sabato 29 ottobre 2022

STP 6 - Notte africana

Luna a Sao Tomé - foto T.Sofi


 Sei in un paese nuovo, in un continente diverso, ma la sensazione è sempre uguale. Un misto di stupore per la diversità che cogli immediatamente e di curiosità acerba, morbosa per quanto ti aspetti di vedere di assaporare, se hai fame di scoperta, magari accentuata da quei sentori che inevitabilmente già conosci o per averli provati personalmente, se ti sei già mosso un poco per il mondo o anche solo per sentito dire e che ti aspetti, come premio alla fatica, perché viaggiare è anche questo, non solo piacevolezza. E' anche sudore e testa che ciondola per il sonno, gambe molli e voglia di buttarsi in un letto alla fine di due giorni, in pratica, di spostamento. Comunque sia, con questa aria calda ma piacevole, all'equatore la notte è sempre straordinaria sensazione, ti mette in pace con la vita, specialmente se tutto sta filando senza imprevisti spiacevoli. C'è profumo di fiori di notte, l'aria stessa sembra più densa, di certo è l'umidità, ma a quest'ora ti fa sentire bene anche con una maglietta leggera addosso. Caricati i bagagli non resta che saltare a bordo per raggiungere il luogo scelto per passare i primi giorni. C'è anche Franz sull'auto, un tedesco appena sbarcato con noi, sembra gran lavoratore, almeno così dice, che si è ritagliato una pausa di pochi giorni, credo una settimana di tregua e ha pensato di spenderli qui, tuttavia, non per voler criticare, mi sembra che abbia sbagliato i conti, visto che tra andata e ritorno se ne vanno quasi tre giorni e ha deciso di fare anche una puntata a Principe per cui dovrà tornare in aeroporto domattina presto, l'aereo parte alle 9:00 e ci vuole quasi un'ora per andare e altrettanto per tornare dal nostro albergo. In effetti anche lui si domanda perché non ha scelto una sistemazione vicina all'aeroporto, ma come per tutti, l'eccitazione per il viaggio prevale sugli interrogativi, per quelli ci sarà tempo al ritorno e, sereno, appoggia il capo sul poggiatesta, assorbendo i profumi della notte. 

Sì quasi un'ora di strada, perché le strade di São Tomé, sono una ipotesi sulla carta, nella realtà soltanto una traccia, con una serie di buche, da prevedere, da individuare e possibilmente da superare con lentezza ed attenzione, non da evitare perché è tecnicamente impossibile, i famigerati buracos che tutti driver locali dichiarano di conoscere a menadito, soprattutto per riuscire a sopravvivere e non danneggiare eccessivamente i mezzi a loro affidati. Ma ne parleremo più avanti. C'è una massima sull'Africa che tutti i viaggiatori conoscono bene, mai viaggiare in macchina di notte e mai come su questo arcipelago vale questa legge. Nella maggior parte dei casi le strade sono approssimative, il manto stradale è nella maggior parte dei casi degradato o inesistente e le fa apparire come una via di mezzo tra piste fangose e strisce di bitume costellate di voragini di dubbia dimensione che in caso di pioggia presumono sempre il pericolo di finirci dentro senza sapere quanto sono profonde. L'interrogativo è sempre lo stesso, aggirarle o traversarle di punta, rischiando di spaccare un semiasse (non so neanche se ci siano ancora i semiassi nelle macchine, ma una volta si diceva così). Quindi i chilometri non contano se non approssimativamente e il conto si fa sempre sul tempo che l'altrui esperienza giudica corretto per percorrere un tratto di strada. Ecco perché i 25 chilometri circa che ci separano dalla meta, necessitano di quasi un'ora di tempo, specialmente di notte. Eh sì, perché la notte africana non è come quella delle nostre città e delle nostre vie di comunicazione, con una bella linea di mezzeria al centro ed i bordi contrassegnati che ti guidano verso un porto sicuro. La notte in Africa è buia, nera, caliginosa, maestra di incertezze, se vuoi illuminata dalla luna, sempre che non sia stagione delle piogge, nella quale il cielo è sempre più o meno coperto dalle nuvole e la luce guida del pastore errante (qui non siamo in Asia centrale) penetra a fatica, sempre che ci sia. 

Nella notte fiuti pericoli e sorprese, soprattutto perché non si vede niente, né le succitate buche e il decidere come superarle, né soprattutto quello che c'è sulla strada stessa, ostacoli di varia natura abbandonati a caso, animali vaganti e soprattutto persone che si spostano di qua e di là a gruppi, in bicicletta o camminanti solitari, che tuttavia occupano il centro della carreggiata, che ovviamente è la via comunque più comoda, ma che rappresentano un pericolo costante che compare alla vista all'ultimo momento e potrebbe causare inconvenienti piuttosto gravi. L'attraversamento dei piccoli abitati o delle cittadine, è ancora più problematico, proprio perché il numero di persone che si incontrano è ancora più frequente, anche se in Africa si vive prevalentemente di giorno, proprio per questa scarsità di illuminazione e il chiarore artificiale, quando c'è è fioco e trasforma gli uomini in sagome poco distinguibili e le loro traiettorie ancora meno prevedibili specialmente se ubriachi, percentuale non trascurabile, proprio di notte. Quindi calma e leve leve, piano piano come dice Leandro che guida con molta prudenza, con una frase che sarà il leitmotiv, di tutta la nostra permanenza, la vera filosofia di vita di queste isole. Subito usciti dalla periferia della città, la strada si fa  subito più tortuosa e difficile, le buche si alternano a tratti quasi sterrati o ghiaiosi con forti avvallamenti. E' piovuto da poco e le insidie sono piene di acqua fangosa. La strada attraversa una zona boscosa, indistinta di notte, ma con frequenti presenze di baracche e abitazioni sparse, oltre a sagome ancora poco interpretabili. 

