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Facendo i conti |
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Due pettegolezzi |
Lasciato il plateau, bisogna ripercorrere la strada già fatta fino a Shashemene. Uno stop a Robe per mangiare qualche cosa, ma sembra che benché il ristorante presenti piuttosto bene, pieno di fiori e frequentato da gente ben vestita, abbiano soltanto pasta al pomodoro. Richiedo, memore dellasera prima e del mio scontro diretto col peperoncino etiope, di averli eventualmente al tonno, cercando di mettere in difficoltà il cuoco, ma Lalo fa cenno di non preoccuparsi, ci pensa lui, corre fuori ad un baracchino, e torna subito dopo con una scatoletta di tonno tra le mani; cola un po' di olio perché ha cercato di aprirla col coltello, ma arriva e me la svuota nel piatto in mezzo al maccherone e la cosa è risolta. Ripartiamo quindi sazi e soddisfatti per fermarci quando ormai è già pomeriggio al mercato di Dinsho che avevamo trascurato il giorno prima per non perdere tempo. Qua la maggioranza è mussulmana, le donne camminano a gruppetti e sono velate completamente, mostrando solo sguardi interrogativi sotto uno spesso mantello, pochi quelli colorati, gli uomini con barbacce incolte guardano da lontano e con la coda dell'occhio. Prendiamo un caffè ad un bar appena fuori dal mercato, ma le foto è meglio farle di soppiatto, le occhiate non sono invitanti. A questo punto bisogna dire due parole a proposito di questa peculiarità etiope: il caffè, che qui si chiama bunna.
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Al caffè |
Intanto se ne beve moltissimo, sarà che è nato proprio qui o nei dintorni, sulla vicina costa yemenita, ma di tazzine se ne buttano giù tutti diverse al giorno, ancor più che da noi e la mattinata non comincia mai se prima non ci si ferma a berne una tazza. Inutile dire che in ogni posto dove ti fermi o sei invitato ospite, la prima cosa che ti verrà offerta è una bella tazza di bunna e se sei uno da orzo macchiato, qui trovi lungo perché, essendo fatto alla turca, è sempre molto carico e forte. In generale si tratta di arabica, molto profumato ed aromatico, ma dipende sempre dal costo, i poveracci, il bunna ad esempio, se lo fanno con i gusci del caffè tostato e ben che va. Sia i locali appositi, che i ristoranti o gli hotel hanno sempre un angolino dedicato apposta a questa, che è considerata una vera e propria cerimonia. L'attrezzatura consiste in un tavolino basso di legno generalmente scolpito o laccato con disegni locali, sul quale è posto il fornellino con le braci costantemente alimentato ed una fila di tazzine pulite. Sopra vengono messi anche pezzettini di incenso che bruciando, profumano l'ambiente quasi fosse una chiesa. A terra sono sparsi fasci di erbe e rametti verdi, di pino, ginepro o di altre essenze odorose o anche fiori che devono dare un senso di freschezza, di accoglienza, di area dedicata al benessere e al piacere, assieme ad un altro braciere d'incenso più grande.
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Contenitori di paglia intrecciata |
L'incaricata pone sul braciere un apposito bricco di terracotta nera in cui bolle l'infuso ben carico, in genere già zuccherato, che successivamente viene colato nelle tazzine, senza manico fino a farle trabordare. Poi tutti si servono dall'apposito vassoietto, prendendo la tazzina sull'orlo con due dita per cercare di non scottarsi vista la temperatura di fusione, magnificando la qualità del prodotto e ringraziando la coppiera. Insomma, come ho detto, una vera e propria cerimonia alla quale nessuna padrona di casa vuole venir meno. Io vi consiglio comunque di portavi a casa un paio di chili di questo ottimo caffè. Meglio però comprarlo nella capitale nei negozi specializzati, dove, consigliati, troverete la qualità migliore, ad un prezzo comunque di circa un quarto di quello italiano. Ci avviamo sulla strada fangosa verso il mercato, qui quando piove è un disastro, bisogna saltare tra le pozzanghere se non vuoi infradiciarti completamente. In questo momento comunque c'è una folla che si sta muovendo avanti e indietro, tutti trasportano pacchi e materiali, con carretti, carriole o sulla testa, qualcuno ti guarda di storto, altri ti ignorano, solo i ragazzini sono particolarmente tignosi nella loro insistenza di chiedere soldi a prescindere. Il mercato è piuttosto grande e le merci abbastanza varie.
