giovedì 10 marzo 2022

L'aspetto militare e strategico

Mezzi militari russi - dal web

E' difficile orientarsi, cercare di capire cosa stia veramente succedendo, tra l'infodemia del web ed il teatro delle trasmissioni televisive. C'è chi deve cercare di convincere i suoi spettatori e quindi deforma semplicemente le notizie oppure usa le stesse immagini ma con commenti diversi fino a stravolgerle, chi lo fa semplicemente per accalappiare pietà pelosa, chi per spostare simpatie, sempre riferite ad interessi locali, voti, appartenze partitiche. Altre volte i fake partono direttamente dalla fonte, anche qui per quella normale e logica guerra di propaganda che fa parte di tutti i movimenti strategici in ogni conflitto. Non scandalizziamoci, è la vita che funziona così. Dunque ripeto aggirarsi alla ricerca di un filo di Arianna che possa tentare di far capire cosa succede davvero, è cosa di grande complessità; si può solo cercare di ragionare, il piu' possibile obiettivamente, senza tuttavia illudersi di avere in tasca verità certe. Questo solo al fine di fare previsioni, mica per altro. Al massimo sbagli. Dunque oggi mi sembra giusto cercare di capirci qualcosa dal punto di vista della realtà squisitamente militare, cosa che in ogni guerra dovrebbe avere la preminenza assoluta, visto che le guerre si combattono anche con gli eserciti, quindi lasciando da parte ogni considerazione di pietas civile e morale. A questo punto, so già che vi verrà spontanea la domanda: ma tu cosa cavolo ne sai di argomentazioni militari per permetterti di aprire bocca e dare fiato su un argomento così specifico? Intanto potrei dire che nella domanda sta già la risposta, sul web chi meno ne sa piu' pontifica e pretende di dire la sua, come rimarcava Eco e se lo diceva lui... 

In secundis che tuttologo ai massimi livelli sarei se non lo facessi? Inltre c'è anche un terzo motivo che mi laurea definitivamente e senza ostacoli a poter dire la mia. Il mio caro suocero era, oltre che generale dell'artiglieria, anche ingegnere e laureato in studi strategici militari all'Accademia di Torino, nonché fruitore dei cosiddetti corsi NBC (guerra nucleare, biologica e chimica), mica bau bau micio micio e su queste cose, nonché dei suoi trascorsi sul campo nell'ultima guerra mondiale, mi aveva piu' e piu' volte ragguagliato a dovere. Quindi figuratevi se non dico la mia anche se dopo questo interminabile preambolo. Dunque, esaminando le informazioni e soprattutto le parole spese, dai vari esperti militari comparsi in tutte le trasmissioni di questi giorni, cominciamo a puntualizzare alcuni fatti. L'invasione era stata programmata da mesi e dato il dispiegamento di mezzi e il loro posizionamento, si deve argomentare che la previsione fatta era con ogni probabilità, quella di arrivare in meno di una settimana ad impadronirsi senza colpo ferire dell'intera Ukraina, sostituire il governo con uno amico come quello di Minsk mostrando al mondo le intenzioni della Russia di costituirsi una sorta di fascia di protezione amica, di fronte all'avanzata della NATO, dalla quale l'autocrate si sentiva paranoicamente soffocato. Lo Zar era convinto che le reazioni sarebbero state comunque minime; quelle dallUkraina essendo un paese troppo debole per opporsi al gigante russo e avendo dall'altra parte una NATO flebile e sfilacciatissima, contestata all'interno e impoverita finanziariamente, con sottostante di una Europa in disaccordo sopra ogni cosa e soprattutto sulle spese militari. 