I paesini che incontri, Conde, Guadalupe, mostrano gruppi di uomini attorno a punti di aggregazione, qualcuno in bicicletta che si allontana zigzagando, capre e maiali che ancora non ne vogliono sapere di andare a dormire, in fondo non sono neanche le sette. Qualche lanterna a gas, qualche lampadina che illumina fiocamente porte e finestre di quelli che potrebbero essere locali di incontro, dove si beve, si chiacchiera, si vive. A metà cammino arrivi sul mare e la strada continua lungo la costa frastagliatissima. Senti il rumore della risacca che sbatte sugli scogli di roccia vulcanica nera, che imparerai a conoscere quando arriverà la luce del giorno, mentre tutto il resto è silenzio. Alla sinistra comincia la montagna che sale subito, con erte ricoperte da spessa foresta. Dai finestrini aperti entra aria salsa di mare e profumo di bosco rigoglioso, vivo. Anche l'odore di marcescenza unito al profumo dei fuori nuovi e del fogliame spesso, è segno di ciclo vitale che si esprime con forza, segno di una natura prorompente ed inarrestabile che aspetta soltanto che l'uomo, il suo implacabile parassita, si fermi un attimo per riprendere il sopravvento. Ecco arrivare Neves, l'ultima cittadina, quasi 10.000 abitanti prima della nostra meta. Qui c'è ancora un sacco di gente in giro e si procede a passo d'uomo per evitare di mettere sotto qualcuno. Musica forte nell'aria, rumori umani, qualcuno saluta al passaggio, la vita è ancora in pieno svolgimento e i capannelli agli angoli ancora gremiti. Poi ancora un paio di chilometri di salita e si gira a destra per una pista ciottolosa. Siamo arrivati. Un grande albero domina la costruzione comune di un agriturismo, l'albero mucumbli, una essenza medicinale che può produrre fusti alti fino a 50 metri e che è stato scelto proprio come nome della struttura. Siamo arrivati.


Un cottage dell'Agriturismo Mucumbli - Neves - Sao Tomé

SURVIVAL KIT

Agriturismo Ecolodge Mucumbli - Neves - a circa 26 km dall'aeroporto e dalla capitale (40-60 minuti di auto a seconda del traffico). Bellissima struttura posizionata nella foresta, sulla costa di fronte al mare, appena oltre l'abitato di Neves, creato poco dopo il 2000 e per molti anni uno delle poche strutture alberghiere del paese. Meno di una decina di cottage sparsi nel bosco in cui vi sentirete isolati nella natura di fronte all'oceano  raggiungibile con un breve sentiero. Spaziosi, con cameretta per bagagli e altro, ampia terrazza sull'oceano dove rasserenarsi, bagni moderni, acqua calda, ma nessuna necessità di aria condizionata data l'aria che spira sull'altura dal mare. Un ristorante su una splendida terrazza, con spazi comuni e lettini, dove si mangia molto bene, cucina italiana e africana saotomense, soprattutto il pesce freschissimo appena pescato del mercato vicino, che consiglio vivamente perché sempre cotto alla perfezione, di certo uno dei migliori ristoranti dell'isola. Colazione molto abbondante, oltre alla consueta caffetteria, burro, marmellata, yogurth e fiocchi, uova, prosciutto e formaggio, sempre frutta fresca e un delizioso succo di cajamanga appena spremuto. Tutto quanto è possibile di produzione locale. Personale locale gentilissimo che coccola gli ospiti in ogni modo, pulizia inappuntabile (siamo in Africa). Zanzariere alle finestre, ma nel nostro soggiorno di zanzare non ne abbiamo viste. Assenza di ogni ammennicolo moderno, TV e AC non necessaria, ma il Wifi è disponibile gratuitamente nell'area comune e nel ristorante. Tutto intorno pascolano asinelli e capre. Bungalow per due a 83 € la notte, secondo la stagione, ricordatevi che in tutti gli alberghi si paga sempre a parte una tassa governativa da 1,5 a 4 €. Come quasi in tutta l'isola anche qui non funzionano le carte di credito, quindi pagamento contanti sul posto o alla prenotazione.

La precauzione non è mai troppa


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Comme si j'y étais...
Jac.

Enrico Bo ha detto...

Merci Chère Jackie

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