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Il mercato |
Oltre alla solita parte dedicata a frutta, verdura e altri prodotti alimentari, cereali, farine, legumi, ci sono una sacco di venditori di vestiti, magliette e attrezzature varie, da quelle agricole a quelle da cucina, pentole e contenitori di ogni dimensione e materiale, alcuni di paglia intrecciata a colori davvero belli ed artistici, che certamente compreresti se sapessi come portarteli a casa. Qualche donna si tira il velo sulla testa appena vede il brillare dell'obbiettivo, qualcun altra fa finta di non accorgersi di niente ed esibisce invece al meglio le sue bellezze. Insomma la solita manfrina. Ce ne andiamo dopo un po' perché la strada da percorrere è ancora molta e la sera non è lontana. Questa parte della provincia dell'Oromia è apparentemente più ricca oltre che più popolosa. Abbiamo ormai lasciato la montagna alta fatta più che altro di verdi pascoli e piuttosto spopolata. Qui le campagne, più fertili sono completamente coltivate, anche se siamo sempre su di un altipiano più elevato dei 1500 metri e anche con un livello di meccanizzazione piuttosto moderno. Tuttavia nei paesini, uno dei mezzi più utilizzati è il cavallo. Animali piccoli e forti abituati al trasporto oltre che ad essere cavalcati. Infatti sono frequentissime le carrozzelle ad un asse usate come taxi collettivi che vedi correre veloci lungo le strade cariche di ragazze, famiglie, ragazzini che tornano da scuola.
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Un banco |
Quando c'è il cambio di turno nelle aule e ce ne sono anche due o tre al giorno data la carenza di aule e di professori, vedi una massa di bambini e ragazzi con le divise sdrucite che lasciano le scuole e marciano, con in mani un pacchettino di plastica o un sacchetto malandato che contiene un libro e un quaderno, verso casa, al villaggio o nelle periferie delle cittadine che attraversi. Evidentemente qui, ormai fuori delle aree più remote e tribali del paese, la scolarità è generalizzata. Intanto che ci avviciniamo ai centri più grandi, il traffico aumenta in misura notevole, la strada è sempre piena di auto e camion di ogni tipo e si marcia piuttosto a rilento. Quando ci si trova davanti a curve o discese improvvise, non è raro trovare mezzi incidentati da molto, abbandonati ed evidentemente cannibalizzati nel tempo a favore di qualche altro loro simile bisognoso. Arriviamo in città che è quasi sera, gran confusione e quasi blocco del traffico, rimaniamo imbottigliati per un certo tempo prima di trovare il nostro albergo piuttosto centrale. E' abbastanza recente ed è stato costruito da un famoso sportivo di atletica, eroe nazionale per le medaglie vinte che pare abbia voluto investire nel turismo di qualità. Infatti bisogna dire che l'operazione è riuscita, si vede una netta differenza rispetto ad altre sistemazioni e anche il ristorante dice la sua, con personale che proviene da apposite scuole di turismo e il cuoco, che visti gli stranieri (che saremmo noi, tanto per cambiare, unici presenti) viene preoccupato a chiedere il giudizio sul suo lavoro.
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Saluti |
Per la verità ha voluto esibirsi in una pasta alla carbonara in cui ha messo cipolla, funghi, olive e mortadella, ma se gliela hanno spiegata così che ci può fare il poveretto. Tento di spiegargli i componenti della carbonara vera, senza stare troppo a sottilizzare su guanciale e pancetta e sulle differenze tra pecorino e parmigiano; lui ascolta con attenzione e quantomeno sembra prendere nota mentalmente delle nozioni impartite. Se ne impara una nuova tutti i giorni. Comunque compiliamo una scheda di valutazione che elogia quantomeno la sua buona volontà. Qui sembrano tenerci molto. Nel giardino con piscina, che è comunque frequentatissima, intanto si deve essere radunata la parte danarosa della città, che popola anche il bar che, tra l'altro, mesce ottime birre alla spina. Dopo lunga indagine assodiamo definitivamente che in tutta l'Oromia, dove vige ancora lo stato di emergenza a causa dei disordini degli ultimi due mesi di cui avevamo visto tracce nella distruzione dell'hotel a Jimma, è stato sospeso internet che si sa è molto temuto dai governi e quindi niente wifi. Tanto per informazione il servizio è stato riattivato un paio di settimane dopo la nostra partenza con la nomina e la presa del potere del nuovo primo ministro, appunto uomo dell'Oromia, che in questi giorni, e la notizia è stata su tutti i giornali, ebbene ignorata dagli altri media, ha portato a termine il processo di pacificazione con l'Eritrea nel conflitto che durava da decenni. Ogni tanto una buona notizia. Meglio andare a nanna, però, che domani la strada è di nuovo tanta.
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Al mercato |
SURVIVALKIT
Hotel Haile - Route 7 - Shasemenne - Nuovo in centro città. Probabilmente uno dei migliori che abbiamo avuto nel giro. Doppie pulite e ben attrezzate a circa 33 €. Personale molto gentile. Acqua calda e prese elettriche tutte funzionanti. Bagni efficienti e puliti. Free wifi. Bel giardino con piscina, Bar e ristorante buono. Piatti principali sui 150 birr, birra alla spina 25. Ottima soluzione. Consigliato.
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Chiacchierando |
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