giovedì 10 maggio 2018

Etiopia 14 - Il salto dei tori

Il richiamo ai Maza

I warawara
Gady si è alzata presto questa mattina. Era ancora buio pesto al suo villaggio, ma già da ieri c'era molto fermento e sia lei che le altre ragazze si preparavano per la grande giornata di oggi. Era ormai una settimana che l'eccitazione per l'Ukli Bulé che si stava preparando per oggi. Suo cugino Kala, è pronto, gli anziani hanno dato l'assenso e questo sarà il suo grande giorno, quello che segnerà il passaggio alla sua vita di adulto. Se tutto andrà bene, poi avrà ancora un mese da trascorrere nella foresta con gli altri Maza, quelli che hanno superato la prova, si nutrirà solo di latte e di sangue spillato dalla vene dei suoi tori, di carne e di miele che troverà nel bosco e finalmente potrà scegliersi una moglie e formare la sua famiglia. Ma anche per Gady, Goity, Kerry e tutte le altre parenti, sorelle e amiche del villaggio sarà una giornata speciale, quella in cui potranno festeggiarlo dimostrando di essere donne vere, all'altezza di uomini coraggiosi, esse stesse coraggiosissime e capaci di sopportare qualsiasi prova, dalla fatica al dolore, senza timore, senza tirarsi indietro, senza battere ciglio. Donne da sposare insomma. Come le altre, Gady si è vestita come la tradizione impone, con le due semigonne di pelle di antilope con le perline, bordate di preziose conchiglie che le aveva dato la nonna e si cinta i polpacci di cinghietti di cuoio con sonagli di metallo, i warawara, che ad ogni passo risuonano tintinnando. 

Danza di richiamo
L'unica concessione alla moda che ormai seguono quasi tutte le sue amiche è il reggiseno di raso rosso, che si è comprata al mercato l'anno scorso con la vendita delle patate. Vorrai mica essere la mosca bianca che va in giro a seno nudo come le vecchie del villaggio, i tempi cambiano e bisogna adeguarsi. Poi hanno preso le trombette ed i corni cerimoniali e si sono messe tutte in marcia verso Turmi dove oggi ci sarà il mercato. Sono quasi venticinque chilometri e ci arriveranno verso metà mattina, ma tanto oggi è giorno di festa e non ci vanno certo per vendere o comprare qualche cosa. Hanno cantato per tutta la strada e dopo essere arrivate sono andate a riposarsi in fondo alla piazza. Si sono portate dal villaggio il Ghenphò, un impasto di farina abbrustolita di sorgo e burro che innaffiano abbondantemente con il Bordé, la birra di cereali dal sapore acidulo che scorre a fiumi nelle feste. Dopo mezzogiorno il corteo si è riformato e tutte si sono dirette fuori del paese verso il guado del fiume Keshé che si riesce ancora a passare a piedi, anche se ieri è piovuto. Con la sua calebasse ha scavato un buca nella sabbia, ma non è stato necessario andare molto a fondo, in questa stagione l'acqua affiora subito a poche spanne di profondità e ha potuto bere a volontà. Poi tutte hanno cominciato a ballare in circolo. Sono canzoni ritmate che raccontano della forza e del coraggio della loro gente, di come non abbiano paura di nulla e del fatto che anche oggi lo dimostreranno. 

La fustigazione
Sulle schiene nude tutte portano già tutte la dimostrazione tangibile di questa verità. Lunghe cicatrici profonde che le attraversano da una scapola all'altra, da un fianco all'altro in un reticolo di chelomi che si sono ingrossati nel tempo. Le schiene sono lucide. Qualche madre pietosa e la vecchia curatrice del villaggio che si è presa cura delle donne già sposate, le ha spalmate con cura di burro e per questo ora brillano al sole. I canti prendono vigore e diventano più serrati e stringenti, Il tono delle voci cresce. Le ragazze saltano in cerchio e i cembali e i campanellini dei polpacci segnano il ritmo. Anche gli occhi sono più fissi, quasi sbarrati come assenti rispetto a quanto le circonda, forse per la troppa birra, forse per il condizionamento psicologico che il ritmo impone. Poi qualcuno grida qualcosa. Dal fondo della strada arrivano uomini alla spicciolata, infine il gruppetto di ragazzi che accompagna Kala, con la testa rasata, salvo una lunga cresta che scende fino al collo, coperto soltanto da un mantello blu che si appoggia al suo lungo bastone da pastore. Le ragazze gridano e vanno loro incontro festanti.Dal bosco, per tempo hanno raccolto piccoli fasci di rami lunghi e flessibili di un albero particolare la cui corteccia sembra avere effetti antisettici contro le infezioni. I maza, gli uomini che hanno già compiuto la prova e sono in attesa di trovare moglie, non appena arrivano, vengono inseguiti dalle ragazze che si parano loro dinnanzi porgendogli i rami e istigandoli, prendendoli in giro e invitandoli ad usarli come fruste sulle loro schiene nude.

