservi completamente issata e che non è mai riuscita a dare neppure un rintocco; dai un ultimo sguardo alle grotte allineate nella falesia, ai ruderi misteriosi, immaginando cosa ci possa essere là sotto. Forse valeva la pena di fermarsi di più tra le anse di questo fiume tortuoso per dipanare meglio i nodi aggrovigliati della mente, guardando il verde acerbo delle vecchie viti che rinascono ad ogni primavera, unica promessa di continuità e di rinnovamento allo stesso tempo. Ma sarà pure ora di pranzo, allora gambe in spalla, abbiamo visto arrivando, un delizioso posticino al di là della statale, quasi nascosto tra gli alberi sul bordo di un piccolo stagno tranquillo. Quasi nessun avventore, nessun rumore fastidioso, solo il frusciare leggero delle papere nell'acqua ferma. Alberi dappertutto intorno alla tettoia di legno all'aperto, dove assaporare un bella zuppa calda alla georgiana (il proprietario viene da laggiù) e poi uno dei classici piatti della cucina moldava, delle deliziose braciole di maiale e verdure alla griglia saporose e tenerissime, quali mai avevo assaggiato. 

Piatto greco - Museo del vino
Questa sarà una costante del viaggio, la carne di maiale di qualità assolutamente unica, innaffiata da un'ottima birra, la Chisinau, tanto per cambiare, leggera e beverina, non troppo amara come piace a me. Insomma una pausa ristoro che ci voleva proprio, per prepararci alla bella sorpresa che ci aspetta nel pomeriggio. Già, perché è venuto il momento di affrontare uno dei punti nodali dell'agricoltura moldava, che l'aveva resa famosa nel mondo dell'est e che, ancor più migliorata e modernizzata, ora vuole affacciarsi anche al resto del mondo. Sto parlando della realtà vitivinicola che rimane forse la più grande eccellenza agroalimentare di questo paese. Dovunque vai e qualunque strada tu percorra, date anche le caratteristiche poco dissimili del territorio, sempre vedrai, inframmezzati tra i larghi campi a cereali o ad oleaginose, grandi appezzamenti di vigneti, dai filari bene ordinati, dei quali non riesci a valutare l'ampiezza che si disperdono nei versanti a solatio delle colline. Inoltre in ogni paesetto che attraversi, noterai che dietro ogni casa, ogni fattoria, accanto all'orto o al piccolo pascolo per gli animali di casa, c'è sempre un quadrato di viti evidentemente deputate al fabbisogno di vino della famiglia che vive lì, il famoso vino di casa, che ti viene offerto ogni volta che qualcuno ti invita tra le mura di casa sua e anche ogni convento ha la sua vigna per il fabbisogno dei monaci e l'uso sacro durante le messe. 

Antico torchio
Insomma un aspetto imprescindibile che da secoli ha reso famoso il paese intero. Infatti lo stesso impero zarista, ben conscio di questo aspetto, lo aveva voluto valorizzare con la creazione di grandi aziende che dovevano servire alle forniture di corte. Tutto questo era proseguito durante il 900 e la Moldavia, assieme a Georgia e Crimea, attraverso Sovcoz dedicati, erano il serbatoio senza fine del vino (e del brandy) che dovevano servire alle repubbliche socialiste. Tutta questa tradizione non poteva certo andare perduta dopo il disfacimento del nuovo impero e, salvo un brevissimo periodo di appannamento, dovuto ad una ventata antialcolista del periodo gorbacioviano, subito superata, la produzione vinicola ha ripreso fiato anche se non con i fasti del tempo passato. Io stesso, ai tempi, avevo contribuito alla fornitura di un macchinario di imballaggio per una grande cantina della zona e ricordo ancora un grande contratto per una linea di imbottigliamento che immediatamente dopo allo spezzettamento dell'URSS, andò in cavalleria per mancanza di fondi, visto che in pratica non c'era più uno stato che pensava a queste cose. Ho ancora, su un vecchio passaporto il visto di entrata, ottenuto con fatica e rimasto inutilizzato, come il mio desiderio di visitare questo paese e che ho dovuto così rinviare fino ad oggi. 

