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All'esterno si è udita una sparatoria ed alla fine pare ci siano stati quattro morti tra i militari. Sono state arrestate sei persone tra le quali l'ex primo ministro Neves, uscito sconfitto dalle elezioni e tale Costa, ex parlamentare e membro di un altro partitello di opposizione, membro del battaglione sudafricano di mercenari Buffalo, che gira per l'Africa a far casino, che aveva al suo attivo un altro tentativo fallito di golpe nel 2009, ma era ancora a piede libero, visto che nell'isola evidentemente non si usa la mano troppo dura. Al momento mi dicono gli amici dell'isola, tutto è tranquillo ed evidentemente alla popolazione non frega più di tanto, sensazione che mi pare di avere colto anche durante il mio soggiorno laggiù. Come mi raccontava il tassista che mi portava in aeroporto, in politica laggiù ci si mette solamente per rubacchiare sugli aiuti internazionali che adesso, purtroppo per loro, si stanno assottigliando. L'ADI (azione Democratica Indipendente), partito vagamente centrodestrista, che ha promesso lotta serrata alla corruzione, dopo che aveva vinto il ballottaggio esprimendo il presidente della repubblica, ha vinto anche a settembre le elezioni, conquistando la maggioranza del governo e sostituendo quello dell'MDFM (Movimento per la liberazione, partito storico oggi vagamente di sinistra) appunto di Neves, che aveva governato negli ultimi anni dopo un paio di colpi di stati falliti. Di certo i vari ministri sostituiti e privati delle giuste prebende (il tassista mi ha mostrato le ville di alcuni di loro, intercalando "esses ladroes roubam tudo") non saranno stati contenti di questa perdita e così sarà partito quello che a prima vista pare essere il classico golpe da operetta, che tra l'altro non credo appassioni la popolazione più di tanto.
Di sicuro la lotta politica in questo staterello è simile a quelle che si svolgono nel continente, ma di certo tutto in maniera meno violenta e più ovattata. Diciamo che gli appetiti sono cominciati all'inizio del terzo millennio quando si sono cominciati ad esplorare eventuali giacimenti petroliferi off shore, che tuttavia dopo qualche anno si sono rivelati meno importanti di quanto si credeva e sui quali in ogni caso avevano già messo le mani, gli istinti predatori della vicina Nigeria e delle compagnie internazionali, che ai saotomensi avrebbero lasciato solamente le briciole. Così si è andata affermando sull'isola la longa mano dei lungimiranti cinesi che adottano in tutta l'Africa da tempo, tattiche astute e penetranti, edulcorate da aiuti furbeschi ma convincenti, tanto che São Tomé, che nell'ultimo trentennio aveva ricevuto circa 380 milioni di dollari in prestito poi condonati al 90%, nel 2017 ha decisamente virato a favore di Pechino, togliendo il riconoscimento a Taiwan (era una dei soli 14 paesi ad averlo fatto), suscitando l'ira di Trump e ricevendo immediatamente il condono del debito verso la Cina (28 mln), altri 146 mln a fondo perduto per la cooperazione con promessa di incremento e lavori per l'attivazione del nuovo porto a fondali profondi per oltre 600 mln, oltre alla donazione di 10.000 tonnellate di riso, cosa che ha convinto anche gli indecisi ad abbandonare la sponda dell'occidente. Non solo, Pechino ha inviato anche missioni mediche specializzate nel problema della malaria, facendo inviperire proprio Taiwan che per un ventennio aveva investito nello stesso programma un milione l'anno, debellando quasi completamente la malattia.
Naturalmente il colosso cinese è subito partito con una operazione sulla televisione e il digitale, (al momento internet funziona benissimo da ogni parte di sao Tomé) in un'isola in cui la TV era arrivata solo negli anni '90 e base da sempre di una delle stazioni africane di Voice of America che tambureggia da qui in tutto il continente, schiaffo terribile alle intelligence americane. Addirittura il governo aveva abolito la necessità di visto per i cittadini cinesi, subito imitato reciprocamente da Pechino. Un colpo decisivo lo ha poi assestato il Celeste Impero, dichiarando che la Cina aiuterà São Tomé nello sviluppo sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili anziché quelle fossili, argomento che al momento va per la maggiore sull'isola e che aveva subito entusiasmato la popolazione. Pensate come si era incazzato Trump. E Carvalho capo del partito. poi tuttavia sconfitto. aveva dichiarato: "La corsa al petrolio ha solo accresciuto la corruzione nel Paese. Per la prima volta abbiamo l’occasione di affrancarci dalla dipendenza dagli altri Paesi e di questo dobbiamo ringraziare la Cina, che ha saputo instaurare rapporti alla pari". Quindi non è facile, come sempre, indagare chi ci sia dietro a questo tentativo di golpe. Comunque la politica è sempre un po' lontana dalla popolazione, che tuttavia non rinuncia certo ad aspettare l'annuncio di nuove elezioni, mirando soprattutto con grande interesse alla distribuzione di magliette con gli slogan elettorali o le facce dei candidati, come vi ho già raccontato precedentemente. Frequenti elezioni significano anche un guardaroba più ricco ed in un'isola dove ogni tipo di tessuto deve essere importato dal continente, anche questo conta. Comunque tranquilli, anche se i telegiornali non ne parleranno, vi terrò informati su eventuali sviluppi della situazione.
L'esercito di Sao Tomé |
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2 commenti:
Molto intereesante la tua ricostruzione dell'accaduto e ti ringrazio per le molte notizie fornite. Osservo,come cornice alle tue parole che, a livello internazionale, in queste nazioni che noi continuiamo a chiamare del terzo mondo, la Cina semina aiuti economici per ottenere consenso e farli diventare protettorati del Celeste Impero in cui esportare beni ed uomini in cambio delle risorse naturali esistenti. Mi ha colpito sapere che era stata riconosciuta Taiwan che aveva, come ricompensa, finanziato la lotta alla malaria con successiva abiura dell'azione e cancellazione del debito in segno di riconoscenza da parte di Pechino. Certo è che se le manovre di pseudo colonizzazione cinese avanzano ed hanno successo nelle grandi nazioni africane (come nella realtà sta già avvenendo) l'emigrazione controllata dai cinesi (fantapolitica ?) diverrà un ulteriore arma nei confronti dell' Europa.
Al momento tutta l'Africa è una colonia cinese, nel nostro generale disinteresse
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