venerdì 22 agosto 2025

Seta 24 - Il parco di Pingshanhu

Gran Canyon di Pingshanhu - Gnsu - Cina - giugno 2025
 

Questa città, Zhanye, di cui non conoscevo neppure il nome e l'ubicazione, effettivamente tiene in serbo diverse sorprese, anzi visto che abbiamo deciso di dedicarle solo un giorno e mezzo utile, dobbiamo anche sacrificare qualcosa, scegliendo cosa vedere e cosa, giocoforza scartare, come le grotte del Tempio dello zoccolo di cavallo (马蹄寺, Mǎtí sì), dato che di grotte tempio, ne abbiamo visto e ne vedremo una lunga serie, decisione dolorosa ma purtroppo obbligata, e quante altre cose sono state sacrificate in questo, per noi, pur lunghissimo viaggio! Beati i viaggiatori veri, che in un luogo riescono a fermarsi fino a quando arriva loro la voglia di partire! Questo è il pensiero che mi si fissa in testa mentre l'auto percorre l'autostrada semideserta che corre nel deserto. Eppure chissà se, come più volte ho sognato, avessi potuto trascorrere una vita in viaggio, senza obblighi di lavoro, partendo e portando con me solo la voglia di non tornare più, come cantava Irene Grandi, se mi sarebbe piaciuta, se mi avrebbe soddisfatto o se invece avrei rimpianto la possibilità di fare una tranquilla vita sedentaria con la mente impegnata a sognare viaggi e itinerari impossibili. Forse la verità è che vogliamo sempre fare quello che non possiamo fare; è solo la voglia di farlo che lo rende così desiderabile ed è per questo che anche quel poco che riesci a compiere, come sto facendo io in questo momento, ti riempie così tanto di soddisfazione. 

Intanto dopo un'oretta di meditazione, sono all'incirca un centinaio di chilometri, eccoci arrivati a destinazione, il gran Canyon di Pingshanhu, un'altra delle tante meraviglie naturali che offre il Gansu. Questo luogo è stato aperto al pubblico come parco geologico solamente pochi anni fa, nel 2016 e la strada per raggiungerlo è ancora più recente, del 2019, mentre prima si arrivava percorrendo strade sterrate con una certa fatica, quindi anche se la struttura preparata mostra il consueto gigantismo di una programmazione che si attende l'afflusso di milioni di persone, cosa che accadrà di certo nel  prossimo futuro, al momento si può godere di una certa calma e tranquillità, cosa che per questi spettacoli naturali è una vera benedizione. Purtroppo il tempo a nostra disposizione non è molto, sono quasi le 18 e naturalmente non riusciremmo neppure volendo, a partecipare ai giri organizzati con speciali mezzi fuoristrada che consentirebbero un giro circolare nelle parti più profonde del canyon, ma usufruendo dei consigli delle gentili signorine che stanno alla biglietteria, prendiamo il pulmino elettrico che percorre la strada alta che porta fino al centro del parco. Il percorso, che si inoltra nel territorio ad una altezza tra i 1500 e i 2500 metri, mostra già tutta la bellezza della zona, con montagne scabre che mettono in evidenza erosioni profonde che lasciano indovinare la formazione di orridi profondi e contorti. 

Il paesaggio è arido e roccioso, i fianchi delle montagne paiono rosso fuoco, grazie anche all'ora tarda che precede la sera. Su indicazione dell'autista ci facciamo lasciare dopo la metà del percorso, dove comincia un sentiero, intervallato da scale e terrazze che sono situati nei vari punti scenici che si aprono sulla valle. I punti di vista sono davvero entusiasmanti e bisogna dire che la presenza di un percorso molto ben attrezzato, facilita di molto la visita, permettendo di percorrere un tratto di qualche chilometro, facilitando il cammino nei punti più ardui che vengono agevolati da molti scalini, mentre al naturale, cambierebbero notevolmente la via trasformandola in alcuni punti in una vera e propria scalata anche impegnativa. Le deviazioni sono molte ed ognuna conduce a qualche piattaforma che permette di ammirare meglio punti del paesaggio che, diversamente, rimarrebbero nascosti. Dopo un tratto si arriva alla deviazione che porta attraverso una serie di ripidissime scale fino al fondo, dove inizia il percorso del canyon vero e proprio. Le pareti sono imponenti e le formazioni rocciose nelle quali puoi intravedere figure di fantasia, castelli di roccia, animali fantastici e ogni cosa la tua immaginazione ti spinga a vedere, hanno molto in comunque con quelle dei grandi parchi americani, solo che qui tutto appare come più ruspante, diciamo pure, ancora e per fortuna, da sfruttare appieno. 

