sabato 18 gennaio 2020

Cina 34 - Percorrendo strade di montagna

Lungo lo Yang Tzé


La black Dragon Pool
Questa mattina ci siamo alzati all'alba. Dalla terrazza, le cime delle montagne sono appena sfiorate dai raggi del sole, l'aria è pungente e staresti qui a lungo. Le truppe cammellate dei camminatori ronfano della quarta e la sala per la colazione è semideserta, così mi mangio le mie uova strapazzate accudito senza problemi da una madamona sorridente ed alle otto siamo già con le chiappe in macchina a cominciare la discesa a precipizio in una serie di tourniquet strettissimi che raggiungono la nazionale che percorre il fondo della gola proprio di fianco alle acque ruggenti. Pochi chilometri e le gole sono alle spalle, la valle si è ormai allargata ed i fianchi hanno perduto la caratteristica dei massicci montuosi per rassomigliare più a dolci colline che si perdono all'orizzonte nebbioso ed umido del primo mattino. Anche il fiume si è nuovamente allargato e la corrente delle acque è ormai placida e tranquilla. In un paese di case piuttosto nuove che si allunga sulla riva, c'è addirittura un parco fluviale con una lunga passeggiata lungo le acque, tra giardini, alberi e aiuole che aspettano la stagione della fioritura, in stile classico cinese. Il parco giardino, con la sua offerta di verde e di tranquillità è uno dei luoghi più amati dai cinesi, che sono soliti trascorrerci molto tempo, come abbiamo visto bene in ogni paese o città in cui ci siamo fermati. Al mattino presto, quando prevalgono il movimento o l'esercizio fisico, da soli o in gruppo, ne vedi sempre di questi assembramenti a fare esercizi di qigong o taichi oppure a ballare al seguito di qualche esperto.

Donna Bai
Donna Naxi
Poi trovi anziani intenti a giocare a scacchi cinesi o a majong oppure ad ascoltare il canto degli uccellini che si portano da casa in belle gabbiette di legno. Se ne stanno lì, i più anziani, con la giacchetta ed il cappellino a visiera blu, ad ascoltarli con occhi pensosi, forse considerando che i piccoli piaceri della vita vanno goduti in tranquilla solitudine, in un luogo piacevole, mentre i sensi, almeno quelli ancora funzionanti, vengono delicatamente vellicati. Intanto il fiume sfila lentamente; noi invece procediamo verso Li Jiang, quella che forse va considerata un po' la perla dello Yunnan. Ma noi non ci fermeremo ancora in quella che è prevista come ultima tappa. Per ora ci passiamo soltanto, prima di prendere la strada per il Lugu lake. Apple fa un salto a casa a cambiare il bagaglio appresso e noi approfittiamo per passare un'oretta nel bellissimo parco del Black Dragon Pool, a quest'ora già gremito di turisti. Abbiamo giusto il tempo di fare il giro del lago, sostare sulle panchine della riva godendo degli scorci che offre col ponticello in pietra che lo attraversa e le punte delle Jade dragon mountain sullo sfondo. Anche se affollato, ti dà l'idea di un luogo di pace. Ci torneremo a godercelo meglio al nostro ritorno. Intanto si riparte per Luguhu. La strada è tormentata e piacevole con scorci di valli profonde scavate da acque violente. Pare che qui si siano cominciate a coltivare anche le banane e ne vedi i gruppi di piante che spuntano nelle parti liberate da alberi nei fianchi più dolci delle colline.