Inoltre l'avversario tradizionale, gli USA avevano chiaramente dichiarato, soprattutto con la presiddenza Trump, di essere disinteressati ad occuparsi di questioni al di fuori dei propri confini, con la preparazione della ignominiosa ritirata afgana e la successiva debolezza interna di Biden che appariva solo interessato alle elezioni di midterm. Questo spiegherebbe come la pur imponente forza numerica dell'esercito invasore, circa 180.000 uomini ed il dispiegammento di mezzi, fosse, a detta degli osservatori, molto meno efficace nella realtà, essendo costituito quasi completamnente da soldati di leva, mandati allo sbaraglio, forse senza neppure la contezza di quanto andavano a fare. La correttezza di queste osservazioni potrebbe essere provata anche dal fatto che i rifornimenti di cotanta armata, erano nella realtà molto scarsi e sufficienti appunto alla previsione di una guerra lampo di pochi giorni. Si sono viste colonne bloccate e mezzi abbandonati solo per la mancanza di carburante, truppe che saccheggiavano i supermercati delle cittadine occupate, addirittura soldati che rubavano (o requisivano se vogliamo utilizzare un vocabolario di guerra) galline nelle fattorie isolate come i Lanzichenecchi renziani (non quello di IV). Un altro aspetto rimarcato dagli esperti è che la tipologia di armi messe in campo appare piuttosto obsoleto e non sono state utilizzate (ancora per lo meno) le supposte armi piu' moderne di cui pare l'esercito russo sia ampiamente dotato come le famigerare bombe termobariche. 

Inoltre tutti i militari consultati concordano su un altro fatto e cioè, che, almeno fino ad adesso, questa guerra, per numero di morti effettivi e distruzioni fatte, al di là della vulgata televisiva che spesso indulge sempre sulle stesse immagini di palazzi distrutti, sia da considerarsi ancora un conflitto a "bassa intensità". Per capire cosa siano le distruzioni vere di una guerra moderna, non bisogna soffermarsi sul cratere nel cortile di un ospedale, ma vedere le immagini di cosa sia rimasto di Grozny o di Aleppo alla fine della battaglia, solo per rimanere alle guerre dei Russi, se no ci sono analoghe immagini di quelle Americane. In questo tipo di guerra, non si avanza da terra, ma prima si spiana al suolo tutto quanto è in piedi, si elimina ogni cosa che si muove o anche soltanto respira, uomo, bambino, vacca o gallina che sia e poi si occupa la zona, come dicono bonificata, posto che i gas distribuiti con cura, si siano già dissolti nell'aria. Qui invece la strategia adottata appariva almeno fino a ieri, dopo che era evidentemente fallita la sperata blietzkrieg, quella di soffocare il paese senza rischiare troppo in scontri frontali, anzi davanti ad una resistenza dura, le truppe russe si sono sempre ritirate per riposizionarsi piuttosto ad assediare le grandi città, esibendo al piu' supposta forza muscolare dimostrativa come la famosa colonna di 65 km, ferma per ore ed ore sull'autostrada, una cosa assolutamente inconcepibile in qualunque strategia di guerra. 

Un altro aspetto è che i Russi pur avendo fin da subito un totale controllo dello spazio aereo, sembrano sfruttarlo assai poco, anche perché probabilmente sono restii a subire le perdite che possono essere inflitte dagli abbondanti Stinger di cui le truppe ukraine sono state nelle settimane precedenti all'invasione, abbondantemente dotate. A dimostrazione di quanto detto, il numero effettivo dei morti rimane, rimane ancora sorprendentemente basso rispetto ad una operazione di questa dimensione. Dunque a questo punto, la guerra pare a una svolta. Assodato che comunque, nonostante le fortissime pressioni di Zhelensky, che dimostra una padronanza perfetta ed efficacissima dei media, l'Occidente non interverrà mai direttamente sul territorio o sullo spazio aereo ukraino (vedi vicenda dei Mig polacchi), la Russia deve decidere che fare. Se Putin è in grado di ragionare, e al momento però non lo ha molto dimostrato, sbagliando molte scelte, penserà che non ha la convenienza a radere al suolo una nazione dalla quale poi non trarrà alcun vantaggio e non potrà neppure controllare, date lesue dimensioni, se non odio e ostacoli imperituri e che converrà massimizzare i vantaggi ottenuti fino al momento. La finanza, che di norma queste cose le annusa in anticipo molto bene, sembra crederci almeno al vedere l'andamento delle borse di ieri. Se  Putin  si convince di questo e se gli Americani tirano Zhelensky per le orecchie e gli abbassano l'adenalina del martirio ad ogni costo, potrebbe anche calare la febbre, ma dell'aspetto diplomatico magari se ne parla domani alla luce dell'incontro in Turchia.


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