mercoledì 10 luglio 2019

Central India 22 - I templi di Ujjain


Al tempio


Al tempio
Da Bhopal a Ujjain ci sono circa 200 km, parte dei quali ormai percorsi da una nuova autostrada. Naturalmente non dovete calcolare medie da autostrade europee, qui siamo pur sempre in India, quindi spesso le carreggiate sono interrotte da manutenzioni o ricostruzioni varie, qualche tratto è da finire, in ogni caso la velocità deve essere commisurata ai vari ostacoli che si trovano lungo il percorso, greggi, file di camion fermi in attesa di chissà cosa, scheletri di automezzi incidentati e abbandonati magari al centro della carreggiata, oppure auto o trasporti vari che transitano in contromano, perché sono riusciti ad inserirsi risalendo il terrapieno e devono andare in direzione opposta a quella della corsia di marcia in cui sono penetrati. Tutto questo è visto senza troppe problematiche dai vari autisti, che lo considerano del tutto regolare, cosa che comunque, essendo ritenuto prevedibile, aumenta un poco la sicurezza. Di tanto intanto ci sono anche costruzioni nuove, delle food court dove ci si può fermare a rifocillarsi in una apparente modernità, ci ho trovato anche tavolette di cioccolata KitKat e ovetti Kinder, tanto per capirci. Alla fine non riesci a fare una media superiore ai 60/70 km/h, ma intanto puoi dare un'occhiata a quanto ti circonda, le file interminabili di carri che portano in questa stagione la canna da zucchero o in altre il cotone ai centri di raccolta, i camion colorati e stracarichi che procedono tutti sbilenchi in una nuvola di fumo nero, altro che Euro1 o 2, questi sono proprio fuori gara, oppure il paesaggio agricolo che in questa area del Madya Pradesh è pianeggiante e piuttosto monotono.

Un fedele
Alla fine arrivi a Ujjain, centro religioso di grande importanza, ma forse per la sua posizione piuttosto defilata, decisamente trascurato dal turismo internazionale. Qui, ogni dodici anni si celebra un importante Khumba Mela, la grande festa religiosa hindù che richiama folle sterminate e di cui vi parlerò più avanti e che ruota ogni anno in una città diversa, ma qui la prossima occasione sarà nel 2028, quindi avete tutto il tempo per organizzarvi. Tuttavia rimane il fatto che questa rimane soprattutto una città templare disposta sulle rive del fiume sacro Shipra, lungo i quali si adagia la lunga sfilata dei ghat, le gradinate che permettono l'accesso al fiume per i bagni e le abluzioni religiose. Quindi anche se troverete qui pochi turisti occidentali, al contrario, la città è sempre affollata di pellegrini indiani che convergono nelle centinaia di templi della città per svolgere le loro cerimonie e rendere e chiedere grazie agli dei più vari. Questa rimane quindi la sua attrattiva fondamentale. Ricordatevi tuttavia che all'interno della maggior parte di questi edifici religiosi è vietato fare fotografie e quindi dovrete accontentarvi di riprenderli dall'esterno. Qui si innesta una bella discussione tra coloro che non sanno rinunciare allo scatto in ogni occasione, più fotomani che fotofili e coloro che invece, preferiscono rinunciare a priori a questa attività o per puro disinteresse oppure perché ritengono che il tempo dedicato a preparare l'inquadratura, la decisione di cosa riprendere, non ultimo l'attesa che il fastidioso individuo che ti sipara dinnanzi e lì rimane, impallandoti l'immagine, si tolga finalmente dai piedi prima che ne arrivi un'altro, ti faccia perdere il piacere di dedicarti all'osservazione pura di quanto di bello stai osservando e che arricchirà davvero il tuo ricordo, molto di più di qualche scatto, che si rivelerà arrivati a casa, banale e deludente. 

Fedele
Non si può dar torto a nessuna delle due teorie, secondo me, così ogni volta questa mia indecisione nella scelta di campo mi porta a rammaricarmi, quando mi obbligano a lasciare l'attrezzatura all'ingresso, che quando ho scattato all'impazzata per un'ora e bisogna andarsene, mentre non ho ancora visto bene tutto quello che si poteva apprezzare nella visita. L'incontentabilità umana non ha limiti. Comunque eccoci qua a correre da una parte all'altra della città per vedere almeno i templi principali, individuabili subito dalle fiumane di gente che stanno accedendovi. Il più noto è senza dubbio il Sree Mahakaleshwar Mandir, che contiene uno dei 12 jyotilinga sparsi sul territorio dell'india. Si tratta di un grande lingam di pietra nera, la rappresentazione fallica del dio Shiva a cui vengono tributati grandi onori e sacrifici, con bagni di latte, frutta e fiori, che i fedeli portano accedendo al tempio e che i sacerdoti si occupano di versare sul monolito tra canti e litanie. Questo tempio che sorge attorno alla statua, è di grandissime dimensioni in quanto contiene tutta una serie di sale, ambienti e scale nelle quali si dipanano le infinite code di fedeli, costrette in strette transenne per incanalarle ed evitare resse e schiacciamenti, che percorrono a piedi nudi i pavimenti di marmo ammirandole storie di Shiva dipinte sulle pareti. In effetti il tempio in sé non ha particolare valenza artistica, ma l'interesse risiede soprattutto nella folla che vi circonda, nella euforia e nel parossismo religioso che pervade questa massa di gente che procede verso il cuore del tempio, in attesa di vedere ed adorare il simulacro della divinità. 