Andando al funerale
Bisogna rimarcare che la Cina è molto attenta a trovare sempre nuove strade per incrementare la produzione di cibo. D'altra parte una popolazione che rappresenta più o meno un quinto del mondo, non può trascurare questo aspetto e mi risulta che la spinta nella ricerca, abbia ottenuto risultati importanti, sia coi metodi della genetica tradizionale, che perseguendo la via degli OGM, qui evidentemente non sottoposti al battage delle bufale antiscientifiche dei vari interessi che cavalcano la fuffa del bio organico in generale, che invece ha praticamente bloccato ad esempio la diffusione del cosiddetto Golden rice, varietà di riso arricchito di provitamina A. Ma questo è un discorso complicato da fare in altri contesti. Intanto ci fermiamo ad un incrocio attirati da un gruppo di altissime donne in costume Yi che stanno aspettando qualche mezzo pubblico. Facendo finta di niente scendiamo e cominciamo a girolarci intorno per attaccare bottone. Apple le avvicina con qualche scusa e comincia a chiacchierare. Mentre loro se ne stanno piuttosto rigide ed allampanate con i grandi copricapi costituiti da un telo nero fissato su una intelaiatura a formare una sorta di trapezio attorno alla testa, i loro uomini sono accovacciati comodamente a terra coi fagotti a chiacchierare animatamente. Sembra che stiano andando ad un funerale in un paese vicino ed evidentemente tutta la bardatura che hanno curato nei dettagli, orecchini e complicati collari argentati, cappe nere e bluse ricoperte di ricami fitti e complicati, cinture che scendono sulle gonne plissettate, è orientata come si suol dire a fare la sua bella figura in una di quelle importanti occasioni sociali di cui sono rimaste tracce consistenti anche nella vita moderna.

Donna Yi
Per la verità le madamine, evidentemente orgogliose della loro mise, la esibiscono con un certo sapiente savoir faire, ben consce di essere proprio per questo ammirate, ma alla fine dopo aver confabulato tra di loro, pretendono un compenso in vile danaro per prestarsi ad una serie di foto, che ci sta tutta, vista la rara occasione. Alla fine concordiamo per 40 Y, dieci a testa, poi comincia il defilé. Conclusolo stage fotografico ce ne andiamo tra grandi saluti, mentre gli uomini sghignazzano tra di loro. Intanto si può procedere con calma visto che la strada è nuova e in quattro orette si arriverà tranquillamente verso la meta per raggiungere la quale una volta occorreva un giorno intero. Il Lugu lake è ormai a portata di mano e penso che potremo arrivarci a pomeriggio appena iniziato, cosa che dovrebbe consentire ancora molte ore di luce prima di trovare sistemazione. La mia guida Lonely planet del 2007 (lo so che ho il braccino corto e bisognerebbe essere il più aggiornati possibile quando si programma un viaggio), recita a questo riguardo: "La tranquillità è il dato caratteristico di questo lago a 2685 m. di quota, circondato da selvagge foreste e situato in una remota zona, difficile da raggiungere, al confine tra Yunnan e Sichuan. Di certo l'esperienza più incontaminata e non turistica che avrete in questa area dimenticata del paese, anche se qualcuno riporta che la zona comincia ad essere richiesta". Questa frase è quella che mi aveva convinto a inserire la località nel mio giro a discapito di altre più conosciute, come le risaie e di Yuan Yang nello Yunnan del sud, naturalmente ben disposto ad affrontare una lunga giornata di trasferimento su strade malagevoli e selvatiche.

Monili Yi
Ma non avevo fatto i conti con la rapidità dei cambiamenti che, dall'ultima mia visita, quasi quindici anni fa, ha trasformato la Cina in un paese completamente diverso da quello che conoscevo. Eccoci infatti dopo poco, arrivati in una enorme spianata che dà accesso al balcone naturale dal quale poi si scenderà verso il lago, dove però ci troviamo imbottigliati in un colossale parcheggio, risultato dello sbancamento della collina preesistente, completamente circondati da almeno un centinaio di bus granturismo, che vomitano davanti a quello che è l'"ingresso" al parco naturale, migliaia di turisti che come cavallette furiose prendono d'assalto i vari banchetti che distribuiscono cibarie, souvenir e paccottiglia della peggiore specie. Il modernissimo capannone dei bagni, forse io mi aspettavo ancora il classico césuò con i simboli di maschio e femmina ed all'interno il camerone comune con la panca dai buchi allineati e canalina di scolo sottostante, al più scanditi da un muretto ad altezza di spalla per la privacy, dispone invece di toilette alla giapponese con scarichi automatici e tubo di plastica auto rigenerante per garantire l'igiene delle tavolette, soffioni elettronici che sbuffano aria calda non appena avvicini le mai, diffusori di profumo e specchi giganti alternati a grandi foto che illustrano le bellezze ambientali che ci circondano. Poi, appena espletate le funzioni corporali, si corre tutti fino in fondo al giardino che porta alla balconata da cui godere della vista sul lago sottostante, peraltro già completamente occupata da schiere di gruppetti, coppie, singoli che cercano di farsi spazio a gomitate per potersi scattare selfie in posizioni apparentemente prive di vicinanza umana.

