lunedì 28 marzo 2022

C'è il gas e ci sono i gas

dal web

Appare molto chiaro dall'ultimo discorso di Varsavia, che Biden ha deciso, non solo di chiamarsi fuori dal ruolo di promotore di trattativa diplomatica per mettere fine al conflitto, anzi, dobbiamo avere il coraggio di dire le cose come stanno, ha un chiarissimo interesse a cronicizzare il conflitto rendendolo il più lungo e distruttivo possibile. Lo ha dichiarato più volte con parole chiare, ammette la possibilità del first nuclear strike da parte americana, chiama alla lotta e al "non avere paura" tipico degli interventisti e ha più volte ricordato che bisogna prepararsi ad un conflitto di lunga durata. L'interesse suo e degli USA è molto chiaro. Grande vantaggio economico, con l'aumento delle materie prime di ogni tipo di cui sono esportatori, vi ricordo che tutti i produttori di shale gas erano sull'orlo del fallimento con il petrolio sotto i 60 $ al barile; una grande spinta all'industria delle armi che da tempo era in carenza di ossigeno, che svuota arsenali e si prepara a riempirli nuovamente, godendo inoltre della possibilità di provare sul campo tutta una serie di nuove armi la cui efficienza si può testare sulla carne viva delle vittime. Inoltre la muscolarità esibita che tanto piace agli americani in generale, contribuirà alla buona riuscita delle elezioni di midterm, così importanti per Biden, cosa che contribuirà ulteriormente al prolungamento del conflitto almeno fino a novembre. Stesse motivazioni conducono ad alzare il tono della voce del loro servo sciocco Johnson, che si trova più o meno nella stessa situazione ed inoltre beffardamente sbraita sull'incremento delle sanzioni ma poi le applica con molta parsimonia, tanto che gli oligarchi stanno spostando yacht e attività mobiliari negli Emirati e in Turchia. 

Inoltre si comporta come un mentecatto nella gestione migranti, ma questo non è una novità. Tuttavia il potere effettivo di questi due è così forte da annullare in pratica la volontà di tutti gli altri che al contrario hanno tutto l'interesse a finirla qui, a spegnere il fuoco invece di buttarvi benzina. Innanzitutto i due contendenti. L'assalitore, che pur essendo uno di quei tiranni a fine carriera, rinchiusi in un solipsismo panofobico, che lo rinchiude nel castello circondato da guardie e assaggiatori, pronto a morire da Sansone con tutti i Filistei che se ne strabatte di sudditi e nemici. Pur essendo chiaramente disposto, se messo alle strette, all'uso di armi atomiche, probabilmente gli rimane un briciolo di intelligenza per capire che si è messo nel più classico dei cul de sac; ne vorrebbe chiaramente uscire e forse cerca soltanto che gli venga proposta una opzione che gli consenta di conclamare di avere vinto e di aver ottenuto quello che si proponeva (Crimea e Donbass). L'invaso ha, sulla carta, con l'aiuto di tonnellate di armi, ottenuto un risultato insperato e imprevisto dallo stesso Putin ed una eccezionale consacrazione internazionale che lo ha ormai dipinto come un camisard sulle barricate che lancia la stampella contro il bieco nemico, pronto a morire per la patria contro un invasore barbaro e feroce. Ha in effetti già vitro e avrebbe tutta la convenienza a farla finita qui, mollando quel poco che ha già perso da otto anni e avendo conquistato una consacrazione internazionale assolutamente insperabile, che cancella tutte le porcherie del passato recente, che pure sono state molte. Bisognerebbe che chi ne ha la possibilità, gli facesse chiaramente capire, invece di vellicarne l'orgoglio e la follia, che tutti i suoi tentativi di allargare il più possibile il conflitto, trascinando i vicini nel gorgo di una guerra mondiale nella speranza del tanto peggio tanto meglio. 

Se gli si facesse capire che davvero questo non avverrà mai, né da parte deli Usa che non ne hanno mai avuto la minima intenzione, né da parte della Nato e tantomeno dell'Europa, forse convincendolo a mettere da parte il gruppetto di falchi che gli sta a fianco, sarebbe più disponibile ad una trattativa definitiva. L'Europa vaso di coccio che è quella che più sta perdendo in questa guerra insensata, sarebbe disposta a qualunque sacrificio pur di far finire tutto, ma non ha né la forza, né la capacità di ottenerlo e continua a pagare il prezzo economico di questa tragedia. La Cina, pur fortemente danneggiata dal punto di vista economico, non ha l'esperienza diplomatica per poter imporre una pace, pur avendone la forza. Forza che manca invece a Turchia e Israele che pure sono i più attivi nel cercare di fermare il conflitto assieme a quel povero Francesco, figura monumentale e purtroppo inascoltata. Insomma una brutta situazione di stallo che promette di proseguire a lungo questo merdaio di carneficina a pur bassa intensità, perché ricordiamocelo che la guerra dura è ancora molto molto peggio. Anzi il pericolo vero a questo punto, visto che si continua ogni giorno a gettare benzina sul fuoco, alzando l'asticella con parole e fatti, è che si cerchi il pretesto per portare definitivamente il livello della guerra ad un livello ancora più alto. Vedremo se nei prossimi giorni, partirà da una parte o dall'altra, e magari non si saprà mai bene chi, con un rimpallo di accuse reciproche, l'opzione orrenda della guerra chimica, eventualità estremamente probabile, già vista nei suoi terribili effetti, che, ricordo tanto per rimarcarne la follia, non usata neppure da Hitler, per aggiungere orrore ad orrore e per stimolare ulteriori interventi sempre più tragici.  



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