venerdì 20 luglio 2018

Etiopia 29 - Dal lago Margherita al lago di Awasa


Lago Margherita all'alba


Il Dorzé Lodge
Ormai sta scendendola sera. Scendiamo un poco di quota fino a raggiungere una spettacolare costa che emerge dalla foresta. Proprio davanti il lago Margherita (Abaya lake), scoperto durante la famosa spedizione di Bottego nel 1896 e così battezzato in onore della regina di Savoia, si stende in tutta la sua lunghezza a circa 1300 metri di quota. Il panorama da questo sperone roccioso che emerge tra gli alberi è davvero unico. Siamo su una balconata naturale attorno ai 2000 metri e la montagna scende scoscesa sotto di noi, tuttavia verdissima e coltivata negli spazi lasciati liberi dal bosco. Ai limiti degli spazi aperti, le capanne dei Dorzé, dalle quali emergono fili leggeri di fumo. La temperatura è scesa e le notti sono fresche in altura, ecco a cosa serve la tanta legna portata a spalle dalle donne che tornavano dai mercati. Poi un altro balzo e il dirupo si nasconde alla vista per riemergere più lontano in una striscia di piano, coperto di canneti, che arriva fino al lago. Al di là, catene di monti senza fine, che la luce che scende, rende cerulee per la distanza. Le nuvole coprono i rilievi trasformandosi talvolta in sottile nebbiolina umida che infradicia le ossa. L'albergo ricavato sull'orlo del dirupo ha una decina di bungalow spartani, ma rimanere su un'amaca a guardare questa vastità selvaggia è davvero emozionante. Chissà se il nostro grande esploratore nella sua spedizione alla ricerca delle foci dell'Omo, arrivò proprio da nord lungo questa collina, trovandosi di fronte alla vista di questo fantastico lago.

Marabù
Ne sarà rimasto stupito, ammirato o orgoglioso dell'essere arrivato fin qui, primo bianco nella storia, senza sospettare che neanche due anni dopo, proprio in queste terre avrebbe peso la vita? Che avventure, eppure sono passati poco più di cento anni e adesso qui ci arrivi in macchina e ti lamenti che è andata via la corrente e la birra non è fresca, anche se forse l'emozione però rimane uguale, impagabile e stordente. La notte è circondata dai rumori del bosco, ma è solo il chiarore dell'alba che ti sveglia. Le nubi sono più alte e leggere ed il sole dell'aurora colora di rosa la superficie del lago lontano facendo spiccare le sue tante isolette che ne punteggiano la superficie. Mi sarebbe piaciuto rimanere qui tutto un giorno a stordirmi di questa cartolina unica, guardando dall'alto il volo lento dei rapaci che ruotano sotto di me e quella piccola figura nera e lontana che traccia un solco arcuato nella terra scura con un aratro a chiodo, trascinato con fatica da uno zebù dalle grandi corna lunate. Inutile recriminare, il turista ha la condanna del programma da seguire e da eseguire, senza tentennamenti. Così si torna fino alla strada principale che costeggia il lago e tira decisamente verso nord. Traversiamo un territorio ben coltivato, la terra non è più rossa e sterile, ma di un bel colore scuro, grasso che promette quella fertilità così cercata e preziosa e che consente una vita meno vincolata ai morsi della fame e per questo più popolosa e contesa.


Pulizia del pesce
Ibis
Molti sono i piccoli insediamenti che costeggiano la strada, capanne semplici circolari col tetto di paglia a cono. Ormai ci avviciniamo ad un territorio più popolato e ricco di città più importanti. Anche le strade che si attraversano diventano più grandi e maggiormente curate. Il traffico è maggiormente intenso, oggi è domenica e sono parecchie le auto ed i mezzi di trasporto collettivi fino agli autobus di tutte le dimensioni che vanno verso la città carichi di gente, molti con bandiere e simboli di appartenenza. Il mistero è presto spiegato, come si capisce anche dalle magliette a colori verdi e gialli dei molti ragazzi appesi ai predellini dei pullman. Oggi è domenica ed infatti in città c'è una partita importante e tutti vanno a tifare la squadra del cuore. Qui il calcio è molto seguito, pare, e l'entusiasmo sportivo è un placebo sicuro che contribuisce in tutti i paesi poveri a riempire le pance e a calmare gli animi. Quando arriviamo ad Awasa è già pomeriggio. La città si stende davanti al suo lago omonimo con larghi spazi. Arriviamo attraversando viali di jacarande e siepi di bouganvillee colorate fino alle rive basse e paludose. Qui c'è un grande mercato del pesce, che i pescatori di prima mattina riportano a riva dopo essere rimasti sull'acqua tutta la notte. Una grande baracca di legno sembra l'antro di satana. Su larghi banconi vengono gettate le ceste del pescato, principalmente tilapia e pesci gatto, già suddivisi per tipologia e pezzatura.