Incontri poche persone durante il cammino, sebbene questo sia stato preparato con cura, con camminamenti e scalinate di legno comode e con pendio costante, studiato apposta per non stancare troppo il visitatore e quindi invogliare la gente a venire fin qui, facilitandone lo sforzo. Sembra che la preoccupazione principale del progettista sia quella di rendere la visita il più possibile disponibile a tutti, da un lato come se pensasse che tutti ne devono godere, dall'altra come se avesse la preoccupazione che il numero delle persone desiderose di fare il turista e visitare luoghi belli aumenterà a dismisura in un futuro assai prossimo e quindi bisogna mettere a disposizione di questa massa di "consumatori+" non più di beni solamente materiali, ma di offerta culturale, più luoghi, per distribuirla meglio, spalmarla su diversi territori in modo da far avere una ricaduta economica sul maggior numero di punti possibili. Pianificare, questo è il punto chiave dei cinesi, nella massima armonia, ma di certo per fare più grano possibile, naturalmente per il benessere di tutti, per carità. Del turismo proveniente dall'estero chi se ne frega, per carità, ben venga, ma comunque sarà sempre una percentuale talmente irrisoria, paragonandolo alle centinaia di milioni di connazionali assatanati di nuovo, di comportarsi come si fa nel resto del mondo, di spendere, visto che adesso la capacità di spesa c'è tutta, che si rende necessario calcolare e rendere efficiente tutto questo bengodi, senza lasciare nulla al caso. 

Ecco quindi i faraonici e velocissimi investimenti in infrastrutture (treni ad alta velocità, autostrade nel nulla e centri di accoglienza predisposti per le folle sicuramente attese ed in prossimo arrivo e poi si va avanti a vedere se il progetto avrà successo o meno, ma intanto si lavora sodo e velocemente. Per noi considerare tutto questo è quantomeno strano, i nostri tempi infiniti, le opposizioni ad ogni progetto, le nostre dimensioni, ci fanno apparire tutto fuori misura e magari queste mie interpretazioni del tutto personali sono del tutto campate in aria, chissà, intanto noi, invece di pensare a queste inutili cose, mettiamoci in cammino che il sole illumina le pareti di roccia con raggi sempre più rossi, quasi violacei, quasi fosse sangue di un drago malvagio che cola dal cielo dopo essere stato abbattuto da un eroe mitico. Il bello comunque è, che se non vuoi impegnarti in questa gita piuttosto faticosa, di almeno un paio di ore, puoi, percorrendo il breve tratto iniziale vedere dall'alto un bel pezzo del canyon stesso. Il resto della discesa, quasi verticale conduce sul fondo in diverse centinaia di metri, dove poi, si può proseguire a piedi o con appositi cammelli che attendono alla bisogna, capirete, il turista va agevolato in ogni modo. 

Comunque sia, il luogo è davvero bellissimo, i panorami estremi, i colori ineguagliabili. Insomma vale assolutamente la pena farci almeno un salto e passarci un paio d'ore. Noi intanto risaliamo il breve tratto disceso per avere un buon punto di vista, ma che fatica accidenti, e poi raggiungiamo il punto di arrivo della strada dove riprendere il pulmino che ritorna al centro informativo. Quindi una riconferma che questa città ha da offrire molto e sarebbe un grave errore espungerla da un itinerario lungo questa rotta. Ritorniamo allora in città che è quasi diventato buio, non ci resta che fare un giro, tanto per dare una occhiata intorno e anche per comprare un po' di frutta, per integrare le colazioni locali alle quali non riusciamo proprio ad abituarci. Certamente dando un 'occhiata ai negozi per la massima parte nuovi e rilucenti di colori e di merci, mi viene da fare una osservazione della quale non riesco ad avere smentite, almeno per ora. Nelle mie ultime visite in Cina da lavoratore, nei primi anni del 2000, c'era una caratteristica fondamentale, sulla quale oltretutto facevo conto ogni volta che venivo da queste parti. In tutti i mercati, certo allora più ruspanti, fatti di stalli e banchetti piuttosto che di negozi lussuosi e rilucenti, chi la faceva da padrone erano i cosiddetti tarocchi, le "imitazioni" delle più famose griffe occidentali, dall'abbigliamento alle scarpe e perché no, agli orologi. 

