venerdì 19 agosto 2022

Un tour d'Italie 25 - Pompei


Pompei - Thermopolio - foto T. Sofi


 Adesso è ora di lasciarla questa isola di terme e di relax, come ieri abbiamo lasciato alle nostre spalle l'isola delle sirene, che ci ha incantato, ma fino ad un certo punto, perché la folla chiassosa e comunque invadente, fa diventare ordinario anche il paradiso e forse è per questo che ci vanno in pochi. La tratta di ritorno ci ha fatto fare comunella con quattro romani, abitué dell'isola che stavano facendo una settimana di relax in attesa di partire per Ko Samui. Appassionati di isole direi, ma proprietari di un hotel di nome a Roma, che evidentemente altri fanno fruttare al loro posto. Comunque questa mattina Ischia si è svegliata di nuovo sotto un cielo bellissimo e tocca ripartire comunque, anche se ci è rimasto nel gozzo la salita alla rocca del castello e il suo ascensore in riparazione che chissà se sarà riparato mai e magari ci attenderà nella prossima vita. Il nostro ormai conosciuto chauffeur Italo, ci porta al molo, si ritirano i biglietti debitamente prenotati su internet, ma quanto è comodo sto internet che criticate tanto! E via con l'aliscafo, ecco Partenope al di là del golfo che si avvicina sempre di più, ormai è visibile la sagoma del Castello e infine scendiamo seguendo la coda scarna dei gitanti di ritorno. L'autista della navetta del Park è lì che aspetta come un sol uomo, nel posto prefissato e vai verso la nostra auto che ci aspetta come previsto. Insomma, ma diciamolo, sembra di essere in Svizzera, altro che e vergogna a tutti quelli che trovano a che dire di Napoli. Un veloce balzo e siamo a Pompei, parcheggio e ingresso tranquillissimo visto che avevamo già i biglietti in mano. Per la verità non c'è coda, ma ormai siamo abituati ad avere tutto pronto in anticipo e non ci ricordiamo più dei bei tempi andati quando tutto era improvvisato e alla va là che vai bene. 

Che dire di Pompei, che è il sito italiano più visitato in assoluto e qualche cosa vorrà pure significare. Un luogo del genere ha tali e tante sollecitazioni storico artistiche, da fare stravedere qualunque persona al mondo, ma soprattutto sono le sensazioni psicologiche che ti rimanda ad ogni passo su quel selciato bimillenario, ad ogni angolo svoltato che ti butta in una suggestione così viva e reale da renderti possibile immaginare di trovarti davvero spostato indietro nel tempo. Saranno le dimensioni o la qualità specifica dell'artefatto, con i suoi ritrovamenti continui che ti restituiscono scene di vita quotidiana non immaginabili in qualunque altro sito archeologico pur bello e ottimamente conservato. Qui senti di ritrovarti come in una fotografia cristallizzata in quel famoso momento, mentre la cenere cadeva dal cielo e la massa di turisti che cammina nelle vie e nei vicoli ti appare come quella folla neppure davvero impaurita che cercava di uscire dalla città, forse conscia del pericolo imminente, ma forse neppure troppo. I calchi dei corpi che rinvieni in qualche casa appaiono come colti di sorpresa, quasi manifestano uno stupore inatteso davanti all'orrore che stava calando su di loro. Le case, le ville dalle più sontuose alle più ordinarie, sono lì in attesa del rientro dei proprietari, come si trovassero in quell'attimo non valutabile in termini temporali, come se l'incantesimo di una strega malvagia avesse calcato la sua maledizione annullando lo scorrere del tempo, fino al giungere del bacio salvifico di qualche principe che potesse risvegliare il tutto facendo riprendere lo scorrere della sabbia nella clessidra. 

