E’ l’ennesima saga familiare indiana che si dipana attraverso la prima metà del secolo scorso nel Tamil Nadu, uno degli stati più importanti dell’India del sud. Al di là della storia in sé che è comunque raccontata con garbo, le 700 e più pagine del malloppone vanno giù bene specialmente se siete appassionati di questo continente e delle sue multiformi sfaccettature. In particolare la materia portante che continuamente domina e conduce il racconto è il problema delle caste. Per questo lo suggerisco assolutamente a chi è interessato a questi problemi e a chi ovviamente è, come me, morbosamente affascinato dall’India e dalla sua aria. La storia percorre cinque e più generazioni attraverso il concatenarsi dei passaggi di testimone di una serie di spose bambine, le vere protagoniste di tutti gli eventi che si svolgono all’interno della più elevata casta dei brahamani, in tempi in cui il sistema cominciava a mostrare le prime crepe e molti potevano pensare che al termine degli anni ’50, quando si conclude il libro, vedesse arrivare la sua fine definitiva. Al contrario, chi conosce questo paese, sa bene che dopo altri 60 anni, questo pensiero e ben lungi dall’essere dimenticato. L’autrice canadese, di origine indiana, penetra, a mio parere, molto bene l’argomento, nonostante sia alla sua prima opera. Comunque un libro che come molti altri di autrici indiane, esplora la condizione della donna in quel lontano paese. Io, se siete interessati all’argomento, lo leggerei.
domenica 20 settembre 2020
Recensione: P. Viswanathan – La sposa bambina
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3 commenti:
oui,oui,oui !J attends ton analyse de la condition des femmes indiennes .
Jac.
C'est une analyse trop compliquée, je croix, pour qui est enfin seulement un turiste
peut etre , mais heureusement pour toi,tous tes lecteurs ne sont pas que de simples touristes .Beaucoup sont interessés par la marche du monde .
Dommage.
Jac.
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