mercoledì 13 maggio 2020

Cronache di Surakhis 89: Buoni e cattivi

Qual è la differenza tra fantastico e fantascienza?
dal web

L'epidemia su Surakhis era durata dodici anni. Alla fine non erano morti più del 20% degli abitanti, per lo meno questi erano i dati ufficiali, quello che era successo nelle caverne delle Fragrant Hill, le colline di spazzatura che circondavano le città e dove si rifugiava la maggior parte degli abitanti, erano più vaghi al riguardo, ma in fondo poco importava, nella maggior parte si trattava di schiavi. Adesso che l'ondata era passata e il virus indebolito, di tanto in tanto moriva ancora qualcuno, ma la gente non gli badava più di tanto, concentrata com'era a non perdere la distribuzione giornaliera dei panini fatti con gli scarti delle centrali a merda che continuavano a fumare nelle periferie. Le conseguenze del virus non erano state poi più significative di quel che ci si potesse aspettare. I ricchissimi erano diventati un po' più ricchi, coi dividendi delle compagnie dei Monatti che si erano aggiudicate gli appalti di sepoltura e della distribuzione degli aiuti a pagamento, dato che i più pagavano i debiti cedendo organi o figlie giovani, i poveri erano diventati un po' più poveri ma nessuno ci faceva più caso. Paularius con la sua associazione dei Proprietari di Miniere era riuscito a mantenerle aperte anche durante il periodo più forte del contagio, tanto in fondo ai cunicoli nessuno andava a contare i morti che venivano abbandonati sotto le montagne di scarti degli scavi e quindi, riducendo un poco, per stare nei costi, le scodellate di sbobba che venivano distribuite come mercede ai lavoratori, era riuscito a quadrare i conti, anzi gli utili era cresciuti, anche se di pochissimo. 

Non è che possa sempre andare bene. Certo che le cose prendevano pieghe strane ed impreviste. I più importanti filosofi peripatetici del sistema e anche le peripatetiche in verità che popolavano i talk show sui media, avevano a lungo pontificato che la reclusione involontaria a cui tutti erano stati costretti per tanti anni, avrebbe reso tutti più buoni e comprensivi verso il prossimo. Che alla fine sarebbe rimasta solo una gran voglia di abbracciarsi e stringersi l'un l'altro. Invece alla grande riapertura c'era stato solo un grande affollamento nei templi del piacere e nelle varie case di tolleranza, dove per altro gli abbracci erano di altra natura, anche se sempre piuttosto appassionati. Per il resto invece era cresciuto esponenzialmente l'odio e la cattiveria verso il vicino, che si esprimeva poi in tutti i classici modi di un tempo, ma in maniera molto più tignosa e violenta. Le denunce tra vicini erano spesso accompagnate da sventagliate di laser, se non per ammazzare almeno per fare danni consistenti, che so io, tagliare un arto, abitudine mediata dagli aracnidi di Betelgeuse ai quali comunque ricrescevano rapidamente. Ma le denunce false, che so io, di non aver portato la figlia al tempio ogni domenica, perché accontentasse a pagamento i pellegrini di passaggio o di non rispettare le opportune distanze ad esempio nelle case delle fellatrici, che operavano ormai al di là di uno schermo di plexiglas dove attraverso opportuni fori si inseriva il necessario, si moltiplicavano.

Tutti insomma erano diventati più cattivi e più violenti. Il Pontifex Maximus che predicava pace e comprensione o quantomeno di non colpire alle spalle i vicini, ma di sfidarli in combattimenti regolari, era stata avvelenato da una camarilla interna di sacerdoti dissidenti, che lo aveva esposto poi per giorni al ludibrio della folla sulla piazza centrale, che gli gettava per dispregio manciate di fango e di sterco, pomodori e altra verdura non ce n'erano più da quando gli andromedani clandestini non erano stati regolarizzati con un colpo di mano nella votazione generale che ne aveva decretato al contrario la gasificazione. Comunque piano piano le cose si stavano riprendendo e anche se la gente era un po' più cattiva di prima, alla fine tutto avrebbe ripreso il suo corso normale, come sempre era accaduto nella storia passata. Le lune erano alte nel cielo e i riflessi verdognoli del cloro nell'aria dicevano che era di nuovo tempo di calzare le maschere, almeno questa abitudine ormai era diventata così usuale da non pesare più di tanto, anche se per le sacerdotesse fellatrici del tempio questo era sempre un po' un problema.




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2 commenti:

Anonimo ha detto...

beh solo 12 anni chiusi in casa - mi scusi- monoloculi....

oggi ho fatto una passeggiata ... assaporare i piccoli piaceri

Enrico Bo ha detto...

@An- Cosa vuole che sia di fronte all'epidemia dell'anno 13.428 quandola quarantena durò 29 anni! e poi nelle gallerie della monnezza che al momento costituiscono le abitazioni su Surakhis, si può scavare a volontà, procurandosi anche dell'ottimo cibo stagionato a km 0.

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