Dopo la fustigazione
Gli uomini dapprima si schermiscono, alcuni si voltano addirittura dall'altra parte, ma le ragazze prese da un furore dionisiaco inarrestabile li incalzano con parole di derisione: "Siete dei deboli, non avete coraggio di frustare noi che siamo donne forti e coraggiose che non temiamo il dolore. Voi siete donnette paurose, noi invece siamo determinate e senza timore, così come il nostro congiunto che oggi diventerà uomo, molto più uomo di voi. Frustateci se avete davvero coraggio". Allora il Maza, preso uno dei rami, mentre la ragazza si mette immobile davanti a lui con le braccia alzate offrendogli la schiena, le assesta un violentissimo colpo sul dorso, una staffilata dallo schiocco acuto che solleva la pelle, sul quale subitosi forma una striscia di sangue. La donna lo assorbe senza un grido, né una scossa che mostri che abbia avvertito dolore. E subito lo assedia: "Avanti pauroso, dammene un altro se hai coraggio!" gli urla nelle orecchie e l'uomo bonariamente la accontenta. La cosa prosegue per un bel po' tra suoni di trombette, canti, incitamenti, inseguimenti nel bosco e tintinnare di sonagli tra l'approvazione di parenti, amici e di tutta al folla che nel frattempo si è radunata. Quando le schiene martoriate sono diventate maschere sanguinolente, neppure le ragazze incinte, che al massimo hanno cura di proteggersi la pancia, si risparmiano nell'ansia di non rimanere vergognosamente intonse, il corteo riprende forma e si dirige verso il luogo scelto dallo stregone per la cerimonia.

La buona sorte coi bracciali
Intanto Kala, benedetto con una ciotola di latte cagliato, è stato portato in un piccola radura del bosco dove il suo padrino addestratore è stato dipinto con cura nel volto con larghe strisce rosse che scendono fin sulle guance. Viene preso e spogliato completamente, solo due lacci intrecciati attorno alle spalle gli rimangono addosso. Lui e il padrino che gli sta alle spalle, vengono circondati dai Maza, che gli prendono il piccolo bastone di legno di forma fallica che portava con sé, tutti lo stringono in un mazzo di bastoncini sui quali gli anziani appongono dei bracciali di metallo. Quando i Maza sollevano per quattro volte i rami lasciando cadere gli anelli verso i quattro punti cardinali, il ragazzo è pronto e ora la buona sorte lo seguirà nel suo passaggio da Naala a Daala, uomo vero. Adesso tutti lasciano gli spiazzi tra gli alberi, le ragazze davanti, al ritmo dei cornie delle trombe, poi tutti gli altri, dirigendosi verso l'ampia radura, il luogo sacro scelto secoli addietro, dove si svolgerà l'Ukli Bulé, il salto dei tori. Qui è al pascolo una grossa mandria di proprietà degli uomini del villaggio. I Maza, scelgono con cura, tra gli animali, sette tori, tra i più robusti e vigorosi e li allineano uno a fianco all'altro al centro dello spazio scoperto. Le ragazze, formano un gruppo compatto che continua a ballare ritmicamente davanti a loro. Kala è dilato ai tori, completamente nudo e si guarda attorno cercando di darsi coraggio. 

Prima del salto
Gli anziani gli hanno spalmato completamente dorso e petto di sterco di bovino, forse per ché il suo odore si confonda con la mandria e non metta in agitazione gli animali. Intanto i tori cominciano a muggire furiosamente, mentre i Maza cercano ti mantenerli il più possibile fermi, tenendo li per le corna e per la coda. Poi, tra gli incitamenti della folla, Kala prende la rincorsa e balza sul primo toro senza troppo sforzo, poi, mantenendosi in equilibrio, cammina di schiena in schiena fino all'ultimo e salta giù dall'altra parte. Si gira, tra le ovazioni delle ragazze, e riprende la corsa in senso inverso, fino all'altra versante. Poi ancora una terza volta e qui, proprio al centro, sembra mettere un piede in fallo, sta per scivolare e finire in mezzo agli animali, che forse lo calpesterebbero un po', magari senza troppi danni fisici, ma terribile sarebbe la figuraccia morale, una bocciatura senza remissione; un intero anno dovrebbe passare tra la generale vergogna e le prese in giro di tutti, prima di poter ritentare la prova. Infine Kala compie il percorso per la quarta, l'ultima e definitiva volta con successo, tra le ovazioni di tutti gli astanti. La prova è stata superata, il ragazzo è diventato uomo ed è circondato dall'affetto di tutti i componenti del suo villaggio. Il sole picchia forte e la temperatura del pomeriggio è piuttosto elevata. I canti, le danze, i movimenti accrescono l'eccitazione generale; il sudore scorre copioso sui volti e sulle schiene piagate, sciogliendo il burro che conferisce alle pelli una lucidità smagliante e festosa. 

