Sperlonga - foto T. Sofi |
Così eccoci a riprendere addirittura dopo due mesetti, l'itinerario percorso a giugno nel cuore di quella bella Italia, che giocoforza ci tocca fare visto che altrove per ora ci sono ancora dei problemini. Dunque dove eravamo rimasti, ma sì, in quella parte a sud della Toscana, così poco visitata, dato che questa terra ha così tante cose da mostrare che molte, appena più periferiche, ti vengono sempre posposte a tempi migliori. E se questi, tempi migliori non sono proprio, pazienza, plaudiamo quanto meno al fatto che ci abbiano concesso questa opportunità. Lasciamo allora Montemerano, il suo antico borgo, ma da queste parti quanti sono, quasi non riesci più a contarli e scendiamo velocemente fino a raggiungere la costa laziale, lasciando via via alle nostre spalle Tarquinia, con i suoi ricordi etruschi altre volte apprezzati, Ladispoli e il suo litorale e aggirando velocemente la capitale, sfilando via anche San Felice Circeo e le sue rimembranze della maga che trasformava gli uomini in porci, come se ci fosse poi il bisogno di tutto questo aiuto stregonesco. Così eccoci ancora di mattina, arrivati a Sperlonga, luogo che mi interessava da tempo vedere, con il fascino annunciato delle vestigia di questa villa imperiale ideata con la prosopopea di un satrapo d'oriente, un po' come saranno viste, se qualche cosa ancora rimarrà tra un paio di millenni, le folli ideazioni architettoniche di qualche odierno emiro petrolifero in vena di grandezza. Così con gran curiosità, seguendo la via Flacca Valeria con l'ormai indispensabile navigatore, giungiamo al parcheggio antistante il parco della famosa villa, che è splendidamente deserto. E' così, in fondo noi lasciamo negletti i nostri siti più straordinari per andare nelle spiagge alla moda o nelle località del turismo di massa, ansiosi di mojitos e di balli eseguiti da bellezze ancheggianti. La cultura poco importa ormai.
Meglio, meno gente c'è e più le visite si fanno con calma, anzi ti godi quella solitudine dello straniero che approcciava le nostre rovine durante il gran tour con la tranquillità che gli permetteva di godersele nel silenzio del saggio, magari con un taccuino in mano dove tracciare uno schizzo, scrivere un pensiero. Però c'è un problema, la porta che sembra quella di ingresso, è chiusa e diventa difficile capire dove è l'accesso possibile. Una signora che percorre il marciapiede in costume da bagno e asciugamano, evidentemente proveniente dal lido, ci dice subito con accento marcatamente inglese - Ma, oggi è martedì, è chiuso - condito con un risolino di circostanza. Ecco spiegato il motivo dell'assenza di folla. - Già dice la tizia, - Ieri il parcheggio era completo, bisognava andare oltre la galleria! - Diciamo che, innervosito per la mia dabbenaggine di non aver controllato, cerco di rispondere a tono, facendole notare che non si sarà potuta godere il bagno visto che la temperatura dell'acqua non poteva di certo superare i 17°C, ma la tizia, con un altro risolino sardonico, dice - Per me è fin troppo calda, sono scozzese - e se ne va sculettando allegramente e lasciandoci a macerarci nella nostra delusione di turisti male informati. Va bene, un giro attorno alla cancellata la si può fare lo stesso, fino alla spiaggia che porta alla grande apertura della caverna all'interno della quale ci doveva essere il famoso porto e i piccoli moli con le statue, che accoglievano le imbarcazioni imperiali, ci sta comunque, si vede poco da fuori, ma in ogni caso apprezzi il gigantismo delle opere murarie esterne e non ci sono dubbi che qualunque sia l'epoca, i grandi ricchi sanno come si vive.
Tuttavia, appena di fronte c'è il paesino, abbrancato su una penisoletta che si protende sul mare, una montagnola di case bianche che pare di essere a Santorini, che scendono verso il mare in un precipitarsi di scalette e vicoli nascosti fino al piccolo istmo che si congiunge allo scoglio su cui sorge la bianca fortificazione che domina le due insenature adiacenti. E' davvero piacevolissimo passeggiare tra le case bianche, girellare tra angoli nascosti e ripidi scalini, passando sotto archi che uniscono piani più alti e chiesette minuscole, fino ad emergere di colpo alla vista dell'azzurro intenso. Hai bisogno di un attimo per capire se si tratta di cielo o di mare e poi avanti ancora su un passaggio esterno, una balconata sulle rocce che precipitano in basso, con la vista della grotta lontana, dove ancora immagini la villa di Tiberio. Dal punto più alto, nelle giornata come questa, con l'aria limpida e tersa, ieri era appena piovuto, lo sguardo arriva lontano e puoi vedere bene alla destra la grande sporgenza del Circeo e di fronte, se aguzzi la vista, la sagoma di Ponza e forse di Ventotene, isolate in un mare blu scuro, che forse Ulisse aveva solcato con ancora tutti i suoi compagni, nel suo viaggio di conoscenza. Siedi su una panchina isolata all'ombra di un enorme cactus, certo una postazione da innamorati per fermarsi a guardare il mare, per godere del solo fatto di potere essere lì a respirarne l'aria. Sotto di te il forte bianco che ormai non deve più star lì a difenderti dall'arrivo dei Saracini, anche se forse qualcuno ancora lo pensa. Davvero bello questo luogo, questa aria, questa sensazione di solitaria piacevolezza che dà la mezza stagione, libera dalle folle oceaniche che di certo in questo memento si riverseranno sul lido più in basso. Beato il pensionato che può approfittare di questi tempi e di questi spazi. Un gelato sulla piazzetta e poi via che di chilometri da fare ce ne sono ancora parecchi.
Un vicolo coperto |
SURVIVAL KIT
Museo e area archeologica di Sperlonga - Via Flacca - km 16,3 - Sperlonga. Possibilità di visitare i resti della famosissima villa imperiale di Tiberio con il porto interno e la grotta. Nel museo sono conservati tutti i ritrovamenti fatti nel luogo dopo il 1957, incluse molte bellissime statue riferite al viaggio di Ulisse. L'area è aperta dal Mercoledì alla domenica. Consultare il sito per l'orario. Ingresso € 5. A un chilometro il paese di Sperlonga da non perdere.
La torre |
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