In realtà dalle mie indagini risultava che ci fossero diversi tipi di imitazioni, quelle di elevata qualità, che poi imitazioni non erano, in quanto uscivano delle stesse fabbriche che producevano per le griffe da spedire in occidente e delle quali una parte "sfuggiva" al controllo per finire sui mercati locali e poi quelle di bassa qualità, copiata paro paro magari da fotografie di giornale, come quella commovente che vidi su un banchetto, di una maglietta per bambino con la scritta LENTINO GARAVA, che era evidentemente stata copiata da una immagine che, riportando solo la parte anteriore, non consentiva di vedere il nome completo Valentino Garavani. Tuttavia trovavi bellissime magliette di ogni tipo di marchio ad un Euro (che poi era più o meno il loro effettivo costo di produzione) o sneakers a meno di 10 euro. Insomma la pacchia per i compratori. Ebbene dopo cica 25 anni, pur guardandomi attorno attentamente non si vede più l'ombra di un tarocco di nessun tipo. Saranno effettivamente scomparsi o diventati una nicchia di scarsa importanza e quindi mancante di visibilità? Vero è che pare che ormai qui le produzioni a basso costo, visto l'aumento dei salari e degli altri costi, si siano spostati, delocalizzate, come si dice correttamente, in paesi ben più poveri come Vietnam, Laos e Bangladesh, ma potrebbe anche voler dire che l'occidente con i suoi marchi, non rappresenta più un oggetto del desiderio per la massa dei Cinesi. 

Anzi, sembra proprio che i Cinesi si siano stufati di "copiare" e anzi stiano sviluppando marchi propri per oggetti e materiali di qualità sempre più alta, evidentemente con l'ambizione di conquistare mercati stranieri non già come avveniva prima, solo con i prezzi, ma con un loro design e una loro qualità. Mi conferma Luca, corridore di lungo corso e di conseguenza gran consumatore di scarpe tecniche, che ci sono attualmente marchi cinesi come la 365, che sono ormai al top della qualità internazionale e che se la giocano tranquillamente con marchi ben più altezzosamente famosi, oltretutto con prezzi estremamente concorrenziali, dovuti a mio parere, soprattutto al mantenimento artificioso di un livello di cambio, che favorisce sfacciatamente l'export. Insomma questo mondo ha molto da farci vedere e dare le corrette interpretazioni, e ricordate che capire queste cose è fondamentale per tenere a bada quello che comunque rimane il nostro più grande rivale commerciale mondiale, sarebbe fondamentale per preparare politiche adatte al riguardo. Ma forse questo è un compito troppo difficile per chi deve preoccuparsi soprattutto di carpire voti nella prossima elezione e quindi sbandierare pericoli più sentiti dal popolo bue, come l'immigrazione o la delinquenza nelle strade. Il commercio internazionale è materia da specialisti che non acchiappa neanche una preferenza. Quindi anche noi preoccupiamoci di portare a casa un po' di litchi che qui sono buonissimi, albicocche, pesche dragon fruit rossi come il sangue e perché no, una bella anguria, per il resto, si vedrà.

SURVIVAL KIT


 Gran canyon - Geoparco a circa 70 km da Zhangye, si estende per circa 300 km2. E' una delle recenti realizzazioni turistiche (aperto nel 2016) ed è organizzato con proposte diverse di visita che vanno dal semplice giro escursionistico a piedi, all'uso di camion 4x4 e tratti in cammello. Panorami molto spettacolari e anche qui necessità di tempo per una visita completa, anche tutto il giorno. Ancora poco visitato quindi molto godibile. Ingresso e giro a piedi con uso di pulmino 130 Y, in un paio d'ore si vede già parecchio. Giro di circa 4:30, camion fuoristrada + cammelli: 380 Y. Per arrivarci meglio il taxi.

