Avevamo girovagato a lungo per quel lembo della Sicilia, nel suo estremo sud che racchiude così tanti luoghi mirabili da rendere difficile goderseli tutti in una sola visita. Come ultima tappa avevamo voluto concludere con Siracusa, di certo una delle più belle città d'Italia. Non c'era che da scegliere, una serata al teatro, i suoi capolavori assoluti, le piazze i palazzi e anche solo il passeggiare tra le viuzze dell'Ortigia fino alla fonte di Aretusa ed al mare. Ci eravamo tenuti all'ultimo la chicca del museo Orsi con i suoi pezzi straordinari, che ci prese quasi tutta l'ultima mattina che avevamo a disposizione. Quando stavamo per uscire confusi dalla vista di tanti pezzi straordinari, passammo davanti ad una porta indicata come il Medagliere con l'intenzione di trascurarlo, valutandolo forse come cosa da specialisti. Sulla porta però, benché fosse ormai quasi ora di chiusura, una figura gentile ci richiamò indietro, suggerendoci di non perdere l'occasione di vedere una delle collezioni più mirabili dell'intero museo ed unica nel suo genere; anche se l'orario era scaduto, lei stessa ci avrebbe accompagnato tra le teche, raccontandoci quanto di importante era in esse racchiuso. Così seguimmo Rosalba, che come abbiamo poi appreso è ormai conosciuta da tutti come la Signora delle monete, e attraverso il filo del suo discorso abbiamo vissuto una straordinaria esperienza attraverso la storia raccontata dalle monete più belle, più rare dell'intero Mediterraneo, quando la Sicilia era il centro del mondo.
Pezzi unici ritenuti tra i più preziosi nel loro genere come il Demareteion di Siracusa e poi tante altre monete d'oro e d'argento dalla conservazione perfetta e ancora gioielli d'oro e di pietre preziose che mostrano il gusto degli antichi, la perfezione della lavorazione, la bellezza e l'eleganza dello stile di quelle epoche lontane, alcuni iconici rappresentanti di un lontano passato, altri di sconvolgente modernità. Siate certi che questo percorso vi appassionerà come ha lasciato me stupito e meravigliato. Come ho raccontato nel libro, tuttavia non si può nascondere che il piacere che si porta a casa da questa visita si deve soprattutto alla passione con cui la signora Rosalba Riccioli ti accoglie e ti guida. Tu viandante annoiato passi e lei sta lì ad accoglierti, non ti lascia andar via, si raccomanda che anche tutti gli altri del gruppo vengano a vedere tanta meraviglia e poi con una competenza da vera appassionata, ti illustra, ti racconta, ti fa apprezzare la raffinatezza di queste opere di artisti straordinari, da osservare con la lente che ti mette a disposizione, tanto sono minuti i lavori di incisione, di bulino, di conio. Ecco i tesoretti, ritrovati in pentole nascoste durante la fuga o prima di qualche incursione di assalitori, rimasti lì sotto terra, mucchio di ori usciti dall'orcio spaccato, testimoni muti di quanto alla fine non si può portare con sé nell'altra vita. Ecco orecchini perfetti e minuscoli, che mani di un orafo artista hanno sbalzato con perizia per i lobi teneri di qualche bellissima, ormai polvere anch’essa. Facemmo notare che era già passata l’ora di chiusura e non si voleva approfittare. “Siete venuti da lontano, non potete perdervi queste cose e mi raccomando parlatene quando tornerete” e avanti per un’altra mezz’ora. Questa è la Sicilia che ho incontrato: passione, voglia di fare, dedizione e tanta tanta competenza, altro che menefreghismo e lavoro da statali, diciamolo ogni tanto. Grazie Rosalba.
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