Sao Tomé - la rosa de porcelana - foto T. Sofi |
La R3 che risale verso la montagna è la strada meglio percorribile dell'isola. Poche buche ed un asfalto accettabile per meno di 15 km, sembra poco ma queste sono le distanze sull'isola e la macchina procede con calma attraversando paesini che possiamo ancora considerare periferia della capitale. Al fianco la vita rurale dell'Africa scorre lentamente, bambini che giocano, maiali che ruzzano nei rivoli laterali, donne che lavano nei torrenti e genti che si affollano attorno alle fontane di acqua con grandi taniche gialle da riempire. Tuttavia ti senti sempre circondato dal verde della foresta, anzi man mano che ti avvicini alla fine della strada che porta proprio al confine del Parco Natural Ȏbo, questa si fa sempre più fitta, le abitazioni si fanno più isolate e la selva si inspessisce, mentre scompaiono quasi del tutto gli spazi dedicati alle piccole coltivazioni. Il parco infatti occupa quasi un terzo dell'isola ed è completamente selvatico e privo di strade, regno assoluto per gli amanti dei trekking anche impegnativi, come quello di un paio di giorni che conduce alla cima del Pico de São Tomé, un vulcano spento che con i suoi 2024 metri rappresenta il tetto dell'isola, dal quale si domina il panorama dell'intero territorio. In questa stagione tuttavia è sempre avvolto dalle nubi che ne impediscono la vista e anche se cercheremo di scorgerlo tra le nebbie, per tutto il tempo della nostra permanenza, non riusciremo ad avere questa soddisfazione. Intanto che procediamo, la strada continua a salire piuttosto ripida, la temperatura si fa più fresca e una bella pioggerellina fastidiosetta comincia a costringere i tergicristalli a fare il loro sporco ma utile lavoro.
Verso il termine della carreggiata, alla nostra destra si vede una piccola costruzione che ospita una delle pochissime attività "industriali" dell'arcipelago: la fonte di acqua minerale Bom Sucesso. La captazione avviene in montagna e questo imbottigliamento di acqua rappresenta un bel business dato che la trovi ovunque nell'isola, anche se a prezzi maggiori delle acque italiane nei nostri supermercati, attorno ai 20 dobra, che fanno all'incirca 0,8 €, tanto per capirci e fate sempre riferimento a quel salario operaio di 50 € al mese. Avrei visitato volentieri la fabbrichetta, un interesse ancora vivo, dati i miei trascorsi lavorativi, anche per vedere che tipo di impianti usano, ma è domenica ed è tutto chiuso, poi non so se consentano la visita, se non attraverso un qualche permesso da ottenere preventivamente. Comunque dopo un po' la strada finisce e prosegue su una pista ben tenuta che sale ancora per tre o quattro chilometri attraverso la grande piantagione di caffè, che appartiene a Claudio Corallo, di cui abbiamo già detto, fino ad oltre mille metri, si sa che in montagna il gusto ci guadagna. Al termine della pista c'è il Jardim Botanico de Bom Sucesso. Adesso piove un po' di più, siamo a 1150 metri e questo spazio è ritagliato al limite della foresta primaria che si stende verso il Pico e prosegue verso sud. Aspettiamo nel cortile e dopo un poco arriva Francisco, il responsabile della struttura, che teoricamente avrebbe anche qualche camera per ospitare turisti, ma il tutto sembra decisamente in disarmo. Questo interessante giardino botanico che raccoglie tutti gli endemismi vegetali dell'arcipelago, oltre 400 e presenta un totale di oltre 1000 essenze, era stato costituito con un progetto dell'Unione Europea nel '93, arrivando ad occupare una quarantina di persone.
