giovedì 17 novembre 2022

São Tomé 18 - Neves

Maria 


La roça 

Sulla collina dietro a Santa Catarina, c'è una antica roça in completo disarmo, le costruzioni, specialmente le ultime, quelle che si potrebbero definire più "moderne" e che risalgono probabilmente agli anni '50, sono in rovina totale, le travi di cemento sbocconcellate si protendono come scheletri, incapaci ormai di contenere alcunché, mentre quelle più antiche e paradossalmente più resistenti sono invase della foresta che cerca di riappropriarsene. Le propaggini verdi degli alberi hanno ormai conquistato i tetti e hanno cominciato la loro lenta ma inarrestabile opera di smantellamento. Solo qualche costruzione è stata occupata da qualche famiglia che evidentemente non ha trovato opportunità di muoversi dal bosco verso la città e alcuni fili stesi con i panni colorati che invece di asciugare si inumidiscono alla pioggerella fine ma insistente, lo segnalano. Anche qui qualche ragazzo cammina lungo le piste per arrivare alla scuola più vicina, proteggendo dall'acqua lo scarno materiale scolastico e cercando di non stazzonare la divisa. La piantagione di cacao all'intorno è stata quasi completamente inghiottita dalla foresta; i banani e soprattutto i grandi fusti degli alberi dai quali vengono ricavate le piroghe, hanno occupato prepotentemente lo spazio attorno. Si capisce bene come l'uomo in questi ambienti sia una creatura di passaggio e destinata a non lasciare tracce sul lungo periodo. Rifacciamo quindi la strada all'indietro fino a Neves, il centro più importante della costa occidentale. Quasi 10.000 abitanti che popolano un abitato di baracche disposte su basse palafitte ai lati della strada e anche su spazi interni sterrati. 

Le case padronali

Qui c'è anche qualche attività commerciale e industriale, i depositi di idrocarburi che arrivano dall'Angola e un birrificio, costruito decenni fa dai tedeschi e che produce una birra di ottima qualità e che si trova ovunque nell'isola in bottiglie di vetro scure da mezzo litro prive di etichetta e che viene chiamata comunemente Nacional. Appena fuori dai cancelli infatti c'è un gran via vai di camioncini, motocarri e altri mezzi di fortuna che caricano casse di birra da portare in giro per il paese, mentre la maggior parte dell'affollamento di persone si vede attorno al mercato e verso la spiaggia dove arrivano le barche dei pescatori. Lungo la via principale è tutto un fiorire di localini che potremmo definire baretti, che offrono qualche bibita e altri generi di conforto, pannocchie arrostite, banane fritte e pesce secco. Sembra che in una di queste baracche, al piano superiore ci sia un ristorantino (Petisqueira santola) che serve, a richiesta il famoso granchio gigante di Neves appunto la Santola, che si dice di squisitezza assoluta. Naturalmente ci ripromettiamo di approfittarne, ma poi non ne avremo l'occasione, purtroppo. Il nostro autista comunque ci tiene a girare per bene per il paese dove abita e quindi passiamo anche davanti a casa sua. Parenti e amici vengono a salutarlo, lui esibisce i suoi turisti, una bella ragazza, forse una nipote esibisce a sua volta la sua ultima nata, che socializza immediatamente coi capelli biondi di Tiziana, anche se ormai anche qui se ne vedono parecchie di chiome improbabilmente gialle o rosse mogano.

Case nuove

Ogni tanto infatti spunta sopra qualche porta, al riparo di una tenda colorata l'insegna Salão de beleza, ma noi andiamo a fare un salto anche al campo sportivo della scuola dove suo figlio sta correndo dietro al pallone. Probabilmente è l'intervallo o il turno del mattino è appena terminato e gli studenti delle medie giocano un po' prima di ritornare a casa. Il ragazzino arriva dalla nostra parte a salutare noi e il suo orgoglioso padre che gli raccomanda di comportarsi bene. Quante speranze avrà riposto in questo ragazzo? Di certo molte e intanto, per fortuna, pare avere ben chiara l'importanza di una istruzione il più qualitativa possibile. Probabilmente lo manderà in città quando sarà ora delle superiori e poi chissà. Quella sembra di certo una metropoli per chi è abituato ai piccoli bar di Neves, dove solo il vino di palma scorre senza freni. Il liquido bianco e lattiginoso, che riempie i grandi boccioni di vetro occupa i ripiani dell'apertura rivolta alla strada. Si può bere solo per ventiquattro ore circa, poi la fermentazione gira in aceto e non serve più. Cogli l'attimo fin che puoi insomma, anche il vino di palma come metafora della vita. Il capannello di gente seduta attorno o all'impiedi in attesa di essere servita, rappresenta la vita sociale del paese, mentre la musica a palla pulsa da un recinto vicino, forse un locale più moderno a giudicare dalle figure danzanti dipinte sulle assi esterne, dove probabilmente col finire della giornata si raccoglieranno i giovani in cerca di divertimento. Le baracche più vecchie sono tutte di legno, molte di quelle nuove o in costruzione sono invece di lamiera profilata, anzi pare adesso vadano di moda quelle colorate come fossero una tappezzeria a fiori o col disegno dei mattoni rossi. 

La cugina

Intanto torniamo al Mucumbli quando è ormai pomeriggio, approfittando del timido raggio di sole comparso sul mare per attraversare tutto il bananeto e scendere il sentiero lungo la scarpata che porta fino alla spiaggia, assolutamente deserta e ombreggiata da grandi alberi di foglie larghe che cadendo la ricoprono quasi completamente fino alla battigia. C'è solo una barchetta lontana al largo che si lascia andare alla corrente, con il pescatore che tiene la lenza con una mano e guarda verso il largo senza un movimento apparente, in attesa. Poi lentamente il gioco delle correnti sposta la piroga al di là del promontorio e siamo completamente soli su questa rena nera, punteggiata di rocce spezzate, con l'onda leggera dell'acqua che viene a sfiorarti i piedi, ad aspettare che il sole si decida ad arrossare il cielo e a scomparire dietro l'orizzonte. L'acqua è calda ma neppure troppo, è piacere puro assieme al silenzio del bosco dove sento solo lontano il fischio breve del selélé dalla lunga coda affilata. Risalire è fatica anche perché è quasi buio e devi cercare con cura il punto dove mettere i piedi. Sulla terrazza, un viaggiatore solitario, Julio appena arrivato dalla Spagna, si sta innamorando anche lui di questo posto. Ieri sera racconta di essere stato appunto nel succitato ristorante a Neves a mangiare il granchio e ne dice meraviglie, rimarrà un altro dei desideri inappagati della vita, mentre si continua così piacevolmente a scambiare impressioni e racconti, come viaggiatori di altri tempi alla scoperta di mondi ancora sconosciuti. 

La spiaggia del Mucumbli


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