lunedì 16 luglio 2018

Etiopia 26 - Arba Minch

Lago Chamo


Arba Minch significa 40 sorgenti ed è una cittadina posta in una invidiabile posizione su una specie di balconata naturale su un istmo che separa i due laghi di Chamo e di Abaya, detto anche lago Margherita, due splendidi specchi d'acqua che fanno parte di quella serie che prosegue lungo tutta la parte nord della Rift valley, come una meravigliosa collana di perle azzurro cielo, che sa adornare della sua bellezza un territorio altrimenti selvatico e misterioso come solo la terra d'Africa può offrire.  E' un punto di sosta davvero gradevole lungo la strada che riporta verso Addis Abeba e che invita a rimanere a lungo, per riposarsi delle fatiche di un viaggio tutto sommato piuttosto faticoso. Questa in effetti, grazie al clima gradevole ed alla posizione naturalmente favorita, è un luogo scelto da molti per fare una pausa e per questo la presenza di alberghi e di soluzioni per la notte è abbastanza ricca e per tutte le tasche. La presenza di molta acqua, come si evince dal nome, rende la cittadina fresca e piacevole anche alla vista e quasi ogni albergo ha giardini a disposizione dove sostare per tirare un po' il fiato. Nel nostro Forty Spring puoi dunque accasciarti, per riposare la schiena piagata da chilometri di piste malagevoli e berti una birra sotto alberi fronzuti di grandi dimensioni e puoi anche rimanere ore soltanto per osservare le centinaia di uccelli gialli che costruiscono nidi senza sosta.


Vanno e vengono con minuscoli stecchi nel becco e poi con grande cura, li sistemano per arricchire le future abitazioni, rendendole sempre più grandi ed accoglienti, prima di cominciare i rituali nuziali di accoppiamento. Le femmine, dal piumaggio meno sgargiante sostano in disparte in sussiegosa attesa che i maschi abbiano finito il lavoro grosso per poi scegliere quello che ha saputo fare meglio. Insomma un atteggiamento abbastanza comune in tutto il regno animale, tanto per dirne una. Facciamo un giro per le strade del paese, tutte ancora rigorosamente in terra battuta, fino a raggiungere la balconata che dà sul lago. Sullo sfondo ciclopiche costruzioni, in via di completamento anche se pare che i lavori siano fermi; non si capisce bene se siano impianti sportivi, palazzetti o gigantesche hall per pubbliche manifestazioni, ci dicono comunque trattarsi di opere ordinate da politici locali con intenti celebrativi, chi sa, forse elettorali, tutto il mondo è paese. A fianco, uno degli alberghi più noti il Bekele Molla, il cui bar è frequentatissimo grazie alla sua posizione che permette di godere di una vista assolutamente spettacolare dei due laghi sottostanti. Sedersi, sotto gli alberi alla balconata bevendo una birra ghiacciata ed aspettare il tramonto non ha prezzo; anzi veramente ce l'ha e per l'Etiopia direi anche piuttosto alto, ma davvero questo spettacolo, tra babbuini e facoceri che pascolano liberi attorno, ha pochi uguali.


Evidentemente non siamo in alta stagione, né in un periodo di festa, perché oltre a qualche romantica coppietta che si gode la vista facendosidue coccole, l'albergo è davvero semideserto. Il Chamo, che qui viene detto la tazza da thé più grande del mondo, appare come un grande tondo dalla superficie immobile che man mano scende la sera, prende un tono ambrato, via via più brillante, fino a diventare oro puro liquefatto in un crogiolo gigante, pronto per lafusione da parte dei titani dei gioielli degli dei nascosti di questa terra fatata. L'Abaya, più lontano, appare come un dipinto di quei paesaggi immaginari che solo gli angoli segreti della mente sanno popolare di animali sconosciuti ed esotici. Le montagne attorno formano una quinta naturale, quasi a voler racchiudere un ennesimo Jurassic park, questa volta non più immaginario, ma ben vivo e reale. Il tutto in una atmosfera di silenzio immoto in cui nulla sembra muoversi e nel quale anche le scimmie sgranocchiano i loro resti senza fare rumore, per rispetto all'ambientazione. Davvero sembra di essere in un set de La mia Africa e voglio aggiungere altro per non turbarmi questo ricordo ineguagliabile. Tornare in hotel è una fatica mentale, vorresti rimanere lì più a lungo anche quando è scesa la sera ed i coni delle montagne sono diventati soltanto silhouette nere e la luce della luna, filtrando tra le nubi, saltella sull'acqua in un baluginare quasi artificiale e creato ad arte, per stupire lo spettatore.


Ricoverarci nel nostro albergo, anche se poco lontano, diventa così una fatica, trovarci qualche cosa di mangiabile ancora di più. Bisogna proprio dire che l'esperienza gastronomica etiope, in particolare nelle sistemazioni turistiche mette a dura prova anche la migliore predisposizione. Devo confessare che raramente mi sono scontrato con una sedicente bistecca così coriacea e faticosa da scalpellare, per non parlare degli spiedini di pollo, così rinsecchiti da non poter essere masticati. E dire che l'attesa di quasi due ore per avere il piatto sembrava fatta a bella posta per mettere nelle condizioni l'avventore di trovare buona qualunque cosa gli fosse stata messa dinnanzi. Alla fine non rimane che consumare la frutta provvidenzialmente approvvigionata lungo la via. Comunque anche questa è l'Africa e non siamo certo qui per trovare piatti gourmet. Fatti contenti da questo ragionamento consolatorio non rimane altro che raggiungere le silenziosissime stanze per la notte. Anche gli uccellini operosi hanno cessato di volare avanti e indietro con i loro materiali da costruzione ed a quest'ora sicuramente riposano. Domani ci aspetta un contatto diretto con il Nechisar National park e la fauna del lago, per cui, ben protetti da una provvidenziale zanzariera è ora di coricarsi e spegnere la luce; ah, dimenticavo che a quest'ora va via da sola.


SURVIVAL KIT

Arba Minch - Città di circa 100.000 abitanti posta sulla nazionale che porta dall'Omo ad Addis, comodo e ben sserito punto di sosta. Molti glialberghi ele sistemazioni per tutte le borse per cuiavrete solo l'imbarazzo della scelta. Qualcuno si ferma più giorni per godere dei parchi naturali posti intorno ai due vicini laghi vulcanici, che consentono vari tipi di escursioni che tutti gli hotel organizzano.

Forty  Spring Hotel - Sheicha - L'hotel, di tipo economico, è molto datato e avrebbe bisogno di una buona ripassata e messa a punto. Camere normali ma un po' male in arnese conii vari difetti della mancata manutenzione. Tuttavia tranquillo e senza rumori. Bel giardino dove si può stare al fresco tra gli alberi. Ristorante pessimo, due ore di attesa per piatti di carne quasi immangiabile (tra i 150 e i 200 birr). Questo lo sconsiglierei decisamente. Wifi praticamente non funzionante. 

Bekele Molla Hotel - Apparentemente doveva essere un hotel di standard elevato, ma attualmente sembra completamente decaduto e avrebbe bisogno di una forte ristrutturazione. Noi abbiamo frequentato solamente il bar, buon servizio e soprattutto vista spettacolare sui laghi di fronte. Consigliato venire qui a godersi il tramonto bevendosi una bella birra ghiacciata.




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