Le fontane agli angoli delle strade aspettano solamente che arrivi il getto di acqua che presto qualcuno verrà a prendere, forse un'ancella dal peplo leggero e quasi trasparente, per portarlo dentro i cubicula, attraversando atrii pomposi o miseri ingressi calpestando mosaici di finissima fattura o pavimenti di ordinaria fattura, sotto porticati dalle colonnine leggere, per servire al bagno di padroni generosi o crudeli, non lo sapremo mai. Forse sono appena finite le feste dedicate a Dioniso ed i momenti intrisi di segreto e forse di sesso divinizzato, come raccontano gli straordinari affreschi della villa dei misteri, uno dei cicli di dipinti più evocativi, misteriosi ed avvincenti che mai mi sia capitato di vedere. Figure diafane eppure plastiche nelle loro forme perfette, congelate in un gesto ieratico dai significati esoterici. Sacerdotesse e neofite immobilizzate dal pittore prima ancora che dall'orrida coltre che sarebbe scesa dal vulcano. Un luogo magico e carico di mistero come il suo nome suggerisce. Oppure si può continuare a passeggiare per le strade tra ingressi sontuosi e thermopoli dai banchi dipinti di ingenui disegni, galli, anatre e altri animali, forse a magnificare il fast food che veniva servito direttamente sulla strada ai passanti e quasi intravedi corpulente matrone che pescano negli orci mestolate di cibo a colmare scodelle di argilla ad affamati passanti che forse arrivavano direttamente dall'anfiteatro dove si erano appena esibiti combattenti o cacciatori di fiere esotiche appena arrivati dalla lontana Africa.

Qualcuno forse svicolava tra la folla, cercando di non dare troppo nell'occhio nello stradino che portava ad uno dei lupanari più frequentati, per infilarsi in una delle stanzette che contenevano solo un misero giaciglio, un materasso di crine bisunto di unguenti dozzinali, a consumare un rapido rapporto tra quelli suggeriti nei disegni sulle pareti oppure arrivavano fin qui seguendo le impronte lasciate dalle suole dei calzari di una delle tante filles de joie, che lasciavano sul terreno, come già in Grecia, si sa, la lingua straniera fa più fine, la scritta ΑΚΟΛΟΥΘΕΙ - Seguimi. Poi, terminata l'operazione, se ne andavano sgusciando lungo i muri, dopo aver lasciato qualche spintria, la apposita moneta che recava sul verso altre posizioni da kamasutra, delle quali sono rimaste una ventina di tipi differenti. L'interrogativo che ti lascia subito il sito è quanto ancora è nascosto sotto questa coltre di cenere solidificata, cosa nasconde ancora questa straordinaria città sepolta, se ogni giorno mostra a chi scava, qualche novità inattesa, un nuovo mosaico, una stanza nascosta, altri corpi di persone, di animali, colti nell'impossibilità di fuggire o ancora proprio durante la fuga come il gruppo trovato nel cosiddetto orto dei fuggiaschi, fermati nella loro corsa disperata, proprio lì, in quel giardino vicino al muro cristallizzati nella loro corsa eterna. Insomma non voglio tediarvi più oltre ma questo è un luogo di cui nessuno ha il diritto di negarsi la visita. In assoluto, fosse l'unica cosa da vedere in un viaggio. Il resto è una granita al limone seduti su una panchina coi piedi fumanti, dopo una giornata intera passata a pestare queste pietre eterne.


Pompei scavi 

SURVIVAL KIT

Pompei - Prenotate la vostra visita sul sito apposito così da non avere sorprese all'arrivo, nel caso in cui, come accade spesso nei giorni più affollati, l'assembramento sia tale da farvi perdere un sacco di tempo. C'è un comodo parcheggio davanti all'ingresso principale, anche se un po' caro 3,50 € /h, ma almeno siete tranquilli anche se lasciate l'auto carica. Calcolate non meno di mezza giornata per la  visita, possibile anche con guide. Di norma troverete l'elenco delle case aperte nel giorno di visita, a rotazione. non perdete la villa dei misteri, che si raggiunge con una breve passeggiata di circa 500 m, bene indicata. Per il resto girate tranquilli e lasciatevi trasportare dal fascino del sito stesso. Vi rimando al sito internet qui, molto ben fatto per tutte le info pratiche, i calendari degli avvenimenti e gli orari. Ingresso 16 € assolutamente ben spesi, annuale 35 €, gratuito prima domenica di ogni mese. 

Pompei - Villa dei Misteri

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