venerdì 4 marzo 2022

Quattro cavalieri

dal web

Come sono diversi i piani di giudizio! Vedi cose uguali, oggi si vede tutto e in diretta, c'è la televisione ci sono i social, internet, ogni cosa ti arriva in casa con l'ineluttabilità del momento in cui avvengono. Tuttavia, le nostre emozioni, i nostri metri di giudizio sono diversi, molto diversi. Oggi vedi palazzi che crollano, fiammate di bombe e di missili che esplodono, bombardamenti morti. Sono gli stessi, anzi persino inferiori a quelli di Aleppo di pochi mesi fa o quelli di Grozny di qualche anno fa. Il produttore di queste immagini è sempre lo stesso, un autocrate dalla mente ormai corrosa da folli propositi di dominio, di rivalsa, di onnipotenza generica, un anziano imperatore che come tante volte accaduto, preso dalla paranoia del pazzo sanguinario, ha deciso che se non volete sottostare al mio potere, rado al suolo tutto ed elimino chiunque si alzi e apra bocca. Però ricordo bene che la reazione mia come di quelli che mi circondano è sempre stata decisamente diversa davanti alle immagini della distruzione totale avvenuta in Cecenia o leggendo i racconti di Educazione siberiana, che la racconta da vicino e in prima persona, che sono una delle cose piu' orrende che possano essere guardate e il film che si proietta in queste ore in ogni telegiornale. Non è questione di distanza fisica perché la Siria non è poi così diversamente distante dall'Ukraina e non è neppure questione di numero di morti o di orrori della guerra, che anzi laggiu' sono stati ancora peggiori. 

Il fatto è che l'Ukraina è, a tutti gli effetti, Europa, è casa nostra e la gente ha la nostra stessa faccia, sono come noi, come i nostri vicini di casa, magari una di loro è stata vicino ai nostri genitori e quindi lo sentiamo come un affronto diretto fatto a noi, alla nostra coscienza, un attentato diretto alla nostra vita, anche se siamo vecchi ma, appena quel pazzo di cui abbiamo detto, lancerà i missili atomici e lo farà se si sentirà chiuso definitivamente in un angolo, state tranquilli che lo farà, anche dei nostri figli e di quelli che non verranno piu' dopo. Le facce dei Siriani, degli Yemeniti che crepano a decine di migliaia tra le trine di alabastro delle case di Sana'a, le Afgane nascoste dietro i loro burqa, gli Irakeni macellati all'ingrosso, sono diverse evidentemente, certo ce ne dispiacciamo, ma via, cambia canale che comincia San Remo. Non sono come noi, ecco, così gli amorevoli Polacchi che si fanno in quattro e accolgono con tazze di roba calda i profughi di Kiev e li portano anche a dormire nelle loro case, solo un mese fa lasciavano morire bambini coi piedi congelati nei torrenti di neve perché arrivavano da qualche chilometro piu' in là, avevano solo la faccia piu scura, eppure erano solo qualche migliaio a fronte di quasi un milione in due o tre giorni, tecnicamente non se ne sarebbero neppure accorti eppure se ne facevano vanto,mentre adesso forse sentono che il caldo delle bombe a grappolo si avvicina anche a loro. 

Oppure, alla frontiera rumena, dove accolgono con abbracci e lacrime le centinaia di migliaia che arrivano da Karkhov, non fanno passare gli studenti indiani, che arrivano sempre dallo stesso posto e li lasciano in attesa al di là del confine,mentre cade la neve. Davvero gli uomini sono così diversi, davvero la sofferenza avvertita è come il gelo a seconda se c'è il vento forte o debole. Eppure tutto questo, che mi sembra tragico e che ritrovo anche in me, non pare rilevante a nessuno, viene citato solo di sfuggita dai media, come se in fondo, di fronte a tutto quello che accade non abbia vera rilevanza. Ma quando arrivano davvero i cavalieri dell'Apocalisse, poi queste differenze si annullano, così almeno è sempre stato in passato. Cavalcano assieme uno dietro l'altro e stanno arrivando in ordine sparso forse diverso rispetto al passato, prima la peste che ci ha tenuto impegnati per due anni, adesso la guerra con il suo tributo di sangue, poi arriverà la carestia, tranquilli, perché la tragedia del disastro economico è alle porte ed ogni giorno ne leggiamo il bollettino in grafici impietosi, infine la morte, la grande mietitrice questa volta ammantata dal baluginare delle radiazioni che colpiscono senza scoppi, senza deflagrazioni, nel silenzio caldo dell'atomo che penetra le ossa senza grida, calcificandole all'istante o delicatamente erodendole per mesi ed anni per prolungare così la sofferenza il piu' possibile. Si sente già il rumore degli zoccoli della quadriglia che galoppa nei campi fertili di terra nera, che in questa livida primavera che sta per arrivare, non verranno seminati né fertilizzati, se non dai corpi dei caduti, coraggio e libertà lasciati ai vermi, morti inutili come tutti quelli di tutte le guerre passate, che non  hanno insegnato nulla, come non lo farà questa, forse perché non ci sarà piu' nessuno a cui insegnare. 



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