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Antichi palazzi a Bhopal |
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Un lago a Bhopal |
Accidenti sono più di due mesi che ho mollato da parte l'India per parlarvi (e per fare) d'altro. diciamo che vi ho lasciato a metà del guado e mi sembra sia giunto il momento di rimettere la barca ala corrente. Dunque eravamo arrivati alla periferia di Bhopal, nome, che se andate a pescare nei cassetti segreti della memoria suscita lontane rimembranze. Suggerirei di leggere, se ancora non l'avete fatto Mezzanotte a Bhopal di Dominique Lapierre che racconta i dettagli della raccapricciante catastrofe avvenuta nel 1984. Arriviamo che è già sera ed i grandi viali di accesso illuminati raccontano di una città moderna e sviluppata, che ha evidentemente superato l'accadimento dal quale sono ormai trascorsi 35 anni. Tanti i locali illuminati da colori e festoni, evidentemente location per matrimoni e festeggiamenti, pronti ad accogliere gli invitati, con statue di elefanti e dei in cartapesta all'ingresso, un traffico sostenuto e molte costruzioni nuove. D'altra parte siamo in una delle tante megalopoli di questo immenso paese in continua e turbinosa crescita in cui ormai le città con oltre un milione di abitanti non si contano più. Questa era comunque una città piuttosto favorita da una climatologia buona, piogge non esagerate, temperatura non troppo calda nei mesi secchi, una posizione favorevole agli affari e all'industria, scelta da molte famiglie ricche che ne apprezzavano soprattutto la relativa frescura estiva, con belle case sulle rive dei due laghi che le davano un tono piacevole.
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Il centro antico |
La Union Carbide invece la scelse per la posizione che dava facile accesso alle vie di comunicazione e per l'abbondanza di manodopera delle popolose campagne circostanti. Ma l'affare si rivelò alla fine misero e si avviava verso il fallimento; così la fabbrica rimase in stato di semiabbandono con i grandi serbatoi di metilisocianato pieni, in attesa di decisioni. Dopo quattro anni di incuria, l'acqua, penetrata attraverso le tubature danneggiate fece partire la reazione a catena che provocò il disastro. Quando lo stabilimento esplose in quella fresca notte di dicembre la grande nube di diossina si adagiò velocemente su gran parte della città, soprattutto sulla baraccopoli antistante, uccidendo subito una decina di migliaia di persone e nella settimana successiva altri dieci/quindicimila e lasciandone duramente segnati almeno mezzo milione, molti dei quali morirono in seguito. Gli ospedali non riuscirono neppure ad abbozzare un tentativo di cura per quelli che arrivavano in fin di vita in quanto l'azienda si rifiutò di rivelare qual era l'agente chimico liberato nell'atmosfera. Ma i numeri non sono stati riportati con molta precisione, d'altra parte in India 100 morti non fanno neppure notizia. Gli americani dell'azienda se la filarono rapidamente, sottraendosi alle responsabilità, tanto che il direttore non è mai stato neppure processato e della piccola somma che l'azienda versò come "risarcimento", alla maggior parte dei familiari delle vittime non arrivò neppure un dollaro.
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Il parco Union Carbide |
La città rimase segnata per decenni, sgorbiata nella sua gente, l'economia distrutta, la terra avvelenata, tanto che ancora oggi sembra che l'acqua abbia livelli di inquinamento di 500 volte superiori ai limiti consentiti e che le malattie oncologiche, dermatologiche e le malformazioni alla nascita, abbiano percentuali ancora decisamente fuori norma. L'area della fabbrica è oggi circondata da un muro colorato e costituisce una sorta di parco della rimembranza segnato da lapidi, in cui però nessuno entra e nei pressi del quale i tassisti ti portano malvolentieri. Forse dopo più di una generazione si vorrebbe stendere un velo definitivo su quello che ha sfregiato la storia della città, ma molto del veleno forse è ancora lì a far sì che l'oblio tardi ad arrivare sulla città dei sei laghi. Rimane solamente la recinzione ricoperta di murales ingenui che inneggiano al verde ed all'ecologia, al di là la distesa di terra marcia e velenosa che nessuno si prenderà mai la briga di risanare. E' con questi pensieri nella mente che ci beviamo una Thumb Cola, sulla grande terrazza davanti al lago Superiore. Sulla riva apposta una serie di piccole luci tremolanti segnano la costa, battelli con festoni colorati partono dal porticciolo turistico sottostante, carichi di ragazzi agitati e ragazze in gruppo che si stringono nei loro sari per ripararsi dal fresco della notte. Questa è una città moderna, in tivù impazza il Bhopal got's talent e i giovani non hanno certo voglia di parlare di gas e di morti di tanti anni fa,mentre gli altoparlanti pompano musica Bolliwood a palla. Forse qualcuno neanche lo sa che cosa è successo.