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martedì 19 agosto 2025

Seta 23 - Le colline colorate di Danxia

Danxia geopark delle colline colorate - Zhangye - Cina - giugno 2025

Cerchiamo di partire presto, perché la meta di oggi prevede il top delle viste all'alba o al tramonto, come è chiaramente scritto in tutte le guide e tutti i dépliant, ma gira gira, tanto per cambiare, non riusciamo a metterci in moto prima delle 8:30, cosa che ci fa arrivare sul posto attorno alle 9, abbastanza presto ma già in tempo per metterci in coda, visto che le Rainbow mountains o Colline colorate, come altrimenti vengono chiamate, sono uno dei parchi geologici più gettonati dal turismo interno cinese. Il centro accoglienza visitatori è la solita faraonica serie di costruzioni prevista per quelli che in Cina, lo avrete capito ormai, devono essere considerati e attrezzati come colossali parchi divertimenti, pronti a ricevere milioni di turisti festanti e chiassosi, in un luogo che noi ameremmo invece vivere nella purezza di una silenziosità solitaria, impensabile ovviamente nell'epoca dell'overturism come quella odierna. Questo va messo in previsione, tuttavia, qui gli spazi sono amplissimi e quantomeno la folla si disperde parecchio, una volta superata la fiera dei banchetti di souvenir e di offerta alimentari che bisognerà pure alimentarla tutta questa gente. Bisogna tuttavia rilevare che l'afflusso di gente e le modalità della visita sono molto bene organizzate. 

L'area del parco è molto vasta e copre oltre 500 km2 e questi rilievi situati sulle pendici settentrionali della catena dei Qilian 山, si sono formati attraverso il deposito di strati diversi di arenarie ferrose  e altri minerali, oltre 100 milioni di anni fa. La compressione tettonica della zolla Himalayana che spingeva verso nord, ha quindi provocato l'emersione laterale degli strati, che mostrano quindi una serie di colori successivi decisamente straordinari, formando così una serie di panorami talmente inusuali da rappresentare una attrazione incredibilmente suggestiva. Per la verità non è l'unico fenomeno di questo tipo al mondo. Ci sono analoghe forme in Perù (Vinicunca), nella Columbia, in Kazakistan, in Azerbaijan e addirittura mi sembra di aver letto che ci sia una piccola formazione di questo tipo anche in una minuscola area dell'interno della Sicilia, ma nessuna di queste è presente con queste dimensioni e con con questa ricchezza di situazioni. Cominciamo naturalmente con i distinguo, infatti molte persone, arrivano attratte dalle foto che circolano su internet, che mostrano spesso colori sovraccaricati e talmente photoshoppati da apparire incredibili, come è ovvio se ci si aspetta di vedere questo si rimane inevitabilmente delusi. 

Ricordo una puntata di Overland che proprio in questa area manifestava tutta la sua delusione per aver visto solo fianchi di colline decisamente grigie e monocrome anche se variegate e a strisce e non mi aspettavo quindi cose eccezionali. Ad aumentare o diminuire l'impatto visivo, inoltre ci sono anche le ore del giorno in cui si effettua la visita, ovviamente quelle migliori sono l'alba e il tramonto ed ancora, le condizioni atmosferiche, il top si ha giustamente con aria cristallina e subito dopo una forte pioggia che pulisce l'aria e massimizza la lucentezza ed il colore delle rocce. Detto questo non si può dire invece che il luogo non sia assolutamente straordinario e che la visita non sia imperdibile. Preparatevi allora ad una bella scarpinata se volete vedere almeno i punti più importanti e famosi. Tutto è stato comunque facilitato perché tutti possano godere al massimo della visita. Intanto sono stati individuati almeno quattro zone principali dove le colline presentano i panorami più interessanti. Da un punto all'altro si viene trasportati con comodi veicoli elettrici panoramici che si spostano circolarmente attraverso i tre ingressi del parco in modo da consentirvi un itinerario completo attraverso questo territorio brullo, desertico e completamente privo di qualsiasi vegetazione, già di per se stesso straniante e foriero di inquietudine. 

Nei punti topici è stata predisposta tutta una serie di scalinate in legno che salgono le colline fino a raggiungere una serie di passerelle e terrazze che affacciano sui punti più scenografici. Se ci andate certi che i colori delle foto viste sono tutti tarocchi rimarrete davvero stupiti ed emozionati, se al contrario, vi aspettate di vederli uguali a quelli che avevate in mete, rimarrete inevitabilmente delusi. Tenete conto che tuttavia le foto che scatterete voi, saranno sempre meno persuasive di quello che vedranno i vostri occhi. Preparatevi comunque ad una scarpinata di tutto rispetto, per fare il minimo obbligatorio, la mia app che calcola queste cose, mi ha segnalato che al termine della visita avevamo fatto quasi 20.000 passi e 55 piani di scale! Prendetevela dunque con calma, salite lentamente, calcolando che comunque vi beccherete parte delle ore più calde della giornata, se no che turisti sareste. Io, che ho le gambe ormai piuttosto "sifule", come si dice da noi, salgo le comode e non ripide rampe di legno, con molta calma, deciso comunque ad arrivare sempre in cima e a godermi la giornata. Per fortuna oggi, contrariamente al solito mi sento piuttosto tonico e quando di tanto in tanto arrivo ad una piattaforma che si stende davanti al gruppo di colline che si stendono di fronte a me, lo spettacolo mozza il fiato: serie infinite di strisce di cinque, sei colori diversi, rossi, gialli, grigi, ma anche incredibili azzurri e verdi si stendono con ordine all'infinito. 