Borgogna 1936
Dunque è stato d'obbligo inserire nell'itinerario la visita ad una delle grandi e famose aziende di produzione vinicola, dal famoso passato e che si stando trasformando in realtà moderne e desiderose di affacciarsi al mercato globale, solo modo di crescere e sopravvivere. Una delle più importanti e tra le altre cose comodissima da visitare, è quella stata denominata Cricova winery. La storia di questa enorme azienda statale è davvero interessante. Subito dopo la guerra, la città di Chisinau era quasi completamente rasa al suolo e la necessità di materiale da costruzione creò a pochi chilometri dalla città una gigantesca cava sotterranea di pietra tufacea che in breve arrivò a contare quasi 200 km di gallerie ad una profondità tra i venti e gli ottanta metri sotto la collina. Quando questa necessità costruttiva terminò negli anni '50, si pensò di utilizzare questa città sotterranea come cantina di produzione vinicola, vista la vocazione del territorio circostante, dove presero forma centinaia di ettari a vigneto. La produzione aumentò subito esponenzialmente, in particolare con la produzione del famoso (secondo altri famigerato Sovietskoie Champagne) che arrivò a inviare in tutta l'Unione Sovietica altre 60 milioni di bottiglie l'anno. Accanto a questo cominciò anche la produzione dei rossi per i quali la zona era già famosa. 

Le botti di rovere 
Oltre 60 km di queste gallerie furono così riempite di file infinite di grandi botti di rovere per l'invecchiamento o di piccole barrique per l'affinazione dei vini. Con il frantumarsi dell'impero però, crollò anche la richiesta di questo prodotto che si ridusse la produzione al minimo, riducendo di molto l'utilizzo degli impianti, ma da qualche anno, tutto è sembrato rinascere a nuova vita. Grazie al passaggio a varietà gradite al mercato internazionale, all'acquisto di nuove macchine e al lavoro di enologi titolati, la qualità del prodotto ha fatto un deciso balzo in avanti ed è cominciata, visto che la tradizione delle bollicine era un vanto della casa, una produzione di spumante di alta qualità col metodo champenoise. La visita di quella che è una vera e propria città sotterranea si svolge con un apposito trenino elettrico dati i chilometri che si devono percorrere in queste ampie gallerie. Devi coprirti bene perché anche se arrivi dal caldo esterno, dopo soli pochi metri si piomba subito ai 12°C piuttosto umidi di cantina, mentre si viaggia sostenuti lungo i tunnel che portano i nomi delle principali uve del mondo: chardonnay, sauvignon, aligoté e così via. La sfilata delle botti è davvero impressionante, ma la serie delle sorprese non finisce subito. Ti fermerai una mezz'oretta nella sala cinematografica sotterranea per vedere il filmato celebrativo della compagnia. 

Sala degustazione
Farai poi una sosta prolungata nella sezione di produzione dello spumante dove si allineano le lunghe file di pupitres, le assi di legno in cui sono infilate per il collo le bottiglie col sedere in su e sulle quali a giorni fissi viene effettuato il remuage che le ruota di un ottavo di giro alla volta per fare scendere verso il collo le scorie di fermentazione, il tutto fattosolo da mani femminili, perché, sembra, il vino lo sente se viene carezzato inmodo gentile. Poi la fase di dégorgement, in cui questo tappo di scorie viene espulso, l'aggiunta del liquer d'expedition per rabboccarla e poi le macchine, molte ovviamente italiane, per la vestizione definitiva della bottiglia, tappatura, gabbiettatura, etichettatura e apposizione del capsulone e infine, inscatolamento per essere pronte all'invio in giro per il mondo a far conoscere questo prodotto di qualità, che viaggia ormai verso i 2 milioni di bottiglie. Non manca una sezione per la produzione di bollicine con metodo Charmat, la fermentazione in autoclave che si rivolge ad un pubblico meno sofisticato. E' infatti in pieno lancio il nuovo prodotto Crisecco, che ho visto in parecchi ristoranti, dal prezzo molto competitivo, nella speranza di agganciarsi alla moda che ha diffuso dappertutto le bollicine italiane ed il Prosecco in particolare come aperitivo in tutto il mondo. Ma la parte più interessante della visita deve ancora venire. 