Street food
Una schiera di ragazzi con coltellacci pesanti, aprono, squarciano, tagliano, sezionano. Da un lato secchi di interiora, più in là montagne di teste e poi le parti nobili, i filetti o i pesci interi già puliti che finiscono in altri contenitori e che i compratori ritirano. Tutto intorno una serie infinita di baracche ristorante che offrono zuppa e pesci fritti. Dai pentoloni ribollenti risale un fumo odoroso che nasconde la spessa broda dove galleggiano pezzi di polpa, lische, teste e molto altro. Sulle panche molta gente che pesca da scodelle ripiene. Ma la cosa più impressionante è la quantità di marabù che volteggiano intorno per poi planare sulla riva e partecipare all'orgia di un banchetto infinito che prosegue per tutto il giorno, pulendo accuratamente la montagna di scarti che si vanno via via producendo. C'è una puzza infernale di pesce marcio, mentre cerchi di farti largo tra gli uccellacci che zampettano tutto intorno per cercare i bocconi migliori, venendoteli a becchettare anche tra i piedi senza timori, anzi con una certa aggressività se non ti levi a tempo. Naturalmente i pochi turisti che arrivano fin qui sono oggetto di attenzione di chi si offre per lanciare pezzi di interiora ai macabri avvoltoi, che voltano in giro la testaccia rognosa, puntando il lungo becco verso le prede, per farli alzare involo e consentire foto maggiormente ad effetto. Ci sediamo ad un banchetto che offre pesci fritti croccanti. Meglio non guardare troppo il bidone dell'olio che sfrigola, d'altra parte lo street food è così di moda... Però in fondo non sono male, sarà pur vero che fritta è buona anche una ciabatta.


Ippopotamo
Meglio proseguire sul lungo lago, che infondo è anche un grande parco cittadino, frequentatissimo dalla gioventù locale. La città è anche sede universitaria e al pomeriggio, c'è davvero una gran massa di ragazzi e ragazze che passeggiano tra gli alberi, bevono e mangiano nei tanti locali o camminano mano nella mano, guardandosi negli occhi come tutte le coppiette del mondo. Prendiamo una barca per fare un giro lungo la riva appena fuori dell'abitato. La fauna avicola tra le erbe acquatiche che emergono alte, è imponente. Aironi di tutti i tipi, gruppi di pellicani starnazzanti e piccoli cormorani neri che asciugano le ali allargandole al sole della sera. Poi tra il canneti tante papere, svassi, magnifici ibis, cavalieri e oche del Nilo grasse e ciondolanti che cercano la riva. Minuscoli martin pescatori sbattono le ali rimando quasi immobili come colibrì a pochi metri dal pelo dell'acqua, poi d'improvviso, chiudono le ali e si lasciano cadere come missili sotto la superficie e riemergono dopo un attimo con qualcosa che guizza ben fermo nel becco, ingurgitandolo in fretta prima di mettersi di nuovo in posizione per ripetere l'operazione. Più avanti anche un bel gruppo di ippopotami immersi fino al collo, aspettano l'oscurità per risalire sulla riva a foraggiare. Ci passiamo giusto in mezzo e solo qualche maschio più nervoso degli altri emerge fino ad allargare le fauci minacciose prima di lasciarsi cadere pesantemente tra le acque, dopo aver rumoreggiato furiosamente. Troppa fatica per protestare ancora, gli altri lo guardano in tralice senza fare ulteriori cenni. Poi mentre scende il sole rientriamo verso l'approdo prima che la luce cali completamente.

Marabù

SURVIVAL KIT

Dorze lodge - Ad una trentina di km da Arba Minch, circa 10 km sulla pista prima di Chencha. In una posizione spettacolare. Circa 30 Euro per un bungalow spartano a 4/5 posti. Letti con zanzariere. Luce dalle 18 alle 22. Acqua corrente, fredda solo al mattino dopo le 7.  Cena a buffet, soliti spaghetti al pomodoro, injera, verdure e carne. Colazione con molta frutta. La vista sul lago è assolutamente spettacolare. Possibilità di fare una piccola passeggiata sulla cresta dentro il bosco fino ad un belvedere sulla valle. Magnifica l'alba. Un posto caro in proporzione al servizio, ma assolutamente unico nel suo genere e da non perdere. Di qui organizzano escursioni nei dintorni, trekking, visite ai villaggi Dorze e al mercato di Chencha (martedì e sabato), e al lago.
Ibis in volo

Awasa - Città sul lago omonimo a circa 250 km da Arba Minch. Da non perdere il mercato del pesce (ingresso 20 birr), meglio al mattino quando arrivano i pescatori a scaricare. Si può mangiare buon pesce fritto dalle bancarelle se vi fidate. Attenzione ai tanti agganciaturisti che si propongono per girare il mercato e lanciare cibo ai marabù. Cercate di non avere necessità della toilette, perché quella in zona è quasi inavvicinabile. Bella la passeggiata lungo lago con molti localini anche discreti. Qui c'è un piccolo imbarcadero col banchetto che propone diverse tipologie di giri in barca. Per un giro lungo di circa 2 h. bisogna prendere tutta la barca. Costo 500 birr dopo trattativa. Vale la pena e si vedono un sacco di uccelli e ippopotami.
L'arrivo dei pescatori



Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:



Airone rosso
28 - I Dorze
Airone grigio
11 - I Nyangatom

Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!