Le creste e le contorsioni che le pressioni della roccia hanno esercitato sugli strati sottostanti, creano serie di spezzature, linee parallele e poi a zig zag, che si perdono dietro ad altre ancora più complesse, fino a formare disegni arditi e effetti optical, che solo un grande artista avrebbe potuto immaginare. Ma non basta perché basta il passaggio di una nuvola o la variazione della posizione di incidenza dei raggi solari che si spostano durante le ore della giornata e altri colori appaiono, le sfumature e le variazioni cambiano in continuazione quasi stessi osservando  un caleidoscopio, che, quando eri bambino, guardavi stupito cambiare tinte e disposizione ad ogni movimento e torsione della mano. Già questi colori incredibili e meravigliosi che ti fanno rimanere a bocca aperta cercando di interpretare la natura e le sue stranezza. Invece nulla di anomalo, sono i minerali a conferire questa strepitosa variabilità: le variazioni di rosso date dalle percentuali di presenza degli ossidi di ferro, il rosa dal manganese ed il giallo dallo zolfo, i bianchi e i grigi dalle marne e dai carbonati di calcio, i blu e i verdi dalle differenti ossidazione del rame, i marroni dai conglomerati di rocce e magnesio e le strisce nere di solido granito. 

Naturalmente scatto a ripetizione una gran quantità di foto che poi riguarderò deluso la sera in camera, tutte invariabilmente grigiastre e quasi monocromatiche, così diverse dalle immagini emozionanti che mi sono passate davanti agli occhi per tutta a giornata. Prendiamo il pulmino per spostarci alla seconda zona e poi alla terza e qui nuovi panorami, diversi punti di vista, serpentine colorate e valli dietro alle quali si susseguono le striature ora bianche, ora scure, ora in tutte le sfumature di rosso. Le rocce poi, sottoposte ad una intensa erosione da parte degli agenti atmosferici assumono forme fantastiche, di animali, di oggetti, di personaggi fiabeschi, quasi il luogo oltre alle emozioni visive, volesse anche raccontare storie fantastiche di dei e di demoni in lotta tra di loro, di animali inesistenti che lanciano fiamme dalla bocca e lottano tra di loro per primeggiare in un mondo raccontato solo nelle favole e nei miti antichi. Mamma mia, che emozioni, che bellezza.! Certo vedere tutto questo dall'alto deve essere ancora più emozionante. Intanto sono vietati i droni, credo proprio per incentivare i visitatori ad investire un po' di soldi nelle offerte di esplorazione dall'alto. Ci sono un paio di elicotteri infatti che si aggirano intorno continuamente. 

Abbiamo visto anche un cartello che parlava di mongolfiere e devo dire che questa volta, visto anche il prezzo indicato di soli 200 Y è decisamente allettante, avrei morsicato, per la prima volta, ma purtroppo non siamo riusciti a trovare il punto di partenza delle ascensioni, posto naturalmente che si facciano (le foto ci sono, ma chissà). Comunque sia, sazi di bellezza verso le tre, stiamo per abbandonare le postazioni e per poco ci perdiamo il meglio, infatti il quarto punto di osservazione dove portano le navette, si rivela essere decisamente il più bello in assoluto. Dalla grande terrazza, i colli si snodano sotto di noi come onde del mare, ma rosse e gialle, forse dipinte da un pittore fauve, folle dalla nascita o improvvisamente impazzito che ha immaginato un pianeta alieno dalle forme inusitate e ha voluto riportarlo su questa tavolozza infinita. Rimaniamo ad ammirare le colline senza avere la forza di andarcene, a questo punto neanche ti accorgi della gente attorno a te, poca o tanta che sia, rumorosa o caciarona non importa, resti lì a guardare cercando di impiantare nella tua mente un ricordo di quelle immagini che poi crederai solamente sognate e poco credibili, anche loro passate attraverso i filtri di un Photoshop un po' troppo esagerato. 