L'attività è proseguita con alti e bassi, man mano che arrivavano o meno dei fondi, un po' con l'aiuto del governo, un po' tramite donazioni private, ma adesso i soldi, tanto per cambiare, sono finiti e rimangono solamente tre volontari, tra quelli che avevano seguito il progetto fin dall'inizio e che proseguono alla meglio il lavoro, dispiaciuti di veder morire quella che considerano una loro creatura. Francisco, quando arriva qualcuno corre qui con una vecchia motocicletta e si affanna a raccontare quello che per lui è un luogo di meraviglie a cui, avverti, vuol fare appassionare chiunque arrivi fin lì. Sono arrivati anche due ragazzi portoghesi e dato che piove piuttosto decisamente, ci fornisce una bella foglia di banano che funge bene da ombrello mentre ci addentriamo nel boschetto dove sono raccolte le varie essenze. Ci sono molte piante dall'uso medicinale, d'altra parte la farmacopea africana ha sempre potuto puntare solo su questo e camminando tra i sentieri del parco puoi vedere le caratteristiche delle varie essenze mentre ci viene raccontato il loro utilizzo. Come è ovvio viene sottolineato che la maggior parte di queste producono, oltre agli altri innumerevoli benefici, una componente afrodisiaca, principalmente con effetto Viagra, ma questo mi sembra un aspetto che viene in genere ricalcato in tanti altri luoghi similari, per stimolare appunto l'interesse del turista. Francisco però ti fa sentire anche i profumi delle foglie e delle cortecce e dopo un po' hai le dita che sanno di cannella, di erba limoncina, di altre spezie sconosciute che forse avvertirai nella cucina locale.
Poi ti accompagna tra i fiori che colorano il bosco. Ibischi giganti, fiori pappagallo, maschi e femmina a seconda del loro portamento, Anthurium svergognati di ogni colore, Sterlizie di molte varietà diverse e il più importante di tutti, quello che rappresenta l'isola, la Rosa de Porcelana, uno spettacolare fiore carnoso che si offre alla vista con tutta una serie di sfumature tra il rosa pallido e il rosso vivo, grande più di un pugno e che non può lasciare indifferenti. C'è anche una serra che ospita centinaia di specie di orchidee di cui l'arcipelago è ricco. Insomma anche se il progetto è in standby, la dedizione di questi volontari, mantiene in piedi l'ambaradan e probabilmente consente anche a loro di sopravvivere, dove hanno lavorato per trent'anni buoni. Salutiamo Francisco riponendo la foglia di banano che ci ha riparato e ritorniamo discendendo lentamente la pista, per non scivolare sul porfido dei cubetti di cui è lastricata la pista. Una breve deviazione e all'interno della foresta, tra altissimi alberi ed ecco una bella balconata che affaccia sul salto della cascata di San Nicola, forse la più accessibile dell'isola. Questo non è il mese in cui la portata di acqua è più imponente, ma l'eleganza di questo salto ti convincere a scendere fin sul greto del torrente che serpeggia poi verso valle e a farti spruzzare i capelli dalle goccioline umido che si forma nell'aria, tanto continua a piovere e sei già tutto bagnato. Ogni tanto arriva qualcuno. Due turiste giapponesi su un taxi giallo, che al mio konichiwa per un tentativo di contatto umano, puntualizzano un po' stizzite di essere newyorkesi, una famigliola di locali con i due figli vestiti da ragazzini ricchi che salutano invece cerimoniosi, contenti che degli stranieri vengano ad ammirare le loro bellezze.
Ombrelli |
Jardim Botanico de Bom Sucesso - A 25 km della capitale al termine della R3, con 3 km di pista di selciato, (si può passare anche da Agua Porca, allungando di un paio di km). Prenotare la visita per trovare il volontario che vi accompagna e vi spiega le piante. C'è anche una sezione dedicata alla fauna avicola particolarmente importante nel parco. E' situato praticamente all'ingresso del parco e questo è il suo contatto Facebook. La visita dura circa un'ora e al termine viene richiesta una donazione, debitamente registrata.
Cascata de São Nicolau . Seguendo una pista laterale prima del giardino botanico si arriva in meno di un chilometro, in macchina, alla balconata di questa bella cascata di una trentina di metri. La massima portata si ha verso marzo al termine della stagione delle piogge. Le altre cascate importanti di São Tomé si raggiungono solo a piedi con trekking anche impegnativi, come quello che porta a Lagoa Amelia, il cratere del vulcano che ha dato origine all'isola (almeno 3/4 ore impegnative) e la cascata Angolar (3 h da punta Figo). Comunque a questo link trovate la descrizione dei percorsi di trekking più interessanti di Sao Tomé.
L'insegna del parco |
Cascada de São Nicolau |
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