Fedele
Man mano che ci si avvicina al punto critico, cresce l'euforia degli astanti, che aumentano l'intensità dei canti e delle grida inneggianti la divinità; Maha Dev, Maha Dev, grida il gruppo di donne di donne che mi precede con occhi invasati, alzando al cielo le coroncine di tageti o il pentolino di latte con cui irrorare la sacra pietra, espressione diretta ed allusiva per chiedere fertilità. Qualcuna mi guarda e sorride, tocca unirsi al coro per non sentirsi estranei, cosa che viene accolta con grandi cenni di approvazione, dalle signore che ci seguono, i cui rotoli di lardo boteriani da benessere, fuoriescono dalle pieghe del sari con ordinata regolarità. Quando arriviamo al punto critico centrale, la partecipazione della folla è corale e intensa, tutti cantano o gridano invocazioni ritmate. I bramini addetti alle operazioni, sbrogliano velocemente gli uffizi, prendendo dalle mani dei fedeli le offerte, facendo scomparire quelle il denaro nelle apposite scatole e disponendo fiori e frutta negli spazi liberi, mentre il latte cola indecente e libero sulla pietra nera scivolando nella scanalatura che la circonda per scomparire poi in uno scolo laterale, la benedizione pronunciata in fretta per fare posto al successivo questuante che ha appena il tempo di inchinarsi, pronunciare un mantra e una mentale richiesta di grazia e poi viene spinto via per fare posto al successivo. E' una catena senza fine che si libera in questo climax di soddisfazione in cui il getto di latte schizza la statua, con una allusione scoperta e cercata. Poi terminata l'estasi copulatoria, subentra la calma compostezza e si prende la via dell'uscita, dove, avuta la soddisfazione, si contrappone la calma per l'atto ed il dovere compiuto. Si defluisce lentamente in una grande corte centrale, dove finalmente si mette mano ai telefonini per gli opportuni selfie. Adesso finalmente tutto è finito, si può uscire ed andare a riprendersi le scarpe. 

Kaal Bhairav - da 2 backpack
E' incredibile quanto la manifestazione della religiosità possa essere coinvolgente. Questa gente crede con fermezza e di certo in nome di questo ogni cosa può essere loro richiesto. In ogni tempo, ovviamente il clero di ogni religione ha richiesto sacrifici per il proprio automantenimento, ma anche il potere ha pescato a mani basse per far compiere le azioni volute in nome del dio. Ma per noi la giostra è appena cominciata. Non molto lontano, eccoci al Kaal Bhairav, un tempio piuttosto sui generis, in quanto è dedicato ad una delle più violente manifestazioni di Shiva, appunto il Kala Bhairava. Qui la coda è meno lunga ma, forse in linea con l'indole del dio, molto più confusa e pressante. La folla si ammucchia e si spinge sulla ripida scala che conduce all'interno del tempio e tutti tengono in mano l'offerta corretta per questa divinità, una bottiglia di superalcolico, sia acquistato nei negozi appositi, protetti da sbarre, in quanto l'alcool è piuttosto demonizzato e controllatissimo in India e forse per questo molto abusato, sia nelle varie tipologie di distillati fatti in casa, che a volte provocano avvelenamenti collettivi inquietanti in feste e matrimoni. All'interno, il sacerdote versa il contenuto delle bottiglie in un piattino appoggiato alle labbra della statua, che fa sparire il liquido nel gran testone metallico del dio, ricoperto di corone di fiori, che lo inghiotte nel vero senso della parola. La vulgata è che l'alcool venga effettivamente bevuto dalla divinità e scompaia per sempre. In questo sito se ne discute seriamente, ma sembra, ahimé, non essere visibile dagli infedeli, eventualmente provate voi. Noi intanto passiamo ad altro che qui di cose strane da vedere ce ne sono ancora molte.

Un fedele


SURVIVALKIT

L'offerta dell'alcool
Sree Mahakaleshwar Mandir - Il tempio più importante della città. All'ingresso c'è un deposito dove lasciare scarpe e sacca con le macchine fotografiche per circa 10/20 Rp. Vi attende una lunga coda dopo aver passato tutte le bancarelle che vendono corone di fiori e i vari oggetti religiosi. Calcolate almeno un'ora. In giro ci sono schermi televisivi che inquadrano il lingam e gli offerenti di turno. Nella sala del sancta sanctorum, c'è anche una specie di gradinata in cui fermarsi un po' fuori della coda per osservare lo spettacolo. Le transenne sono robuste per evitare che la calca provochi incidenti. Aspettatevi che molti chiedano di farsi selfie con voi, perché i turisti sono molto pochi. Minimo due ore,molto di più in occasioni di festività particolari.

Kaal Bhairav Mandir - Piccolo tempio situato nel centro di Ujjain. Ogni giorno vengono offerti al dio centinaia di litri di alcoolici, venduto all'esterno del tempio da venditori autorizzati per essere offerti all'interno e versati nella bocca della statua che i sacerdoti assicurano non avere all'interno alcuna cavità e che quindi la scomparsa del liquido sia di natura miracolosa, tuttavia non viene permesso in alcun modo ad alcuno che la statua venga esaminata. Un terzo del liquore offerto viene restituito, benedetto, al fedele che se lo beve poi in santa pace. La ressa è notevole, quindi fate attenzione.

Al tempio dell'alcool




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