martedì 29 settembre 2020

Luoghi del cuore 61: Sulla grande muraglia


La grande muraglia a Mutianyu - Cina - gennaio 1997


Badaling

Eh già! Questo è proprio uno di quei posti classici da inserire nelle x cose da fare prima di morire, che si trovano a mazzi, dispensate nei pamphlet degli aspiranti viaggiatori. In effetti è un luogo simbolo che come pochi altri rappresenta la Cina e la sua mentalità. Per le dimensioni, per l'importanza simbolica, storica e strategica e diciamolo pure per la sua bellezza. Rimane inoltre uno di quei punti chiave che sono in giro per il mondo e che una volta lì, ti fanno pensare: fin qui ci sono davvero arrivato. Non c'è da stupirsi quindi se qualcuno, poco avveduto, ha tirato fuori il fatto che questo caposaldo della Cina, non sia citato nel Milione e quindi potrebbe essere un segnale che il nostro amico Marco fosse un cacciaballe che parlava solo per sentito dire. Ma, testa aguzza, non hai pensato che la Grande muraglia è un'opera difensiva che per secoli è andata rafforzandosi contro il temuto pericolo delle invasioni dei barbari del nord e che quando Polo è arrivato in Cina, proprio questi ultimi l'avevano bypassata ed avevano conquistato la Cina intera, instaurando la dinastia mongola Yuan e quindi l'opera ormai inutile era caduta in totale stato di abbandono, visto che non difendeva più da nessuno! Per secoli infatti è poi servita come cava di materiali edili per ii villaggi adiacenti e lo stato in cui si è ritrovata fino alla metà del secolo scorso era di un totale abbandono. Oggi nella maggior parte del suo percorso, chi dice 4000, chi 13.000 chilometri con i rami laterali, se ne scorgono appena le tracce e di punti visitabili sono stati pesantemente restaurati, tali da poter essere in alcuni punti quasi rifatti ex novo. a partire dagli anni '50. Data la mia lunga frequentazione nel paese di mezzo, ci sono stato tre volte ed in tempi in cui la folla che la opprime era ancora in misura accettabile.

Mutianyu

La prima volta, a metà dei '90 andai a Ba Da Ling, il tratto più noto e comodo da Beijing. Il motivo di questo successo e la scelta di ricostruire alla grande questo tratto deriva dal fatto che lo scenario del territorio circostante è assolutamente grandioso. Puoi vedere il serpente del grande muro che si inerpica per chilometri nelle due direzioni dal passo che era chiamato la Porta del nord; l'aria è quasi sempre limpida e le vedute impressionanti. Certo oggi è una specie di parco divertimenti che nei giorni di festa accumula una quantità di visitatori tale da rendere difficile il passaggio lungo la salita, ma anche questo ormai fa parte del folklore e dobbiamo tenere conto che i cinesi che possono fare i turisti sono più di un miliardo, per cui difficilmente potrete aspettarvi di trovare poca gente. Se volete una maggiore genuinità scegliete almeno il settore di Simatai, quando ci andai io, ero solo a risalire la china, a volte anche impegnativa, in alcuni tratti con una pendenza talmente forte da avere la sensazione di doversi arrampicare. Però qui, anche se c'è ricostruzione, per un tratto di almeno cinque chilometri, hai davvero la sensazione di essere nell'avamposto a difesa dei temibili Nu che calavano dal nord a seminare morte e saccheggio. Tuttavia dove provai le sensazioni di estetica perfezione fu a Mutianyu. Era un gennaio freddissimo, almeno 10°C sotto zero e la macchina che ci portava, una vecchia Zigulì russa piuttosto malandata, in alcuni tratti scivolava sulla patina di ghiaccio che ricopriva la strada, in modo tale da dare la sensazione di galleggiare nel vuoto. Anche per questo motivo all'ingresso dell'area non c'era quasi nessuno, qualche ragazzotto intabarrato in pellicce di cane, mentre le ancora poche bancarelle di souvenir erano presidiate da lontano dai proprietari riuniti in un crocchio attorno ad un fuocherello per scaldarsi le mani. 