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Periferie |
Il nostro Uttam intanto è preoccupatissimo. Ha ricevuto una telefonata, il figlio, quello che sta in città, è stato ricoverato in ospedale e ci lascia in tutta fretta. Vedremo domani. Intanto cala la notte, nelle stanze piuttosto gelate le stufette elettriche sembrano aliti di moribondo. Chi l'avrebbe detto che avremmo avuto freddo in India! Al mattino invece il lago è bellissimo nel chiarore offuscato dalla nebbiolina che ne ricopre la superficie, attenuando il senso di disgusto che mi procura la mia masala omelette e un thé malmostoso. Il problema del figlio di Uttam sembra essere più grave del previsto, almeno così ci dice Chigu che lo sostituisce e ci fa scorrere a passo d'uomo le tortuose vie della città vecchia, costellata di antichi palazzi bellissimi in completa rovina, i cui ingressi chiusi da assi o da cancelli sbilenchi, segnano il più totale abbandono. Eppure vedi i portali maestosi le torri che svettano verso l'alto sopra i tetti sfondati, gli archi moghul delle finestre nere, occhiaie vuote di cadaveri rinsecchiti che guardano la città senza fare domande, né aspettare risposte. Queste strade raccontano di una grandezza passata, sfiorita e lasciata marcire lentamente senza interesse a prenderne il posto da parte di alcuno. Intorno, la vita degli slums, delle baracche, dei tanti lavori improvvisati e macilenti, che dimostrano come si può vivere anche sulla miseria altrui, in un mercato del nulla in cui tutti si industriano a fare quel poco che ti consente di sopravvivere.
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Ristoranti di strada |
Già al mattino si mettono in moto tutti quei baraccotti che distribuiscono qualcosa da mettere sotto i denti, i chaiwalla, quasi tutti bambini, girano con contenitori e bicchieri di carta per distribuire il thé, i friggitori, preparano le pastelle per i pakora e i samosa, qualcuno cuoce polpette, qualcuno pesca da pentoloni scuri mestolate di broda inquietanti. Uomini infreddoliti col capo avvolto nelle volute dello straccio tuttofare che si stringono le braccia attorno al corpo e che forse hanno dormito sotto qualche arco cadente, aspettano di buttar giù qualcosa di caldo prima di ricominciare la giornata a cercare occasioni per sopravvivere. In questa parte di India, le moderne opportunità tardano ad arrivare. Sui muri scrostati qualcuno ha disegnato incessanti simboli del BJP, il fiore di loto del partito induista che vuole rivincere le elezioni ormai prossime, con la sua forte connotazione di estremismo religioso, anche qui, dove i mussulmani erano la maggioranza. Man mano che ci avviamo alla periferia le costruzioni diventano più moderne, pur mantenendo la costante di un degrado generalizzato, un misto di olio di motore, polvere, e lamiere arrugginite, che ammorba con pervicace monotonia i quartieri estremi delle città del cosiddetto mondo in via di sviluppo. Poi, quando tutto questo si dirada, i rumori e gli scoppiettii dei motori puzzolenti diminuiscono di intensità, comincia la campagna, fatta di campi verdi di frumento che sta crescendo. L'asfalto la taglia con nettezza, attraversando il tropico del Cancro, verso le colline lontane dove già indovini, sulle cime, le rotondità degli stupa di Sanchi.
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Tropico del cancro |
SURVIVALKIT
Hotel Winds and Waves - Van Vihar road - Shiahamala hills - Bhopal - Situato in bella posizione sulla collina davanti al Lago Superiore. Camere grandi, pulite e nuove, sui 60 € la doppia con prima colazione. Frigo, TV, stufetta, AC. Free Wifi con problemi. Personale molto gentile. Annesso ristorante moderno, cucina indoasiatica, soliti piatti tra 200 e 350 Rs. Grande terrazza bar vista lago dove stare a bere qualcosa.
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