sabato 14 novembre 2020

Luoghi del cuore 89: I panda di Chengdu

Panda in fase di precopula - Chengdu - Cina - agosto 2005


Riposo

E' già tutto scritto nel libro della natura, basta osservare ed imparare. Naturalmente non nella natura fasulla della vulgata biomichiologica che tenta di imporre per ragioni esclusivamente di marketing, prodotti e cibi ammantati di sante aure di sano, antico e chi più ne ha più ne metta, per farti pagare il doppio quello che vale la metà, ma la natura reale, spietata, cattiva che fa prevalere il più forte e soprattutto il più adattabile. E questo generalmente, è il più brutto e soprattutto il più antipatico agli altri. Un esempio classico sono gli scarafaggi, animali che sono sopravvissuti trionfatori ed onnipresenti per 400 milioni di anni, superando con facilità estinzioni di massa epocali fino ai pretenziosi dinosauri, fieri solo della loro forza, potenza, dimensione e crollati poi alla prima difficoltà. Loro no, piccoli, resistenti a tutto, capaci di nutrirsi di qualunque cosa e di infrattarsi al riparo di qualunque minimo anfratto. Non c'è alluvione, terremoto, pestilenza o carestia che li fermi e ovviamente stanno sulle palle a tutti, che, per sola antipatia li schiacciano senza pietà e anche con una certa soddisfazione appena incautamente mettono le antenne al di fuori del luridume del cesso, dove tra l'altro stanno benissimo. Un altro esempio, i topi, stessa storia, anche se più recente, inestirpabili, inamovibili, indistruttibili, anche loro si adattano a qualunque luogo e grazie a questo sono onnipresenti in qualsiasi ambiente dalle balze himalaiane, ai deserti più severi, alle isole "deserte". Si adattano. Mangiano quel che trovano, non solo i cibi da gastrofighetti, al limite, se serve, si mangiano tra di loro. Ovviamente sono intelligentissimi ed in grado di scoprire ogni trappola, piuttosto sacrificano quelli della comunità che sono più deboli o vecchi, se arriva un covid topese, li lasciano schiattare senza pietà. 

Personaggi dell'opera di Sichuan

In automatico se sono troppi, autolimitano le nascite, al contrario se sono pochi si moltiplicano appunto come topi. E proprio per questo suscitano antipatia ed odio profondo da parte di tutti quelle specie che al contrario, non sono capaci di fare altrettanto, così come succede per i rapporti tra alcuni gruppi umani, ma qui non voglio andare oltre. E le altre specie, schizzinose e disadattate? Niente da fare, unico destino, l'estinzione, prevista in un tempo più o meno breve. L'esempio più classico è quello del panda. Non c'è specie al mondo più schizzinosa e con la puzza sotto il naso. Pigro, selettivo, probabilmente tardo anche e non solo nei movimenti, non riesce a scappare, a nascondersi, a proteggersi. Non parliamo del mangiare, se non c'è quel particolare tipo di bambù, con quel gusto un po' così, da vero gourmet, che probabilmente gli hanno consigliato i suoi influencer chef e nutrizionisti, piuttosto muore di fame, disdegnando ogni tipo di altra cosa, per ghiotta che sia. Non ha neppure più voglia di sesso, anzi lo disdegna annoiato e non si accoppia, anche se si trova con un compagno od una compagna disponibile, preferisce ronfare su un comodo ed indifeso letto di foglie. Pare che solo mostrandogli filmati di accoppiamenti, di altri panda naturalmente, si risvegli l'idea e combini qualcosa, l'aiutino del porno insomma. Un animale che non si adatta a nulla e per questo, come diceva il mio amico alessandrino Carlo Gallia, nel suo famoso blog, il Panda deve morire. 

In cerca di cibo

Se lo meriterebbe insomma. E invece no, i cinesi hanno deciso che comunque anche se stupido, il panda è un business spettacolare e quindi ecco che a Chengdu, nella Cina centrale, hanno messo in piedi il più grande e completo centro per la salvezza del panda medesimo, ricostruendo o conservando un tratto di foresta con quella famosa varietà di bambù senza il quale la bestia non mangia proprio e adoperandosi in ogni modo per fare moltiplicare il pigrissimo animale, per la gioia dei milioni di visitatori che arrivano ansiosi di vederlo. Ci sono stato una quindicina di anni fa, essendo una tappa obbligata per raggiungere il Tibet e bisogna ammettere che lo spettacolo è accattivante. A parte la città che comprende tutti gli interessi specifici del mondo cinese, ma questo parco immenso nel quale puoi girare in lungo in largo, è davvero uno spettacolo unico, potendoti godere gli orsacchiotti banchi con gli occhi neri che si aggirano goffamente o seduti sul grasso posteriore a delibarsi le tenere foglioline verdi che non fanno neppure la fatica di staccare dai rami del deliziosi boschetti, ma che devono essere loro forniti in comodi fasci già pretagliati. Non meno piacevoli alla vista sono i panda minori, gli altri ospiti del parco, una sorta di miniprocioni rossi come volpi che scodinzolano qua e là, guardandosi intorno curiosi. Che animali magnifici, simpaticissimi, irresistibili, come fai a non amarli, vezzeggiarli, proteggerli! Insomma c'è poco da fare, la lezione è questa, se sei incapace di sopravvivere da solo, devi fare il simpatico, carino e coccoloso e tutti ti aiutano, altrimenti ti lasciano crepare senza pietà, anzi possibilmente danno una mano per tenerti la testa sotto. Forse anche questo è uno stratagemma di sopravvivenza.

Panda minore

Riposo
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