Ce ne andiamo via lasciando dietro di noi un leggero velo di tristezza, perché rimane un senso di dispiacimento a lasciare un luogo come quello che certamente non vedrai mai più e potrai ricordare solo attraverso qualche foto sbiadita. Forse per quello, all'uscita le nostre ragazze corrono affannate all'acquisto compulsivo di alcuni bei foulard di seta che esibiscano così almeno al collo la serie infinita di colori che abbiamo visto dipinti sulle rocce e che speriamo possano perpetuarsi nel ricordo. Indubbiamente se questa è la via della seta ci sarà pure una ragione perché si chiama così e non c'è tessuto più bello, più prezioso e al contempo più affascinante che l'uomo abbia creato per imprigionare la bellezza del colore, affinché possa ornare anche la bellezza delle nostre donne, che davvero se lo meritano (questa ci stava tutta, no?). L'auto intanto ci aspetta nel gigantesco parcheggio, siamo stanchissimi e abbiamo l'occhio un po' triste ma non abbiamo ancora realizzato che oggi, le emozioni non sono ancora finite.

SURVIVAL KIT

 Geopark - Rainbow mountains- Famoso parco geologico, principale punto di attrazione della città di Zhangye. A circa 30 km dalla città; centro visitatori e grande dispiego di mezzi, tipo consueto parco divertimenti cinese. Sito Unesco dal 2006, in grande sviluppo turistico. La visita è organizzata con bus elettrici che portano nei 4 punti principali del parco per circa 20 km di strada. Qui ci sono scale e passerelle che portano a piattaforme dei migliori punti scenici sulle rocce. Periodi migliori dopo la  pioggia, all'alba e al tramonto. Dedicare almeno mezza giornata. Possibilità di sorvolo con elicotteri e mongolfiere (a prezzi modici, salvo trovarle). Il biglietto minimo che comprende ingresso e bus sui 90 Y (ma gli over 65 sempre gratis). Consultate il sito dove i punti interessanti sono bene illustrati con mappa e consigli di visita. Giro faticoso, ma comunque imperdibile. 

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lunedì 18 agosto 2025

Seta 22 - A Zhangye

Le porte del tempio Dafosi - Zhangye - Gansu - Cina - giugno 2025


Vi ho detto che Zhangye sembra essere stata lasciata un poco da parte nell'esplosione dello sviluppo cinese dell'ultimo quarto di secolo, non si sa bene il perché o forse si tratta solamente di una mia errata percezione, a volte basta arrivare in una città traversando la periferia sbagliata e subito tutto ti sembra più fané, poi magari la realtà è diversa. Invece, se ci soffermiamo ad esaminare il passato, questa è stata una città di grande importanza nella storia del paese, controllando una sezione importante della via della seta, tanto da essere nota come "la porta del grande ovest", forse proprio per la sua posizione strategica che la pone in mezzo al corridoio di Hexi, il passaggio naturale tra deserto e montagne che dava accesso all'Asia centrale. Il suo nome infatti significa "per estendere il braccio" ed è niente altro che l'abbreviazione di una locuzione molto più complessa che significava: "Allungare il braccio del paese attraverso il Regno Occidentale". Qui Marco Polo dice di essersi fermato ben un anno, prima di spingersi fino alla Siberia e conoscere anche il grande Nord, quindi comprenderete che doveva essere un centro di grandissima importanza nell'epoca delle grandi vie commerciali. Allora si chiamava Campicion e così il nostro la descrive:

" Campichon è una cittade ch’è in Tangut ed è molto nobile e grande ed a capo della provincia. La gente son idoli e àvvi quelli ch’adorano Malcomet, e évi cristiani; e évi in quella città tre chiese grandi e belle. Gli idoli ànno badie e monisteri secondo loro usanza; egli ànno molti idoli e ànnone di quegli che son grandi dieci passi, tale di legno, tale di terra e tali di pietra; e sono tutti coperti d’oro e molto begli. "