Simatai

Anche qui il panorama che abbracciavi appena arrivato ad una delle torri di osservazione era maestoso, coperti da un leggero strato di neve, i monti scendevano oltre il muro in forre scoscese e misteriose, mentre il percorso risaliva il versante opposto muto e solitario. Potevi osservare il nord nascosto dietro i merli alti e sicuri, facendo più che altro attenzione a  non scivolare sul ghiaccio. Esposto al vento del nord che sibilava attraverso le feritoie delle torri, avevi la sensazione che ti si tagliassero le guance esposte ed il pallido sole malato che segnava un punto fermo tra le nuvole grigie, non alleviava assolutamente quel senso di inutile attesa di un nemico che forse anche per questa generazione non avrebbe dato l'assalto alla fortezza. Non incrociammo nessuno nella lunga discesa verso la valle. Una solitudine ambigua e perfetta per perdersi nel tempo e non renderti conto del quando, anche se avevi l'approssimazione del dove. In una torre tre disgraziati bardati da guardia imperiale, stanchi aspettare non già l'assalto del nemico, ma l'arrivo di qualche turista bramoso di foto di genere, avevano acceso un fuocherello al riparo del muro, di certo illegale, dove scaldavano quello che poteva intendersi come il rancio di metà giornata. Scambiammo un saluto, loro rannicchiati a terra per difendersi dal freddo, io che badavo soprattutto a non scivolare precipitando dagli alti gradini. La scalinata ripida scendeva diritta verso la valle della torre di guardia. Il nostro ansimare formava sbuffi di condensa che uscivano da sotto lo sciarpone che mi ero avvolto attorno alla gola. Arrivato al fondo, c'era solo un negozietto con una donnina rugosa e sorridente. Comprai un bel vaso Chin, dai toni azzurri delicati come il colore di quel cielo invernale.


Filmato da Youtube 


SURVIVAL KIT


Attenzione a non finire a Badaling in
un giorno di festa @photocredit Thrifty Nomads

Great wall
- Oggi mi si dice, date un'occhiata al bel pezzo di una viaggiatrice solitaria, qui, che i posti accessibili da Beijing sono almeno 6, ma credo che nel tempo aumenteranno dato la crescente richiesta turistica. Di certo uno dei siti turistici più famosi del mondo anche al di là della panzana che sia l'unico manufatto umano visibile dallo spazio. Preparatevi ad una folla consistente e chiassosa, in ordine decrescente a seconda della lontananza dei siti dalla città e dallo stato di conservazione. I siti visitabili sono tutti più o meno pesantemente restaurati e la tendenza è quella di trasformarli in parchi di divertimento. Per raggiungere i siti, il metodo più comodo è il taxi che converrà affittare per tutta la giornata. I mezzi pubblici sono generalmente difficoltosi da utilizzare, con cambi frequenti e li sconsiglierei a chi non ha dimestichezza col paese e con la lingua. In ogni albergo sarà comunque facilissimo anche accedere a meno costose gite organizzate. Dunque in ordine di notorietà abbiamo:

Mutianyu

Badaling - E' il più noto e comodo, a un'ora e mezzo da Beijing. E' il più restaurato, i lavori iniziarono nel '55 e in più punti la ricostruzione è stata totale. Qui convergono i tre quarti dei visitatori della muraglia e quindi potrete trovarla estremamente affollata, al punto di faticare a procedere nella salita. L'ingresso è al passo da cui partono due tratti in direzione opposta che risalgono i versanti della valle con magnifici punti di vista. Chi prende un'escursione organizzata, di solito abbina la visita alle tombe Ming che sono sulla strada. 

Mutianyu - Altrettanto bello con grandi viste a circa 70 km da Beijing e anch'essa completamemte ricostruita alla fine degli anni '80, in granito e mattoni come nell'originale, alta 7 metri, con passaggio di 4 metri e merlatura completa. Ci sono tratti in salita con scalinate piuttosto impegnative, ma lo spettacolo dalla cima della montagna è unico. Il percorso completo percorribile è di almeno cinque chilometri. E' stata costruita anche una funivia che porta fino in cima e addirittura mi dicono che adesso c'è un toboga per scendere dalla montagna, tanto per capire la mentalità cinese.

Simatai - Qui, a 120 km da Beijing, il turismo comincia a decrescere, nei giorni al di fuori delle feste troverete pochissima gente. La ricostruzione è molto più ruspante, non c'è merlatura e il muro procede anche qui per oltre 5 km con passaggi ripidissimi anche oltre il 70%. Sembra che adesso sia necessario prenotare con accesso gratuito. Diversamente l'accessibilità non è garantita per ragioni di sicurezza ed è a pagamento. Con le sue 35 torri, conserva le caratteristiche dell'epoca Ming durante la quale è stata costruita ed è considerata la parte architettonicamente più bella della Grande muraglia. In alcuni dei punti più complicati è larga solo mezzo metro.

Mutianyu

 - A 125 km da Beijing, è uno tre tratti meno conosciuti e forse per questo più interessanti. Solo parzialmente restaurata il tratto di circa 10 km e 67 torri (sembra architettonicamente le più interessanti), è forse visitabile assieme a quello di Simatai, c'è un biglietto cumulativo 65 RMB + 40. Anche qui comunque c'è una funivia per raggiungere il punto più alto (40 RMB).

Le ultime due sezioni visitabili vicino a Beijing sono quelle di Jiankou, a 75 km e Zhuangdaokou, a 81 km, Entrambe sono praticamente non restaurate e quindi quasi nelle condizioni originali, ma proprio per questo molto difficili ed impegnative da percorrere. Per la prima, alcuni tratti sono percorribili sono con corde, dati i passaggi quasi verticali ed il crollo di molte scalinate. Certamente pochissimo visitate, qui chi cerca il vero senso di questo monumento, potrà trovare soddisfazione


Mutianyu
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