Il padrino di Kala
Si vede che sono tutti contenti perché ogni cosa è andata bene e la festa vera deve ancora cominciare. In tutti gli occhi e gli sguardi leggi felicità e soddisfazione, orgoglio e piacere di avere partecipato a una manifestazione che ti rende parte viva ed importante di una comunità, vedi desiderio di approvazione e status sociale acquisito, grazie alla dimostrazione di coraggio, che può essere presa da tutti come garanzia del tuo valore in tutti gli altri momenti della vita sociale. Gady e le sue amiche ridono e scherzano tra di loro, mentre camminano veloci, anche se le loro schiene sono lì a testimoniare come sia andata la giornata. Adesso se ne andranno tutti verso il villaggio dove i festeggiamenti proseguiranno per due giorni. A casa le anziane hanno preparato spiedi di capretto e pecora e la birra scorrerà ancora a fiumi. Il caffè sarà già stato tostato e l'incenso già brucia nei minuscoli bracieri. Le ragazze esibiranno orgogliosamente i segni delle frustate e si ballerà tutta la notte l'evangadi, la danza dell'amore, le une schierate davanti agli altri, cantando canzoni scomposte ed allusive. E' un rito di corteggiamento in cui i ragazzi ballano e saltano davanti alla schiera femminile che si muove ritmicamente ondeggiando i bacini. Le treccioline gonfie di fango e burro ballonzolano al ritmo della danza aumentando l'eccitazione.

Pronta per la festa
Poi ognuno a turno si avvicina alla ragazza prescelta continuando l'esibizione per tornare infine al suo posto. Poi tocca alla ragazza che lo accetta, eventualmente uscendo dalla fila, avvicinandosi e dandogli un piccolo calcio alla caviglia. Non è ben chiaro, ma certo se uno si è già lasciato un po' andare mollando qualche frustata decisa nel pomeriggio, può darsi che ci sia, come dire, già un mezzo impegno e non sia poi così facile tirarsi indietro. Ma non ho indagato a fondo questo aspetto per darvi delle certezze. Forse è per questo che gli uomini si mostrano così restii alle richieste impertinenti delle ragazze che chiedono insistentemente di essere battute con le verghe,  addirittura cercando di sfuggire loro rifugiandosi nella foresta, nonostante siano inseguiti dalle baccanti inferocite e bramose di essere colpite. Insomma un sabba davvero impressionante, assolutamente genuino, a mio parere, che riesce a raccontare l'evidenza dei riti di queste tribù remote della bassa valle dell'Omo. Per noi è ora invece di riattraversare il guado, che in poche ore si è alzato almeno di una cinquantina di centimetri, rendendo difficoltosa la traversata, a piedi nudi e con le scarpe in mano. I ragazzi festanti sono già lontani e il suono delle trombe si è perso in lontananza, mentre il sole cala sulle colline rosse.

La prova

SURVIVAL KIT

In attesa dei Maza
Salto dei tori - Questa cerimonia si svolge nel periodo dei raccolti per diversi mesi. Uno dei luoghi deputati e al di là del fiume Keské a qualche chilometro da Turmi al lunedì nel giorno di mercato (a volte c'è anche un mezzo mercato durante la settimana). Dunque il vostro giro deve essere organizzato tenendo conto di arrivare in questo giorno della settimana, in ogni caso chi vi porta deve informarsi precedentemente se quel giorno ci saranno uno o più qualche ragazzi che affronteranno la prova. Dovrete essere accompagnati da una guida locale (100 birr a testa) che parla inglese e dà tutte le spiegazioni del caso. Nessuno farà caso a voi e potrete fare tutte le foro che vorrete. E' l'unica occasione in cui le persone non chiedono di essere pagate per le foto. Dopo il mercato, la cerimonia dura praticamente l'intero pomeriggio. Se volete potete seguire la gente al villaggio per partecipare alla festa, in questo caso conviene dormire in tenda presso il villaggio, previo permesso pagato del capo villaggio. Il tutto dà la sensazione di essere molto genuino dato che queste cerimonie si svolgono da secoli sempre allo stesso modo. Assistervi è una emozione particolare, certamente verrete presi da questa atmosfera violenta ed allo stesso tempo magica dai sapori primordiali. Un ritorno a riti ancestrali che va accettato per quello che è senza porsi troppi interrogativi e che non potrà non coinvolgervi. Il salto dei tori è praticato anche da qualche altra tribù, ma in questo caso solo una volta l'anno ed in luoghi segreti a cui vengono ammessi solo i componenti del villaggio. 
I familiari del saltatore



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Le mandrie guadano il Keské

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