Tempio Dafosi

Dobbiamo ovviamente ricordare che qui siamo sempre nella sovrapposizione dell'itinerario che inanella una lunghissima serie di monasteri e grotte buddiste, particolarmente famose e attive a quei tempi, tuttavia, dalla descrizione potete immaginare come la città fosse davvero un incontro cosmopolita di popoli e di religioni, dove potevi incrociare etnie diverse e venire a contatto con usi e costumi poco abituali per chi arrivava da un'Europa che ancora cercava di uscire dalle panie del medioevo. Basta pensare a quante ne racconta sulle abitudini sessuali e matrimoniali su cui non voglio soffermarmi, ma che di certo colpirono il giovane Marco specialmente quando riporta che "per quanto riguarda la lusuria, elli non l'ànno per grande peccato, ma se truovano alcuno uomo che si sia giaciuto con una femina contro natura lo mettono a morte immantinente".  Ma ancora oggi la città è sede di templi famosi ed importanti come già raccontava lui. Infatti eccoci in quello che forse è anche il più famoso della città: il tempio di Dafosi dove si dice addirittura che sia nato Kublai Khan. In effetti il tempio è racchiuso in un grande complesso monastico all'interno del quale ti aggiri in un meraviglioso giardino in cui si nascondono le antiche costruzioni, alcune delle quali risalgono all'anno 1000 e anche se qualcuna è stata rinnovata in epoca Qing, ci sono ancora moltissime parti originali che riconosci subito dai legni antichi che hanno ormai perso la brillante coloritura originale. 

Buddha sdraiato

Di certo il clou del complesso è il colossale Buddha sdraiato di legno dorato lungo ben 35 metri, che dovrebbe essere il più grande dell'Asia, di certo il maggiore della Cina. Sono queste le statue che impressionarono il nostro giovane Marco che di certo non aveva mai visto niente di simile. Nelle pareti circostanti poi, lo splendore degli affreschi molto ben conservati danno un'idea della raffinatezza dell'arte cinese. Questo è un luogo dove puoi rimanere anche tutto il giorno, talmente è piacevole l'atmosfera, rimanendo immerso nella bellezza del giardino con i suoi fiori, le siepi perfettamente mantenute ed i tempietti nascosti nelle aiuole più segrete. In una angolo il grande chorten giallo che si eleva verso il cielo, ti ricorda che anche qui il buddismo tibetano mantiene una rilevanza piuttosto importante, d'altra parte il confine con questa terra desolata dalle grandi altezze, non è molto lontano. C'è anche un bel museo, che come di consueto raccoglie un certo numero di oggetti che corrono lungo tutte le dinastie cinesi, con un occhio naturalmente all'aspetto religioso preminente nell'epoca d'oro della città. Si può vedere infatti una completa ricostruzione di una delle grotte di Mogao, con lo stupa centrale coronato di statue e le pareti completamente affrescate. 

Chorten tibetano

Vediamo ancora un piccolo tempio, ma non per questo meno bello, quasi nascosto in un angolo del giardino prima di uscire prima che faccia buio. Andiamo in una zona della città dove trovi ancora qualche vecchia casa e una delle porte, ormai circondata dal traffico che è quello normale di tutte le città, ma è un po' incongruo se misurato con i muri ciclopici dell'antica costruzione, sicuramente non progettata per fungere da aiuola spartitraffico. Noi finiamo in un Pizza Hut proprio davanti, dove sperimentiamo le difficoltà di comprensione linguistica delle giovani e gentilissime commesse che  agitatissime, trovandosi alle prese, forse per la prima volta con dei nasi lunghi, non riescono a capirci anche nella pronuncia di parole come Pepsi. Ovviamente siamo il centro dell'attenzione del locale, ma alla fine ci sfamiamo ugualmente. Intanto si è fatto buio e poco lontano riusciamo a passare un'oretta in un grande giardino, parco divertimenti, affollatissimo di famiglie e giovani, tutto illuminato e pieno di attrazioni e piacevolezze dove evidentemente i Cinesi amano trascorrere la serata. Ci sono angoli dove gruppi musicali suonano, zone dove si balla e laghetti dove tutti si buttano su improvvisati pedalò. Ma in generale la gente ama passeggiare per i vialetti illuminati, mangiucchiando qualcosa che viene offerto da decine di banchetti che espongono dolci e altro. 

Parasole per moto

Una delle attrazioni che raccolgono folti gruppi di spettatori ammirati, sono i calligrafi, che si mettono di fronte ad un largo spiazzo di cemento e con un grande pennello che mettono a bagno in un catino di acqua, si pongono avanti con aria ispirata e dopo un attimo di concentrazione cominciano a tracciare complicati ideogrammi che si allineano uno sopra all'altro verticalmente. Arretrano così tra la folla che si ritrae per lasciare spazio, vergando un antica poesia o qualche frase celebre confuciana. Naturalmente la bellezza del tratto che viene rilasciato con movimenti sicuri e senza indecisioni, contribuisce alla creazione di quella bella calligrafia che per i cinesi è un arte vera e propria, che annovera nella storia celebrati maestri le cui opere, semplici scritti, sono esposte nei musei, ammirati come quadri preziosi. Il lavoro di questo maestri di strada, non saprei come altrimenti chiamarli, è molto apprezzato dagli astanti che guardano l'opera mentre viene svolta con grande rispetto ed evidente ammirazione. Qualcuno applaude alla fine della frase, altri parlottano con l'autore, forse per mettersi d'accordo sul parsi scrivere qualche cosa in privato. 

