martedì 26 gennaio 2021

Luoghi del cuore 99 . Innsbruk e il Tirolo

Innsbruk - Austria - giugno 2011

 

A Innsbruck ci puoi andare venti volte ed ogni volta rimani incantato, ogni volta ci trovi qualcosa che non avevi ancora visto e che invece valeva la pena di vedere. Oppure la rivedi e la sua bellezza te la fa apparire come nuova, godibile e meritevole di attenzione. Con il piccolo centro antico raccolto attorno alla via storica, passi dalle facciate di vetro che circondano il nuovo palazzo comunale in cui si specchiano le facciate ottocentesche, alla sua magnifica Cattedrale dagli stucchi rosa, coi mille inganni barocchi, le cupole trompel'oeil, l'impressione tridimensionale delle sue canne d'organo, il marmo fitto, lo splendore e la ricchezza dell'altare che circonda il gioiello attorno al quale la chiesa pare costruita, la splendida Madonna con Bambino di Cranach il vecchio. Certo che c'è molto da ragionare sull'immenso debito che l'arte e la bellezza devono allo spirito religioso, forse fino al punto da indurre a perdonarne quanto di orribile è stato fatto e si continua a fare in suo nome. Il Tiroler Volkskunstmuseum, poi ti avvolge con le sue strepitose collezioni di artigianato artistico del Tirolo, la sue serie di Stuben perfettamente ricostruite, la sua sezione dedicata ai presepi artistici che da sola varrebbe la visita.

Ma è nella cappella di corte, che vieni pervaso dall'atmosfera asburgica più completa, severa e leggera al tempo stesso, con il cenotafio di Massimiliano I, circondato da una serie di figure in bronzo imponenti ed indimenticabili. Ma Innsbruck è passeggiare lungo le case dai colori pastello, con la serie di bovindi che occhieggiano, sporgendosi nella via come a porgersi leziosi, con la grazia di imperatrici gentili e bellissime. E ti par di sentire carrozze, scalpiccìo di cavalli, schiocchi di frusta, risate di fanciulle, tacchetti che risuonano sulle lastre di pietra antica. Stai sotto il Tettuccio d'oro, osservi le scandole di rame ricoperte che risplendono anche se il cielo è imbronciato e senti l'Inn poco lontano che rumoreggia come un torrente di monte mentre scende dalle forre verdi e selvatiche che circondano la città. Ti fa voglia di altri tempi, di rimanere almeno per poco in un passato un po' favola, un po' storia romanzata, fatta di principi e di scarpette, di ufficiali impettiti, di dame dai grandi abiti color pastello. Ti disturba lasciare la favola, quindi ecco per te il Goldener Adler, ristorante aperto da quasi 800 anni, con le sue sale antiche dove hanno seduto Ghoete, Camus, Rossini, regnanti e premi Nobel, personalità famose e semplici turisti in cerca di emozioni d'antan.

Ambiente ovattato dove gustare una zuppa di cipolle da sballo per aprire lo stomaco al piatto forte, il bollito tradizionale in una delicatissima salsa di rafano. Infine un tris di delicatezze cioccolatose, mediate dai sapori dell'alkechengi e del ribes e vorrete rivolgere un sorriso e un baciamano alla damina che vi sorride accanto per poi risvegliarvi improvvisamente scoprendo al suo posto, il vostro barbuto compagno di viaggio. Ma la giornata è ancora lunga, così siamo rimasti nel passato ad Halls, per una immersione nella storia dell'economia e del denaro, seguendo un interessante percorso creato nei locali dell'antica zecca e infine, per non far mancare nulla anche alle signore, un tuffo in quella attrazione alla Disneyland che è il museo Swarovsky, dove un percorso mirabolante attraverso le luci, i colori ed il rutilare di cristalli di ogni forma e dimensione, raggrumati in opere d'arte dai più grandi artisti del moderno panorama internazionale, ti conduce piano piano alla grandissima sala acquisti dove la frenesia femminile shoppistica potrà avere finalmente il suo sfogo. C'è da godere per tutti, come si dice.


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2 commenti:

OLga ha detto...

Bellissima,una città da visitare!Ciao

Enrico Bo ha detto...

Appena si potrà, è anche molto comoda e vicina

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!