Mulino di preghiera
E' la cosiddetta bramosia del lusso esclusivo per tutti, l'edizione limitata a disposizione di tutto il popolo, un ossimoro che la nostra società promuove ossessivamente, l'ultima frontiera del business, perché è solo sui grandi numeri che si fa il grano. Il falso lusso patinato, fatto soprattutto di materiali poveri, ma assai nobilitati da un tocco di design, funziona solo se la folla ci crede e compra in quantità industriale. Qui nel black friday (c'è anche qui, tranquilli), Alibaba, l'Amazon cinese, ha fatto il botto e una donna, riportano i notiziari, si è suicidata buttandosi da un grattacielo perché il marito le aveva bloccato la carta con cui stava prosciugando i conti. Intanto qui, anche se siamo a 3000 metri tutti corrono e sgambettano senza apparire affannati, tanta è la brama di conquistare le posizioni migliori. Poi, pagato il biglietto unitario (noi, da bravi vecchietti, ne siamo esenti) tutti passano i tornelli a piedi per risalire sui torpedoni e scendere a rotta di collo la strada tutta tornanti, ma bella larga ed asfaltata di recente per poter dare spazio a questa folla che si prevede in continua crescita, verso i paesotti sulle rive del lago, che da rifugi di pescatori si sono trasformati in distese di hotel, alberghetti, pensioni e guestuoses di ogni livello per sfruttare l'arrivo di tutto questo ben di dio. Non è davvero quello che mi aspettavo, ma cerchiamo di prendere la parte positiva della situazione. Il lago è davvero bellissimo sia visto dall'alto nella sua interezza, sia man mano che si scende verso le sue rive e poi noi dovremmo essere nell'ultimo paese, un poco fuori della parte più vacanziera, con le sue vibrazioni consumistiche da Papeete dagli occhi a mandorla e poi bisogna toccare con mano prima di criticare. Tanto ormai siamo qui e cerchiamo di prenderla per il verso giusto.

Lugu Lake

SURVIVAL KIT

Sulla riva
Lugu lake (泸沽湖 -Lugu Hu) - Bel lago di alta montagna situato al confine tra Yunnan e Sichuan. Al momento raggiungibile con una comoda strada di 200 km, in circa 4 ore e mezzo. Dato lo sviluppo turistico, al momento dispone anche di un aeroporto per arrivarci direttamente da Kunming. Ci si può arrivare tranquillamente in bus di linea (7/8 h - 80 e 95 Y) sia da Lijang che da Xichang nel Sichuan, tra l'altro questo potrebbe essere parte di un itinerario via terra per chi vuole visitare le due provincie di seguito. La zona è strutturata come parco per cui si paga un biglietto di ingresso all'entrata. Il luogo è noto oltre che per le sua bellezza naturale, perché è popolato dalla minoranza Moshuo, una sottotribù del gruppo Naxi, che ha caratteristiche specificamente matriarcali. Sulla sua riva ovest ci sono diversi paesi che hanno avuto un grande sviluppo con l'esplosione del turismo interno con un grande numero di opzioni per quanto riguarda l'alloggio e la ristorazione. Nel versante del Sichuan invece ci sono ancora paesi e cittadine tradizionali meno toccate dalla folla che conviene visitare percorrendo tutta la strada costiera. Nel punto più a nord, alte montagne incombono sul lago e costituiscono un'area naturale a cui si accede con una funivia che porta in alta quota, dove fare passeggiate e percorsi in mezzo ad una fitta foresta fino a raggiungere un famoso tempio tibetano. Data la quota il lago e l'area circostante è spesso avvolta dalla nebbia, che lo rende da un lato ancora più affascinante, ma dall'altra spesso ne impedisce la vista complessiva dall'alto. A mio parere, avendo perso ormai il suo fascino di luogo misterioso e difficile da raggiungere, può essere inserito negli itinerari come meta aggiuntiva o in transito verso il Sichuan, ma non a patto di dover rinunciare alle altre varie attrattive dello Yunnan.


Guardando il lago

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