Degustando lo chardonnay
Infatti  una galleria laterale ospita un vero e proprio museo del vino che presenta oggetti antichi, dai vasi greci a tema, fino alla collezione di macchine di cantina, i torchi e le attrezzature dei secoli passati. Subito dietro, in una sfolgorante esibizione di marmi e di decori sovrabbondanti, si trova tutta una serie di sale degustazione, da quelle per piccoli gruppi ai grandi ambienti contenenti tavolate per 50 e più ospiti. Qui vengono organizzati anche i convegni ed i meeting politici internazionali e tutti i capi di stato o gli altri maggiorenti stranieri in visita al paese passano di qui, per le cene ufficiali. Vuole essere insomma il biglietto da visita del paese. Non mancano le salette private per il presidente ed i capi di governo ed infine si accede al sancta sanctorum della cantina, le gallerie che ospitano la collezione antiquaria dei vini provenienti da tutto il mondo. Per un amatore ma non solo, è davvero emozionante vedere le varie nicchie in cui sono conservati rari esemplari a partire da una vecchia bottiglia del 1902 proveniente da Gerusalemme, a tutti i grandi vini francesi, i Bordeau ed i Borgogna dal '36 al '40 e una collezione bottino di guerra di un gerarca nazista contenete i vini forse più preziosi. Non mancano inoltre bottiglie di Marsala dei primi decenni del '900, vini portoghesi e americani in arrivo dalla Napa Valley. Interessante la sezione, dove, in una serie di nicchie separate, giacciono  le bottiglie preziose che sono state regalate ai grandi della terra, presidenti americani, altri capi di stato e persone celebri, che rimangono qui conservate ed a loro disposizione. 

Placinte
Davvero una visita emozionante, ma non è ancora finita, infatti grazie al fatto che eravamo accompagnati da un amico ed abbiamo potuto distanziarci un po' dal gruppone dei visitatori, abbiamo potuto visionare anche la famosa "stanza segreta", una sorta di infernotto nascosto chiuso a chiave con un robusto cancello dove ci sono le bottiglie riservate alle massime cariche. Se si dice che per essere aperta, sia necessario un apposito decreto governativo, figuriamoci per il "prelievo". Le centinaia di bottiglie coricate dormono il sonno dei giusti per anni, inattesa di arrivare alla mensa del potere. Insomma tutto il mondo è paese. Comunque bisogna terminare in bellezza e infatti l'atto finale consiste in un ricco assaggio della produzione migliore della cantina. Eravamo ospitati assieme ad un gruppetto di sedicenti competenti orientali, canadesi e nordeuropei, nella sala dell'Oceano, in una penombra di vetri e di specchi dalle tonalità blu e tra un assaggio di palcinte al formaggio e noci e pani biscottati. Quindi sono arrivati in sequenza: uno chardonnay di ottima qualità, dai sentori erbacei e freschi, un rosato ottenuto dalla spremitura dei soli chicchi raccolti sui grappoli gelati dalla prima brina e poi sgranati a mano, una vera rarità, un rosso frutto di un uvaggio di uve bordeaux e locali, dai profumi delicati di frutti rossi, amarene e meringa che mi è particolarmente piaciuto ed infine il già citato Crisecco, per il brindisi finale, su cui evidentemente la ditta punta molto. Uno scambio di opinioni con gli altri bevitori è stata di grande piacevolezza anche perché quando sei riconosciuto come italiano, a torto o a ragione, tutti ti danno credito.

La collezione vini a Cricova


SURVIVAL KIT

Ingresso alle gallerie
Cantine di Cricova - A circa 15 km dalla città, occorre prenotare la visita, semplice o con assaggio o addirittura con cena inclusa. Dedicategli almeno un pomeriggio e non perdete l'assaggio perché ne vale assolutamente la pena. Le visite vanno dai 3300 Lei (170 Euro) del premium gold package, pomeriggio e cena tipica con assaggi di 11 vini e cadeau di due bottiglie, al minimo Social package senza degustazione a 95 Lei (5 Euro) che ovviamente sconsiglio. La mia, che mi è sembrata assolutamente interessante è stata di circa 2 h e dovrebbe costare 490 Lei. Ma credo che se prenotate tramite l'agenzia vi costerà dimeno. Col trenino si gira per le gallerie, il settore di produzione dello spumante, il museo, la collezione delle bottiglie, le sale degustazione e l'assaggio finale. Direi da non perdere. Ci sono altre cantine visitabili in Moldavia che offrono programmi simili, come quella di Milestii Mici, 
Sala ricevimenti a Cricova
molto simile, forse la più grande del mondo con 200 km di gallerie e 2 milioni di bottiglie conservate, la Et-cetera winery, Asconi Winery o Castel Mimi e molte altre. Comunque una esperienza da non negarsi anche ai non appassionati.

Restaurant Iarna - A pochi chilometri da Orheiul Vechi, 3 km prima del bivio, sulla nazionale verso Chisinau. Insegna sulla strada. Ambiente bucolico. Si mangia anche all'aperto sul laghetto in uno scenario gradevolissimo. Piatti tipici moldavi e slavi. Serie di zuppe classiche, salianka, di pollo, chorba ecc. Piatti forti di carne alla griglia, spiedini e maiale assolutamente delizioso. Piatti attorno ai 40 lei. Consigliato.

La sala "segreta"

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