Praia Sete Ondas - foto T.Sofi |
Visto che dopo il post di ieri, il 4000esimo della serie, qualcuno potrebbe chiedere la riesumazione dell'antico Mille e non più mille, mi affretto a postare il 4001esimo dedicandolo al gruppo dei Soci del Rotary Club di Valenza, come mi è stato chiesto espressamente dall'amico Folco, che ha sempre la pazienza di gratificarmi con apprezzamenti spesso esagerati e che ovviamente ringrazio per l'attenzione.
Una conchiglia |
Ciò detto non ci rimane che accomodarci al nostro tavolo sulla terrazza del Mucumbli mentre il buio della notte, le 8 sono a tutti gli effetti notte fonda all'equatore, ha cancellato dal cielo anche gli ultimi barbagli violetti del sole morente. Julio ci ha raccontato delle sue scorribande verso sud e domani seguiremo di certo la sua strada, con il suo entusiasmo. Intanto che il polpo alla griglia si scioglie in bocca seguito da una mousse al cioccolato della famosa azienda Corallo, non sia mai che siamo venuti fin qui senza averne assaggiato la sua conclamata unicità, anche se i nostri palati non sono così allenati per apprezzarne appieno tutte le sfumature, ma qui, credo ci vorrebbe un esperto specifico per raccontarne tutte le nuances, la serata si stempera dolce come lo sono tutte le notti africane, specialmente in quei luoghi dove non ci sono le zanzare. Prima di riguadagnare il nostro bungalow per trascorrere serenamente la notte, parlo con Maria per organizzare la sera del nostro rientro qui, tra tre giorni, quella che per noi sarà una giornata importante, ma di cui vi parlerò successivamente. Inoltre l'esperienza di queste tre cene successive, davvero inaspettate per qualità di offerta, non può esimermi dall'andare a cercare personalmente la cuoca che già si era rintanata avendo ormai finito il servizio, per complimentarmi della sua professionalità, dato che raramente abbiamo assaggiato piatti di pesce così deliziosi, in particolare la perfetta cottura che li lasciava croccanti ma morbidissimi all'interno e la creazione di salsine di accompagnamento su cui non mi soffermo oltre per non suscitare moti di invidia. Vera poesia, che i nostri sentiti complimenti, sicuramente apprezzati, ha cercato di manifestare al massimo. Eh sì, quando ce vo' ce vo'!
Praia Sete Ondas |
Praia Anobe |
Il traffico tuttavia è limitato e riusciamo ad imboccare la strada verso sud con una certa facilità dopo aver percorso tutto il lungomare per dare un altro colpo d'occhio alla città ed alle sue costruzioni fatiscenti. Subito dopo la nazionale N 2 comincia a correre lungo la costa ed essendo l'unica strada asfaltata visibile, non c'è rischio di sbagliare strada anche se le segnalazioni sono rare. Dopo Praia Melão ci si inoltra in una serpentina di curve e saliscendi con brevi tratti rettilinei circondati di minuscoli insediamenti di baracche di legno o di lamiera. In qualche caso, specialmente vicino alla capitale si vede anche qualche container riadattato a casa e dipinto a colori allegri. Poi, solo la foresta più o meno fitta. Dopo Agua Itzé sede di un'altra antica Roça, della quale scorgi le molte costruzioni ed i magazzini sulla costa, in una ventina di chilometri al limitare del bosco che arriva fino al mare, scorgo un piccolo cartello che indica un sentierino che porta a Praia Sete Ondas. Con l'auto si arriva facilmente al limitare della sabbia a fianco ad un recinto dove c'è un chioschetto che evidentemente si dedica a rifocillare quanti arrivino fin qui, ma al momento deserto. Il custode ci saluta cordialmente visto che ha così l'occasione di chiacchierare con qualcuno, anzi ci assicura che nei giorni di festa vengono in molti dalla città a fare il bagno. Addirittura di tanto in tanto pare arrivi anche qualche turista, tanto è vero che ci mostra un paio di tavole da surf a disposizione di chi voglia affrontare l'Oceano. La spiaggia nera, è bella e larghissima; circondata da una foresta fitta e si affaccia sul mare rettilinea digradando con molta lentezza, tanto da far prevedere una sua notevole riduzione quando ci sarà l'alta marea. Le onde la risalgono con moto costante e laminare, formando una serie di partizioni di schiuma che porta automaticamente a contarle. Sarà da qui che ha preso il nome, ma io non riesco a vederne più di sei.