Calligrafo

La bellezza filosofica del gesto è poi data dal fatto che non appena il lavoro può dirsi terminato ed il maestro lo rimira come per compiacersi della sua opera, l'acqua evapora adagio adagio e la scritta dolcemente svanisce nell'aria, lasciando con la sua immateriale bellezza, solo un ricordo di se stessa, un omaggio all'effimero passaggio del bello, destinato comunque a svanire velocemente del nulla ed a rimanere solamente un ricordo che allieta la nostra mente, come un mantra che vola nel cielo, un mandala complesso che è costato tanta fatica ad essere completato e pochi istanti per essere distrutto, polvere che torna alla polvere. Un concetto buddista su quella che i nostri medioevalisti chiamavano humana vanitas, appaiata al concetto melanconico del Ricordati che devi morire che i frati incappucciati spargevano al vento per le strade dei nostri borghi. La complessità del pensiero orientale è sempre difficile da avvicinare per noi dell'ovest, abituati oggi ad un materialismo dagli aspetti più spessi e tangibili, ma anche se non ci siamo abituati, non può fare ameno di darci motivazioni a pensare che il pensiero umano ha molte sfaccettature diverse, tutte meritevoli di essere indagate un po' più in profondità e magari non così lontane tra di loro. Ciò detto mi sembra sia arrivata l'ora di andare a dormire, visto che domani mi dicono sarà una giornata piuttosto impegnativa e devo prepararmi fisicamente e mentalmente.

SURVIVAL KIT 

Una delle porte

 - Città di oltre un milione di abitanti nel Gansu, diventata ultimamente centro turistico di interesse nazionale, così come un tempo era importante centro commerciale e strategico ai confini dell'impero. Tra le cose da vedere in città, ricordo il tempio di Dafosi col famoso Buddha coricato in legno dorato e il giardino che lo circonda. Il museo della città, con una grotta buddista interamente ricostruita che ti dà bene l'idea del lavoro, molto più difficile da apprezzare in situ a causa delle difficili condizioni di luce. In città ci sono anche diversi altri templi, come la Pagoda di legno 木塔寺, alta più di 30 metri, su cui si può salire per vedere un panorama del centro, un Mercato notturno attorno alla zona pedonale di Jinfang, dove troverete le solite specialità culinarie locali, tra cui mi segnalano delle fettuccine con ritagli di pollo, juanzi ji, 卷子,  che mi dicono speciali, ma che come direbbe Marco, non ho provato. Ma le cose più importanti di Zhangye si trovano fuori città. Le grotte di .Mati马蹄寺, un complesso a circa 60 km dalla città, di buddismo tibetano, che se starete solo due giorni non avrete tempo di vedere, ma che sono tra le tante della serie della via delle grotte che vedrete in seguito. 

Una porta del tempio

Poi abbiamo la cosa per cui questa tappa è diventata obbligatoria: Le Raimbow mountains, il Geopark di Daxia, universalmente famose dopo che sono diventate patrimonio Unesco che anche se non sono come nelle foto photoshoppate che trovate su internet sono assolutamente bellissime. Se avete la fortuna di arrivare dopo la pioggia o al tramonto ancor di più. Si gira con apposito mezzo elettrico che conduce nei quattro punti principali di interesse, dove salirete scale comode ma infinite. E' pubblicizzato anche un giro in mongolfiera a soli 200 Y, ma noi non abbiamo trovato il punto di accesso se c'è.Calcolate almeno mezza giornata, ma potrete dedicarci tranquillamente un giorno intero che ne vale la pena. Infine il canyon di Pingshanhu平山湖大峡谷 di recente apertura e quindi non ancora molto affollato, ma affrettatevi perché lo diventerà presto, a circa 100 km dalle Montagne colorate, da vedere anche questo a fine giornata. Qui l'offerta di servizi con camion fuoristrada è interessante, ma a prezzi altissimi, si può fare un semplice giro facendosi lasciare alla fine del canyon e poi se ne avete la forza scendere per percorrerlo tutto, ma avrete bisogno almeno di mezza giornata o più.



Affresco
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