Pescatore di polpi |
Non so perché ma il desiderio di fare il bagno è svanito e questo Oceano sconfinato che ti si para davanti allo sguardo invita invece a camminare lungo la riva, mentre l'acqua arriva con ritmo perfetto a a bagnarti i piedi e a cancellare le tue orme appena lasciate, a giungere ai limiti della foresta, sedersi su un tronco d'albero caduto e sentire il tempo che trascorre accarezzando la tua solitudine. Una sensazione delicata che raramente si ha l'occasione di provare, ascoltare gli scricchiolii del bosco e il sottofondo lontano del mare che mormora il suo sospiro profondo. Quando torni indietro non sai neppure se è passato tanto tempo o poco, perché in queste condizioni si tratta di una variabile non importante, trascurabile. Ti puoi chinare a terra e raccogliere qualcuno dei mille scheletri di stelle marine che il mare ha portato a riva. Risaliamo in macchina e dopo qualche chilometro ecco un altro stradino che conduce fino ad un gruppo di baracche all'inizio di un'altra maestosa e lunghissima spiaggia che si vedeva dall'alto. Dovrebbe trattarsi di Praia Angobe, almeno a quanto dice la mappa, ma non ci sono indicazioni più precise e le due donne che stazionavano tra le case si sono subito rintanate senza fornirci un vero contatto umano. La sabbia è talmente fine e nera che quando cerchi di rimetterti le scarpe pare che tu abbia messo i piedi nella polvere di carbone. Da lontano arriva un ragazzo che porta verso casa un polpo lungo più di un metro. Risalirà la strada per andare al paese per venderlo al mercato. Intanto comincia a piovigginare e anche qui rinunciamo al bagno. A questo punto, passata anche Praia Micondo, siamo quasi arrivati a S. João dos Angolares, la cittadina dove contavo appunto di giungere all'ora di pranzo, anche se in tutto da questa mattina non abbiamo percorso più di 70 km.
Leandra |
Nella discesa che porta fino al centro del paese, uno stuolo di ragazzetti corrono sui famosi carrettini di legno, che vengono costruiti con molta fantasia e complessità. Scivolano giù senza badare troppo alle macchine che arrivano, che del resto, tranne qualche taxi collettivo, sono molto poche e procedono a passo d'uomo. La storia di questa cittadina di non più di duemila abitanti, è molto curiosa, sembra infatti che gli abitanti discendano da un gruppo di schiavi, appunto Angolani, che approdarono proprio in questo punto, nel XVII secolo, in seguito al naufragio della nave negriera che doveva portarli nelle Americhe e che qui rimasero formando una colonia di pescatori che mai si adattarono a servire nelle vicine due Roças che si istallarono poi nelle vicinanze. Il loro specifico dialetto l'Angular è appunto un misto creolo tra il portoghese e le lingue dell'Angola, che si differenzia dagli altri parlati sulle isole, come il Forro. Il paese è posto piuttosto in alto sulla collina e da diversi miradores si può osservare la lunghissima spiaggia arcuata che si estende più in basso, dopo la fine delle case, appena passato il fiumiciattolo che scende dal monte. Ma la ragione fondamentale per cui ci siamo fermati in questa sperduta località, non è data dalla bellezza delle spiagge o dalla selva che la circonda e nella quali indovini diversi percorsi attraverso i quali, a piedi puoi arrivare fino alle Roças più nascoste ed abbandonate della zona, ma per una peculiarità che davvero non ti aspetti di trovare in Africa e men che meno in questo luogo così lontano dagli itinerari turistici più noti. Si tratta Della Roça São João, che ci aspetta in cima alla collina per l'una, sopra il paese, indovinate un po' per fare cosa.
Praia Micondo |
SURVIVAL KIT
Da Neves a San João dos Angolares - 70 km da fare con tutta calma per godersi il paesaggio. La strada è ottima e le buche rare anche se bisogna sempre guidare con molta prudenza visto che compaiono all'improvviso e possono essere molto profonde. Inoltre lungo la strada si incontrano spesso in vicinanza di edifici delle serie di dissuasori non segnalati e la carreggiata può essere spesso invasa da bambini, animali e persone che non badano troppo alle macchine di passaggio. Tuttavia la velocità anche degli altri mezzi è sempre piuttosto bassa e mi sembra che la possibilità di incidenti sia minima. Fate attenzione nella capitale ad imboccare la N2 verso sud, comunque anche se vi perdete nelle vie laterali, basterà ricordare di tenersi sempre verso il mare a sinistra e prima o poi arriverete alla strada principale. Lungo la via si incontrano diverse spiagge belle ma dall'onda lunga, buona anche per i surfisti. Ci sono anche baracchini per rifocillarsi. La Praia Sete Ondas è una delle più note e qui si può anche mangiare in un ristorantino sulla spiaggia, di norma nei giorni non festivi è completamente deserta. Ricordatevi che dalla periferia della città in giù per tutto il sud non ci sono pompe di benzina (l'ultima è a Bombom). Quindi cercate di non rimanere a secco, diversamente dovrete ricorrere a quelle bottiglie di liquido incerto che nei paesetti qualcuno vende sul bordo della strada.
Sulla spiaggia |
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